venerdì 19 marzo 2021

Una casa vuota deve pagare la tassa dei rifiuti ?

Un cittadino di Marzabotto denuncia quella che a suo parere è una vera ingiustizia: "Un casa vuota non fa rifiuti".

 

Ha perso entrambi i genitori alcuni anni fa e la casa dove risiedevano è rimasta vuota. Ha quindi disdetto le utenze e ha lasciato tutto come i suoi cari l'avevano lasciata, anche perchè era un po' una loro testimonianza e un piccolo legame con i suoi cari deceduti. 

Il primo anno dopo il decesso ha ricevuto il totale della Tari relativa all'appartamento dei genitori che ha pagato, ma nel contempo ha informato l'ufficio comunale che l'appartamento era vuoto e quindi non vi potevano essere oneri riferiti ai rifiuti. Ma l'anno successivo gli era ancora arrivata la cartella della Tari. 

Si è di nuovo recato dall'ufficio comunale di riferimento e gli è stato spiegato che per essere esonerati dal tributo la casa deve essere, non solo priva di utenza , ma libera da ogni presenza, anche quella dei mobili. Sorpreso e un po' risentito poiché pagare la Tari per la presenza di mobili gli era parsa una vera ingiustizia, se non un balzello ottuso, se ne è tornato a casa piuttosto amareggiato e non ha mancato di denunciare l'ingiustizia. 

Denuncia che è arrivata fino all'opposizione. “E' da dicembre che chiediamo una commissione bilancio per affrontare la tematica, ma ci viene negata, “ spiega il capogruppo di centro destra Morris Battistini. “Abbiamo anticipato l'argomento che volevano trattare e crediamo che le difficoltà derivino dal fatto che a questo caso si potrebbe accodare quello delle seconde case il cui utilizzo si riduce a alcune settima l'anno. La Tari quindi potrebbe essere ridimensionata a quel tempo. Speriamo di poter affrontare la tematica,” conclude Battistini, aggiungendo una seconda problematica. “Riceviamo numerose e insistenti proteste da parte della cittadinanza poiché ad ogni telefonata in Comune ricevono la risposta preregistrata con l'avvertimento che il numero chiamato è occupato e quindi di richiamare. Ma la dicitura rimanda per l'intera giornata e per tutti i numeri del Comune a più tardi. Il Comune diventa così irraggiungibile telefonicamente, quando in questo periodo di pandemia è il mezzo più opportuno per evitare incontri ravvicinati. Informato l'ente anche di questo non vi sono stati controlli e cambiamenti quasi la chiusura fosse voluta”.

 

1 commento:

Anonimo ha detto...

Le seconde case sono il vero bancomat di moltissimi comuni dell'appennino. Ci si abita per un mese all'anno, fra l'altro aiutando l'economia locale con le proprie spese nei negozi della zona, altrimenti spesso sull'orlo della chiusura, e si pagano tariffe salatissime per tutti e dodici i mesi. Notare bene che le tariffe, come appunto la TARI, a differenza delle tasse dovrebbero essere pagate in base all'uso effettivo dei servizi e non per tutto l'anno a prescindere! Proprio un bell'affare comprare una seconda casa in appennino! Questa grettezza delle amministrazioni locali portera' al turismo mordi e fuggi e all'abbandono delle proprieta', con quali benefici per i paesi si puo' immaginare.