martedì 1 giugno 2021

Vertenze Kemet. La ripresa passa attraverso la riduzione di posti di lavoro: in 80 lasceranno

Riorganizzazione e investimenti per assicurare il rilancio dello stabilimento di Pontecchio Marconi: si punta su ricerca e innovazione tecnologica. Colla: “Grande responsabilità dei lavoratori, ora assicurare opportunità di crescita e prospettive certe a quest’area della montagna”

 


La Regione Emilia Romagna informa:

Saranno al massimo 80 i dipendenti, degli attuali 390, a lasciare su base volontaria l’azienda, che ha dichiarato che proseguirà sia la produzione che gli investimenti nello stabilimento di Pontecchio Marconi

Un lungo percorso di riorganizzazione che, passando anche dal sacrificio di una riduzione di posti di lavoro, consentirà di confermare la produzione nel sito produttivo della Kemet di Pontecchio Marconi e avviare una nuova stagione di investimenti nel settore della ricerca e sviluppo che potrà anche essere supportato dalla Regione.

Con la sigla del verbale ‘d’impegni’ e la predisposizione di un allegato, da far controfirmare alla proprietà del Gruppo Yageo (quale gruppo di riferimento di Kemet Electronics Italia Srl), si è chiuso ieri a Bologna, in presenza, l’incontro del tavolo di aggiornamento convocato dall’assessore regionale allo Sviluppo economico e Lavoro, Vincenzo Colla, sulla situazione dell’azienda bolognese Electronics Italia Srl. Obiettivo dell’incontro, verificare le condizioni necessarie al sostegno dello stabilimento italiano anche attraverso l’attivazione di ulteriori ammortizzatori sociali, finalizzati ad accompagnare gli investimenti programmati e l’avvio di nuovi progetti. All’incontro erano presenti la Città Metropolitana di Bologna, il sindaco di Sasso Marconi, Roberto Parmeggiani, rappresentanti di Kemet Electronics Italia Srl assistiti da Confindustria Emilia Area Centro, le Rsu aziendali e i sindacati Fim-Cisl e Fiom-Cgil.

In un momento così complesso e delicato– ha detto l’assessore Vincenzo Colla al termine dell’incontro- voglio sottolineare lo straordinario senso di responsabilità dei lavoratori, e con essi del sindacato, che dovendo affrontare scelte difficilissime ci avranno sempre al loro fianco. Ora si apre una nuova fase che vede affermarsi una diversa morfologia dell’impresa, sempre più impegnata sul versante della ricerca dei prodotti e della loro industrializzazione. Per il rilancio dell’azienda, proseguiremo sulla strada del confronto per condividere suggerimenti e soluzioni, al fine di ottenere un incremento della competitività e un efficientamento dei processi”.
“La Regione- ha ribadito l’assessore- conferma tutta la propria disponibilità a supportare l’azienda, in accordo con le organizzazioni sindacali, nella definizione di un piano industriale, eventualmente accompagnando il progetto con azioni di sostegno e di sviluppo previste delle legislazioni nazionale e regionale. Kemet è un’azienda con una storia importante per un territorio fragile come quello in cui è insediata e da essa dipende il futuro di un numero rilevante di lavoratori e famiglie, che dobbiamo salvaguardare con prospettive certe di sviluppo dello stabilimento”.

Saranno al massimo 80 i lavoratori, degli attuali 390, a dover lasciare l’azienda, su base volontaria con incentivi o pensionamenti e comunque che manifestino o abbiano manifestato l’intenzione di non opporsi al licenziamento.

Kemet ha ribadito di considerare strategico per l’intera attività della Business Unit il consolidamento della propria organizzazione in Italia, non solo come stabilimento produttivo ma anche come centro di eccellenza di Ricerca e di Sviluppo di tutti i prodotti di futura generazione per il proprio business.

Per quanto riguarda il progetto Flex Piezo - Haptic Actuator, ex Novasentis, è confermata la sua strategicità per lo stabilimento italiano e che sarà una produzione esclusiva dello stabilimento bolognese almeno fino a giugno 2024.

In viale Aldo Moro proseguiranno, con il supporto di Art-ER, incontri tecnici per verificare la fattibilità di possibili progetti innovativi e di ulteriori nuovi prodotti, correlati alla locale filiera manifatturiera, da sviluppare nello stabilimento di Pontecchio Marconi, anche valorizzando la presenza del centro di eccellenza di ricerca e sviluppo già attivo nello stabilimento. /gia.bos.

1 commento:

Maverick56 ha detto...

Continua la politica del "carciofo" già usata dal Cavour.
Altri 3 anni di speranza di vita.