GLI UNGULATI NOBILI, Una nuova emergenza, secondo la CIA
“Cara Provincia se ci sei batti un colpo”. Questo lo slogan con cui la dirigenza Cia (Confederazione italiana agricoltori) di Bologna accusa l’ente di essere assente nella gestione della presenza faunistica in Appennino, in particolare quella degli ungulati nobili, daini, caprioli e cervi, anche se titolare della materia. “Il numero di tali animali dovrebbe essere limitato a 2-3 capi ogni cento ettari”, è stato precisato. “Se ne contano invece una quantità che va da 20 a 30, con punte, come quelle di Camugnano e Castel di Casio, che rendono i territori dei due comuni i più densamente popolati di ungulati d’Europa”. La Cia, chiede un ‘intervento straordinario per riportare le ‘cose’ in equilibrio, intervento da affidare alla Polizia Provinciale e agli agricoltori concedendo ‘l’auto difesa’: la possibilità di intervenire con la doppietta in caso di danni in corso. Il metodo ha dato frutti soddisfacenti per il contenimento dei cinghiali. “La gestione della presenza faunistica è stata affidata fino ad ora ai cacciatori e il numero degli abbattimenti è stato ogni anno inferiore al numero della nascite. Intervenga la Polizia provinciale, ora impegnata in altri compiti fuorchè questo. Certo non è più tollerabile una situazione che scoraggia gli agricoltori anche perché qualora il danno venisse accertato e accolto verrebbe comunque saldato al 50 %”. Gli agricoltori, presenti all’incontro di denuncia, portano come esempio quello di Valentino Demaria di Gaggio Montano. “ Ho avuto accertato un danno di ben 24.000 euro e avrò un risarcimento tale da coprire a mala pena le spese,” dice. “Il risarcimento del mio lavoro dov’è?”.
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