lunedì 5 ottobre 2020

Il tartufo bianco dei Colli bolognesi alla Tartufesta 2020

Profumi e sapori in sette weekend tra 11 comuni dell'Appennino

Il Tartufo bianco dei Colli bolognesi sarà il protagonista dal 10 ottobre per sette weekdend consecutivi al Tartufesta 2020. L'autunno dell'Appennino bolognese - spiegano gli organizzatori della festa - ha il profumo inconfondibile del prezioso tubero che tra ottobre e novembre sarà al centro di 11 comuni del territorio con eventi, mercatini e menù dedicati.
    Un'occasione per andare anche alla scoperta del paesaggio, della cultura e della gastronomia dell'Appennino tosco-emiliano attraverso degustazioni a cura dei produttori di tartufo, mostre, mercatini dei prodotti tipici, gare di cani da tartufo, escursioni guidate e, ovviamente, speciali menù a base di tartufo negli stand e in alcuni ristoranti.
    La Destinazione turistica Bologna metropolitana coordina e promuove la manifestazione convinta dell'alta qualità della proposta e della sua importanza per la valorizzazione delle valenze paesaggistiche, culturali e gastronomiche dell'Appennino. Un impegno condiviso anche dai Comuni che per l'occasione hanno aderito a una Carta della Qualità, mentre i ristoranti, gli agriturismi le associazioni si sono impegnati a presentare un menù degustazione rispondente ad un apposito Decalogo Tartufesta per i ristoratori.
    Sarà questa un'edizione attenta al tema della sicurezza, con molti organizzatori che hanno deciso di diluire l'evento su più weekend, proporre trekking e attività all'aria aperta o introdurre eventi su prenotazione per evitare assembramenti e permettere a tutti di vivere la Tartufesta in serenità. (ANSA).

 

3 commenti:

Unknown ha detto...

Prezioso tubero? Il tartufo non è un tubero ma un fungo

Anonimo ha detto...

"permettere a tutti di vivere la Tartufesta in serenità"?
Ma per favore! Il virus in giro c'è ancora,quindi io dovrei andare in questi assembramenti,inutili, solo per fare felici questi commercianti?Non aspettatemi ,io vado a fare una passeggiata a piedi su per la rupe.Dico solo a quelli che non riescono a fare a meno della tartufesta che nel momento in cui vi ricoverassero (Dio non voglia)non avrete i Zangrilli che vi tirano fuori dai guai in un baleno,ma dovrete arrangiarvi con la sanità pubblica . Quindi la mia domanda è:ma conviene proprio rischiare inutilmente per una manciata di caldarroste o due uova al tartufo?

Anonimo ha detto...

La tartufesta si poteva benissimo evitare per un paio di anni ,così pure le partite di calcio ,i concerti e le varie adunate oceaniche. Poi,dopo, ritornano a rompere i cosidetti con gli annunci "state in casa".Mi dispiace che alla fine ci rimettono i più indifesi.