martedì 14 agosto 2018

Debiti fiscali pagati lavorando per il comune

Sì al baratto amministrativo per pagare il fisco con lavori socialmente utili finalizzati al decoro urbano. Si potrà tagliare l'erba nei parchi, pulire le strade, prestare opere di manutenzione o recuperare e riqualificare aree e beni immobili inutilizzati

Marco sollecita
Parco

Sì al baratto amministrativo per pagare il fisco con lavori socialmente utili finalizzati al decoro urbano. Si potrà tagliare l'erba nei parchi, pulire le strade, prestare opere di manutenzione o recuperare e riqualificare aree e beni immobili inutilizzati. Non potrà tuttavia essere utilizzato per iniziative di carattere imprenditoriale, quali la realizzazione e la gestione di chioschi o ristoranti o altre attività a pagamento, su aree verdi pubbliche di proprietà del comune.
Questo è l'importante principio che emerge dalla lettura della delibera del comitato per lo sviluppo del verde pubblico del ministero dell'ambiente del 14 maggio 2018 n. 27 circa la possibilità offerta ai cittadini di saldare i propri debiti con il fisco mettendosi a disposizione dell'ente locale attraverso il baratto amministrativo. Ma andiamo con ordine.
I funzionari del comitato ricordano che nel nostro ordinamento l'istituto del baratto amministrativo, espressione del fenomeno del partenariato sociale, riconducibile alla più ampia esperienza della sussidiarietà orizzontale (articolo 118, ultimo comma, Costituzione) è stato introdotto dall'articolo 24 del decreto legge del 12 settembre 2014 n. 133 convertito nella legge 11 novembre 2014 , n. 164 (c.d. «Sblocca Italia»).


In materia, si è pronunciata più volte in sede consultiva la Corte dei conti (deliberazione Lombardia n. 172/2016/Par e n. 225/2016/Par) precisando che il precetto dell'articolo 190 del dlgs n. 50/2016 ha ripreso in massima parte le espressioni testuali dell'articolo 24 dello Sblocca Italia ma ha completato l'istituto attraendolo «nella materia dei contratti pubblici di paternariato sociale», cosicchè deve ritenersi che «l'area di intervento del baratto concerna i servizi strumentali, le iniziative culturali e il recupero dei beni pubblici, e che l'utilità derivante all'amministrazione per la prestazione eseguita non preveda lucro, bensì riduzione o esenzione dei tributi corrispondenti all'attività svolta dal privato o dall'associazione in funzione dell'utilità che ne deriva alla pubblica amministrazione locale».
L'esenzione può essere concessa solo per un periodo di tempo limitato, a seconda del tipo di tributo da pagare e dell'attività di lavoro socialmente utile.
Fattispecie incluse ed escluse dal baratto. I componenti del comitato del verde pubblico, nell'esaminare l'istituto del baratto amministrativo. affermano che lo stesso non può essere attivato dall'ente locale in diretta applicazione dell'articolo 190 del dlgs n. 50/2016. Occorre che ciascun ente territoriale si doti di una specifica regolamentazione a carattere generale che descriva gli specifici interventi sotto forma di riduzione o esenzione del tributo (Tasi, Imu, Tari e in generale estinzione di debenza legate alla fiscalità locale). Continuano i funzionari che il riferimento alle aree verdi (siano esse giardini, parchi comunali, boschi o semplici spazi di verde abbandonati o no) contenuto nell'articolo 190 del dlgs n. 50/2016, porta a ritenere, in coerenza con lo spirito della norma, che gli interventi possano consistere in pulizia, manutenzione, abbellimento valorizzazione mediante iniziative culturali di vario genere.
Interventi, cioè, riconducibili, in senso lato al decoro urbano o alla cultura mentre esulano dal baratto amministrativo iniziative di carattere imprenditoriale, quali la realizzazione e gestione di chioschi o ristoranti o altre attività a pagamento, su aree verdi pubbliche.
Bilanci di previsione. Nella delibera in commento, i funzionari ministeriali invitano l'ente locale a stimare in anticipo la minore entrata dovuta alla riduzione o esenzione della tassa locale già in sede di bilancio di previsione ai fini del mantenimento degli equilibri economici. Andranno, quindi, prestabiliti nei regolamenti e conseguentemente nei bilanci di previsione dei singoli anni, i limiti d'importo entro cui l'ente territoriale intende accettare interventi su beni comuni, rinunciando al credito tributario. Occorre, dunque, pianificare gli interventi suscettibili di baratto amministrativo, in termini di spesa ad essi destinati, da quantificare in termini di ridotte entrate fiscali, individuando i tributi su cui calcolare la minore entrata .

1 commento:

Anonimo ha detto...

Il baratto amministrativo lo facciano quelli del MEF.
Vadano loro a tagliare l'erba nei giardini dei banchieri che prestano i soldi allo stato.