di Marco Leoni
ARISTOTELE : Il rapporto con Platone e Alessandro Magno
( lezione di Matteo Saudino, fantastico prof. di filosofia )
Dopo Platone fu Aristotele l’altro grande pensatore del mondo antico su cui la cultura europea mediterranea occidentale ha edificato sé stessa.
Il rapporto tra Platone e Aristotele è un rapporto importante perché Aristotele fu allievo di Platone ma è importante evidenziare la rottura, la frattura netta, che vi fu tra l’allievo e il maestro.
Tanto vi è stato un rapporto di continuità tra Platone e Socrate tanto vi è un rapporto di rottura tra Aristotele e Platone.
Siamo all’interno di una sequenza di questo tipo : Socrate fu maestro di Platone, Platone maestro di Aristotele, Platone continuò la sua filosofia lungo il sentiero tracciato da Socrate, almeno lui così ci dice e tutta la sua filosofia è un omaggio a Socrate, invece Aristotele romperà con il maestro con il fondatore dell’Accademia.
Aristotele nacque nel 384 a.c. a Stagira e da ragazzo frequentò appunto l’Accademia di Platone e fu un allievo fra i più brillanti di Platone stesso.
Ma alla morte di Platone, avvenuta nel 347 Aristotele decise di abbandonare l’Accademia, perché non condivideva più la linea filosofica dell’Accademia stessa.
Infatti negli ultimi anni Platone e i suoi allievi coetanei avevano di fatto continuato a reiterare le teorie dell’ultimo Platone e la ricerca si era arrestata. Alla morte di Platone è evidente che i reggitori della scuola dell’Accademia non fecero altro che fare filosofia nel solco di Platone, reiterando le sue teorie, quelle esposte da lui nel suo ultimo periodo di vita, le teorie del Sofista nel Temeto nel Timeo nel Parmenide.
Tutta la scuola platonica alla morte di Platone, dunque, si arresta ad insegnare le teorie del maestro senza elaborarne di nuove. Ma la filosofia è un viaggio nel mare aperto, la filosofia come ci dice lo stesso Aristotele NASCE DALLA MERAVIGLIA e la meraviglia è costante continua nella vita, non può arrestarsi. Aristotele quindi non condivideva questa staticità dell’Accademia di Platone e pertanto ruppe con essa e fondò una nuova scuola, il Liceo.
Nella Grecia antica, ad Atene, quindi vi furono le due più grandi scuole filosofiche dell’antichità che diedero poi vita a due tradizioni filosofiche diverse nel prosieguo dei secoli e anche dei millenni: da un lato l’Accademia di Platone, che fu la scuola dell’idealismo di Platone, la filosofia della ricerca della verità, la filosofia politica come perno e asse centrale, la filosofia della Immortalità dell’anima come asse orientativo del pensiero filosofico e dall’altro la scuola del Liceo, una scuola tendenzialmente più ruotante attorno al naturalismo e all’indagine della natura, un’indagine di tipo metafisico, una scuola che dava grande spazio alla logica e dunque agli studi sul linguaggio, sul Ragionamento.
Ma Aristotele ebbe un altro grande pregio, un compito da assolvere nella sua carriera, nella sua vita da filosofo. Il destino, gli eventi storici, lo portarono a diventare il precettore, il mentore, il maestro di una delle figure storicamente più importanti dell’antichità cioè di Alessandro Magno.
La Grecia delle polis era una Grecia in crisi, dopo la guerra del Peloponneso non ritornò più allo splendore, a volte anche mitizzato, della Grecia di Pericle per quanto riguarda Atene o alla forza di Sparta o allo splendore di Tebe.
La Grecia era una Grecia divisa in città stato molto litigiose che faticavano a costruire un retroterra anche culturale e politico comune su cui dialogare, su cui costruire una politica internazionale nel Mediterraneo e
verso il mondo persiano coeso. Era retta anche da fazioni politiche che tendevano al piccolo cabotaggio, al tornaconto e c'erano anche molte molte scissioni e lotte intestine.
In questo contesto arrivò come un’onda d’urto la popolazione dei Macedoni guidata da Filippo il macedone. I macedoni erano una popolazione che abitava a nord cella Grecia, una popolazione guerriera, tipica la falange macedone, che arrivò a conquistare la Grecia senza neanche molte battaglie perché diverse delle città greche del Peloponneso si accordarono con Filippo il macedone, lo appoggiarono magari in funzione della rivalità verso altre città. Dunque i macedoni ebbero facilmente ragione arrivano delle rimanenti città che invece volevano ribellarsi a questa invasione le quali alla fine furono sconfitte e costrette ad arrendersi.
Filippo il macedone governò in maniera abbastanza burbera, forte. Aveva però una moglie di origini meno barbare, avrebbero detto i romani, che si chiamava Olimpia con cui ebbe un figlio, Alessandro. Olimpia aveva ambizioni di cultura elevata per il figlio, quasi a rompere la tradizione di spada, di armi, di bevute, di botte del padre.
Voleva che il figlio non fosse rozzo e violento come il padre ma che diventasse un sovrano ILLUMINATO, un sovrano SAPIENTE perciò lo mandò alla corte dei migliori insegnanti, tra i quali vi era Aristotele. O meglio, fu Aristotele ad andare alla corte di Filippo il macedone per educarne il figlio Alessandro.
Si racconta che vi fosse un rapporto un po’ morboso tra Olimpia ed Alessandro, tant’è che si pensa che la morte di Filippo il macedone, avvenuta per un complotto di palazzo, ebbe come organizzatrice la madre stessa di Alessandro e che ci sia stata la lunga mano di Olimpia nella morte di Filippo il macedone in modo da velocizzare l’ascesa al trono del futuro Alessandro Magno il quale compirà le imprese militari e politiche più incredibili del passato.
E bene in queste imprese politiche entra anche Aristotele il quale lo educa alla logica, alla filosofia, lo educa alla politica, all’etica e lo educa anche a diffondere la grecità.
Alessandro Magno quando parte per le sue conquiste ha il consenso di Aristotele e di altri sapienti e filosofi dell’epoca, perché l’espansione verso l’Asia viene vista come un’espansione anche della grecità, del modo di essere dei Greci. I greci, ragazzi e ragazze, sono razzisti culturalmente, all’epoca si ritengono i depositari della cultura e della civiltà superiore anche nei confronti del mondo persiano che per quanto riguarda arte e architettura non hanno nulla da invidiare al mondo greco ma in modo diverso perché il persiano è un mondo in cui la politica è condotta diversamente, vengono venerati i sultani ad esempio invece i greci si reputano superiori anche perché la loro è una politica più laica. Come farà anche Roma in futuro e i greci prima, le due civiltà non hanno divinizzato se non in alcuni brevi periodi i governanti ma li hanno considerati umani.
Dunque Alessandro Magno, uomo eccezionale, porterà questa mentalità logica razionale verso oriente grecizzando il mondo.
Alessandro Magno è un imperialista cioè è assimilabile ai colonialisti francesi e inglesi quando conquistarono il mondo pensando di portare la civiltà ad altri popoli e agli americani quando dicono di portare la democrazia.
C’è un retaggio di Alessandro Magno in questo modo di tendere ed andare verso l’altra parte del mondo. Alessandro Magno sconfiggerà l’impero persiano, costruirà tantissime città che portano il suo nome, andrà in India lambirà la Cina. Ma il problema è che quelle terre non ti lasciano neutro, ti cambiano perché il mondo orientale con i suoi sapori, odori, costumi, riti, magie, profumi ti cambia. Alessandro Magno tornerà in parte cambiato affascinato da quel mondo.
Nel frattempo l’esercito avrà mille problemi, mille divisioni, mille litigi e lui che è bisessuale come la maggior parte dei condottieri dell’epoca ebbe molte difficoltà ad avere una discendenza come desiderava, li otterrà questi figli da una donna orientale.
Certo che per Aristotele tutto questo era scandaloso in quanto lui era un razzista culturale, cioè pensava che non poteva l’erede di Alessandro Magno essere il figlio nato da una donna dell’oriente perché non avrebbe più in potenza quelle qualità, di un greco, di razionalità di ponderatezza. Inoltre Alessandro tornò molto cambiato anche nel look, con vesti pregiate orientali, tessuti, colori, là ad esempio si truccavano anche i maschi e per un greco un maschio truccato è un maschio indebolito, un maschio corrotto.
Tutto ciò portò anche molta delusione in Aristotele che si ritirò in Egitto a continuare i suoi studi. Destino volle che Alessandro Magno e Aristotele, con due età ben diverse, alla fine morirono molto vicini: Aristotele morì nel 322 a.c. e Alessandro Magno poco più di un anno dopo. Dunque le parabole politico filosofiche di Alessandro Magno e di Aristotele si chiusero più o meno contemporaneamente. Certamente Alessandro Magno non aveva neanche trent’anni mentre Aristotele era molto più vecchio, oltre sessant’anni.
La cosa importante da sapere è che quest'uomo di grande cultura, che fu il mentore l’educatore del più grande condottiero militare e politico dell’antica grecia elaborò un sistema filosofico, un progetto filosofico completamente diverso da quello di Platone: il Platonismo è un VERTICALISMO perché si fonda sull’idea che esistono due mondi, due realtà, il mondo dell’essere che è, cioè il mondo delle idee e il mondo dell’essere che appare cioè il mondo delle cose.
Il mondo di Aristotele è un mondo ORIZZONTALE cioè il Sapere è orizzontale, ci sono diverse discipline che si dividono in discipline teoretiche in discipline pratiche e in discipline poietiche ma tutte studiano la SOSTANZA cioè quell’unica realtà di cui è composto il mondo l'universo il cosmo. Esiiste un’unica realtà, non c’è lo sdoppiamento della realtà, ecco la prima grande critica di Aristotele a Platone: Platone è colpevole di aver raddoppiato il mondo di aver determinato la duplicazione ontologica, l’essere è unico e invece lui lo ha moltiplicato, dice Aristotele.
L’errore di Platone è quello di aver raddoppiato il mondo di aver raddoppiato la realtà, duplicato l’essere, invece per Aristotele tutto è Sostanza. Poi le sostanze sono diverse ma tutto è sostanza, ve ne è solo una che trascenderà tutto: è Dio che è LA SOSTANZA PRIMA poi ci sono la sostanza uomo, la sostanza albero, la sostanza acqua ecc., tutto è sostanza e le discipline studiano i diversi modi di essere delle sostanze, ma tutto è una sostanza poi esiste una sostanza prima che è Dio di cui si occuperà la metafisica. Dunque è una filosofia orizzontale.
Egli elaborò il primo grande libro delle scienze che è proprio una enciclopedia del sapere, in cui cj sono tante tante discipline di cui lui fu uno dei massimi esponenti dell’epoca. La realtà che studia lo zoologo non è quella del biologo, la realtà che studia il fisico non è quella del matematico, la realtà che studia l’artigiano non è la realtà del politico ma è sempre la realtà: non esistono due realtà. Al di là di questa realtà vi è soltanto Dio che è la causa prima che muove l’universo ed è per Aristotele segno di CAUSA .
Dunque VERTICALISMO platonico versus ORIZZONTALISMO Aristotelico.
Abbiamo degli scritti di Aristotele, detti ESOTERICI, scritti destinati ai suoi allievi, che sono dei trattati. Gli scritti invece ESSOTERICI, quelli destinati più al pubblico, quelli in forma dialogica purtroppo sono andati perduti. Gli scritti ESOTERICI sono anche appunti delle sue lezioni o trattati che lui scrisse, potremmo dire i libri di testo che i suoi allievi dovevano usare per fare filosofia. Al Liceo si faceva filosofia dal mattino alla sera, in molti casi la si faceva passeggiando e per questo gli aristotelici furono definiti PERIPATETICI .
I tre rami di questo progetto filosofico sono appunto le SCIENZE TEORETICHE, le SCIENZE PRATICHE e le SCIENZE POIETICHE.
Le scienze teoretiche sono: la metafisica cioè la ricerca delle cause primeche si occupa dell’essere e dell’essere di Dio, la matematica ovviamente e la fisica che studia la natura. La metafisica è un’opera raccolta da Livio Andronico, che mette insieme tutti gli scritti e gli appunti di Aristotele che si occupano non di natura ma di ciò che va oltre la natura; mentre gli altri scritti sul cielo, sui meteoriti, sui movimenti ecc. ecc. sono scritti di fisica. E poi ci sono gli scritti di logica cioè lo studio del ragionamento, l’argomentazione il linguaggio, poi gli scritti attribuiti alle scienze pratiche che studiano cioè il comportamento, come agisce l’uomo nella vita pratica quotidiana .
Con questa lezione che avrebbe dovuto precedere tutte le altre si
conclude questo viaggio meraviglioso attraverso il pensiero filosofico
di Aristotele che considero uno dei maggiori pensatori dell’antichità.
Il prossimo appuntamento lo dedicherò alla presentazione del pensiero
di Epicuro.
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