EFFETTO
BURIAN. Il dottor Giuseppe Di Pasquale, direttore dipartimento medico
e cardiologia del Maggiore:"Istruzioni per l'uso? Attenzione a
cardiopatici, anziani e soggetti fragili. Fumo e alcool nemici del
freddo"
Giuseppe Di Pasquale |
Un'ondata
di freddo proveniente dalla Siberia sta per abbassare le temperature
in modo vertiginoso.
Tutti parlano di Burian, ma piuttosto che fare allarmismo, è bene
sapere cosa fare e cosa evitare quando il termometro va sotto lo
zero. Il fenomeno che annunciano i metereologi per i prossimi giorni
desta preoccupazione soprattutto per alcune fasce a rischio, che sono
gli anziani, i cardiopatici, i soggetti fragili e i pazienti affetti
da malattie polmonari croniche: "Così come per il caldo
eccessivo - spiega il dottor Giuseppe
Di Pasquale,
direttore del Dipartimento Medico e di Cardiologia all'Ospedale
Maggiore di
Bologna - anche il freddo intenso aumenta i rischi per la salute,
soprattutto nelle categorie vulnerabili. Il cuore è l'organo che
teme maggiormente il calo termico e come abbiamo già avuto modo di
spiegare dopo l'abbondante nevicata del 2012, spalare
la neve può essere un'attività pericolosa che aumenta il rischio di
infarto".
Ma
perchè e come fa male il freddo?
"In
freddo può far male in primo luogo perchè può
restringere le coronarie e le arterie periferiche,
influenzando fra l'altro la pressione, che tende a salire e quindi
deve essere tenuta sotto controllo dai soggetti che soffrono di
pressione alta. Il freddo inoltre aumenta la viscosità del sangue e
quindi sale il rischio di infarto, ma anche di ictus.
Oltre
al gelo, la neve. E' vero che la spalatura è pericolosa?
"Ricordiamo
più o meno tutti l'abbondante nevicata del 2012? Nei primi 10
giorni del febbraio di 6 anni fa, in concomitanza con imponenti
le nevicate che hanno paralizzato la città di Bologna ed un netto
abbassamento delle temperature, sono stati ricoverati presso la
nostra unità di terapia intensiva cardiologica 13 pazienti con
diagnosi di SCA ed anamnesi di significativa spalatura di neve nelle
24-48h precedenti. Nello stesso periodo il 118 ha registrato un
28% in più di chiamate per dolore toracico rispetto al
corrispondente periodo temporale del 2011. Inoltre sono transitati
dal Pronto Soccorso del nostro ospedale
3 pazienti con dissezione aortica, esordita durante lo sforzo della spalatura, rapidamente indirizzati in Cardiochirurgia. Infine da parte del servizio di emergenza territoriale del 118 sono stati soccorsi 2 pazienti con arresto cardiaco extraospedaliero
verificatosi durante spalatura della neve, per i quali la rianimazione cardiopolmonare è risultata inefficace.
3 pazienti con dissezione aortica, esordita durante lo sforzo della spalatura, rapidamente indirizzati in Cardiochirurgia. Infine da parte del servizio di emergenza territoriale del 118 sono stati soccorsi 2 pazienti con arresto cardiaco extraospedaliero
verificatosi durante spalatura della neve, per i quali la rianimazione cardiopolmonare è risultata inefficace.
La
spalatura della neve costituisce un’intensa attività fisica
peculiare in quanto utilizza prevalentemente la muscolatura degli
arti superiori in uno sforzo isometrico, mantenendo una postura
eretta ed in ambiente freddo. L’utilizzo delle braccia rispetto
agli arti inferiori richiede un carico di lavoro cardiaco più
gravoso, determinando a parità di consumo di ossigeno un maggiore
incremento di frequenza cardiaca e pressione arteriosa. L’isometria
del lavoro muscolare causa una vasocostrizione riflessa nei muscoli
non utilizzati per favorire l’apporto ematico nei distretti sotto
sforzo, aumentando di conseguenza le resistenze periferiche ed il
lavoro cardiaco. La posizione eretta senza grandi movimenti degli
arti inferiori si associa ad accumulo di sangue nei distretti venosi
declivi con ridotto ritorno venoso e conseguente ulteriore incremento
riflesso della frequenza cardiaca. Il sollevamento strenuo di carichi
di neve genera l’alternanza di ripetute manovre di Valsalva,
responsabili di acute variazioni della frequenza cardiaca e pressione
arteriosa che si ripercuotono sul lavoro cardiaco.L’esposizione
al freddo infine, spesso in assenza di adeguato abbigliamento,
causa vasocostrizione periferica, con incremento della pressione
arteriosa, ed anche possibile vasocostrizione coronarica. Tutti
questi fattori contribuiscono da una parte ad aumentare le richieste
miocardiche di ossigeno e lo stress a carico della parete vascolare,
dall’altra a ridurre la perfusione miocardica.
Gelo,
istruzioni per l'uso: ci farebbe un vademecum, magari sfatando
qualche falsa credenza?
"Certamente.
Intanto banalmente (ma non è banale) evitare l'esposizione al
freddo. Secondo, per le ragioni spiegate prima parlando della
spalatura, evitare sforzi fisici. Terzo, evitare attività che
accelerano il battito cardiaco e allo stesso tempo non esporsi a
bruschi sbalzi di temparatura, come uscire da un locale o un negozio
molto caldo passando subito al freddo dell'esterno. Sfatiamo per
esempio la credenza che l'alcol faccia bene quando fa freddo: non è
così perchè essendo un vasodilatatore fa perdere il calore che ci
serve per proteggerci. Anche l'alimentazione è importante e anche
qui nego che i grassi facciano bene quando fa freddo: fanno bene i
carboidrati e gli zuccheri, come anche la frutta e la verdura. Ultima
nota, legata al fumo, che abbinato al freddo aumenta il rischio di
vasostruzione"
Da
BolognaToday
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