Il Lupo, una presenza ormai consolidata nell'Appennino bolognese. Non tutti ne sono felici.
Nella foto, Anna Ravaglia di Sasso Marconi il cui gregge è stato assalito dai lupi.
Sono gli allevatori dei comuni di Sasso Marconi e di Monte San Pietro a pagare il maggior prezzo per la nuova presenza in Appennino di lupi e di branchi di cani inselvatichiti. I Servizi Veterinari dell'Azienda USL hanno infatti fornito i seguenti dati: nei comuni di Sasso Marconi e di Monte San Pietro sono state registrate, da aprile 2007 ad oggi, dieci aggressioni ai danni di ovini con almeno 34 pecore uccise e una ventina ferite, senza contare gli animali dispersi. Nel territorio di San Lazzaro, nell'ultimo anno, sono stati segnalate altre 10 aggressioni con circa 30 capi uccisi e una decina feriti. Nel distretto di Porretta Terme, nel 2008, sono stati effettuati 15 sopralluoghi a seguito di altrettante denuncie di danni da lupi o cani inselvatichiti. Il Servizio Veterinario interviene per controllare gli animali deceduti, di cui registra il numero, il tipo di lesioni e, per ovini caprini di età superiore a 18 mesi, preleva la testa per la ricerca BSE. Il responsabile NOS, Ispettore Capo Maurizio Dall'Olio, ha precisato inoltre, distinguendo le aggressioni dei lupi da quelle dei cani inselvatichiti: “Nel 2008 sono avvenute predazioni su ovini da attribuire alla ‘specie lupo’ nella zona che comprende i comuni di Monzuno, Camugnano, Castiglione dei Pepoli, Grizzana Morandi e in quella dei comuni di Zola Predosa, Sasso Marconi, Casalecchio di Reno, Crespellano, Marzabotto, Castello di Serravalle. Le aggressioni sicuramente attribuibili a cani inselvatichiti sono avvenute nella zona che comprende i comuni di S. Lazzaro di Savena, Ozzano dell'Emilia, Monterenzio, Pianoro,Loiano ed ammontano a cinque nel 2008. Nella zona dei comuni di Vergato, Porretta Terme, Castel d'Aiano, Gaggio Montano, Granaglione e Castel di Casio nel 2008, sono state segnalate 8 aggressioni ad ovini ed una a un daino, attribuite genericamente a canidi”. L’azione dei lupi si distingue da quella dei cani inselvatichiti per il fatto che il lupo colpisce pochi capi e poi se ne ciba in branco divorando molta parte della carcassa. I cani inselvatichiti invece abbattono più capi spesso guidati solo dall’istinto di uccidere. I Dati sono stati utilizzati dall’assessore provinciale Giuliano Barigazzi per rispondere all’interrogazione del vice presidente del consiglio provinciale Giuseppe Sabbioni, che chiedeva precisazioni sulla attività di contenimento della Provincia riguardo alla presenza dei canidi. L’assessore ha anche riferito che da poco più di un anno si è avuto un notevole incremento di aggressioni a greggi di ovini.
la professoressa Carla Carrara della Lac precisa:“Il lupo non attacca l’uomo. E’ un animale utile e per questo è tutelato dalla Convenzione di Berna, dalla Convenzione di Washinton , dalla Direttiva Habitat CEE . Inoltre l’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura ha istituito un Gruppo specialistico per il lupo. In Italia il lupo è protetto dal 1971. E’ vietata la cattura ,l’uccisione, il disturbo,il possesso,il trasporto, lo scambio e la commercializzazione perché il lupo è un elemento fondamentale degli ecosistemi naturali. Per diminuire la predazione degli allevamenti zootecnici occorre favorire la presenza di cervidi. Per ridurre il conflitto con la zootecnia è indispensabile il risarcimento totale del danno a prezzi di mercato e si deve tener conto anche dei danni indiretti (dispersione di capi, aborti ecc). I risarcimenti devono essere subordinati alla attivazione di misure di prevenzione”, ha concluso.
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