lunedì 8 agosto 2022

Il proposto ‘Borgo dei Nonni’ di Lama di Reno approda in Regione

 A Marzabotto  il progetto  per un borgo “speciale”


La proposta di realizzare a Lama di Reno il ‘Borgo dei Nonni’ , accolta con interesse durante un incontro del  Consiglio di Frazione di Lama di Reno, ha ora l’attenzione del consigliere regionale di Rete Civica, Marco Mastacchi, che ha presentato una interrogazione alla Giunta  regionale per chiedere considerazione a un progetto che ritiene ‘lungimirante’.


Il Borgo dei Nonni dovrebbe sorgere in un’area privata adiacente al complesso industriale dell’ex Burgo ( nella foto), abbandonato da tempo, il cui recupero, già finanziato  con i fondi PNRR,  prevede le realizzazioni di un centro congressi/conferenze, un hub che ospiterà delle start-up, un albergo/ostello per alloggiare studenti, lavoratori e turisti che frequenteranno la Ciclovia del Sole, un emporio, spazi verdi lungo il fiume  e una piazza. Il  Borgo dei Nonni potrebbe completare e riqualificare quindi una altra area dell’abitato di Lama di Reno e per finanziarlo si propone la costituzione di una società pubblico-privata la cui definizione non è ancora stata formalizzata. Gli amministratori pubblici attenderebbero quindi tale formalizzazione per capire la concreta sostanza della proposta.

 

Mastacchi nella sua interrogazione scrive:  

 

Il  progetto di recupero dell’area industriale della Cartiera Burgo  non corrisponde a quello indicato dalla maggioranza della cittadinanza, che si è espressa con un sondaggio, presentato alla Città metropolitana dal Comitato cittadini quale risultato di una serie di incontri avvenuti su un Tavolo Tematico chiesto all'Amministrazione. Comitato che ha fatto da tramite fra investitori privati e l'Amministrazione affinché si potesse creare una sinergia per la realizzazione del progetto “Borgo dei Nonni” con una partecipazione pubblico-privata.

L’idea consegnata dai cittadini alla Città metropolitana per il finanziamento del PNRR prevedeva la nascita di uno fra i primi villaggi per la terza e la quarta età in Italia, un nucleo dove ogni abitante può avere la propria casa (piccole unità abitative a misura di anziani dotate di tutto quanto serve) ma condivide gli spazi comuni in un sistema residenziale fondato sulla vicinanza con i propri amici, orientandosi verso soluzioni che possano garantire una vita socialmente dignitosa per la terza e la quarta età, stimolando e incentivando la capacità di rimanere autonomi e indipendenti e nello stesso tempo vivendo in comunità, per unire la comodità dello spazio privato alla possibilità di fruire di servizi comuni e di socializzare, come già sperimentato altrove in Europa e ultimamente anche in Italia.  Il “Senior housing” è, innanzitutto, uno stile di vita che vede come principale protagonista l’abitazione, condivisa o in rapporto di vicinato, per anziani: è nato nel nord Europa alla fine degli anni ‘70 e, dopo un lungo viaggio, sta finalmente prendendo piede anche in Italia, perché oggi, le persone nella terza e anche nella quarta età sono dinamiche, aperte, piene di possibilità e decisamente molto attive, e il problema è spesso la solitudine. Un modello lungimirante quello presentato dal Comitato, che non è stato in alcun modo preso in considerazione dall’Amministrazione la cui ipotesi progettuale prevede l‘utilizzo dei fondi del PNRR senza che sia stata valutata adeguatamente la prospettiva di una sostenibilità economica nel tempo, rispetto alla proposta del Comitato che avrebbe interessato tutta l’area e non solo la parte acquistata recentemente dall'Amministrazione, che corrisponde a circa la metà dell'intera area oggetto del Master Plan, portando lavoro e servizi e dando nuova vita alla frazione, con l’obiettivo primario di una riqualificazione sostenibile e un utilizzo di quella superficie per il bene e la crescita della comunità. Tentare di utilizzare quell’area per scopi industriali/produttivi è invece completamente anacronistico, sia dal punto di vista del rispetto ambientale che per lo sviluppo economico-sociale che la frazione ha avuto nel corso del tempo.

La richiesta  alla Giunta e all’Assessore competente è   se intenda intervenire perché venga recuperato il progetto del “Borgo dei Nonni “proposto dal Comitato cittadino e ignorato dall’Amministrazione nonostante sia il frutto dei desiderata della popolazione. Va considerata la poca utilità di un centro congressi a Lama di Reno, dove i servizi alla popolazione rimasti in questa frazione ormai svuotata di ogni attività, si limitano a una piazza e un emporio e occorre tenere conto che le finalità del fondo del PNRR, al quale si è avuto accesso, sono destinate alla realizzazione di progetti volti a favorire una maggiore inclusione sociale riducendo l’emarginazione e le situazioni di vulnerabilità. In considerazione di ciò chiedo anche se la Giunta non ritenga opportuno impegnarsi anche concretamente per sviluppare il progetto proposto dalla cittadinanza di Lama di Reno, al fine di dar vita a un luogo che si integri bene nel tessuto urbano di una frazione che conta già 1.800 abitanti, quindi non isolato e fine a sé stesso, ma un borgo “speciale” all’interno di un abitato.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Ottimo Sig. Mastacchi

Anonimo ha detto...

Fabbriani mi ha già censurato due commenti, la questione non si può nascondere, state costruendo un orrore le persone dovrebbero corrervi dietro con una mazza,proprio non sapete come fare per sprecare quei maledetti soldi. gli anziani dovrebbero interagira con i propri familiari delle famiglie allargate che tanto vi sforzate a distruggere.