lunedì 26 febbraio 2018

I rischi del gelo, il medico: 'Attenzione al cuore, aumentano gli infarti'

EFFETTO BURIAN. Il dottor Giuseppe Di Pasquale, direttore dipartimento medico e cardiologia del Maggiore:"Istruzioni per l'uso? Attenzione a cardiopatici, anziani e soggetti fragili. Fumo e alcool nemici del freddo"


Giuseppe Di Pasquale
Un'ondata di freddo proveniente dalla Siberia sta per abbassare le temperature in modo vertiginoso. Tutti parlano di Burian, ma piuttosto che fare allarmismo, è bene sapere cosa fare e cosa evitare quando il termometro va sotto lo zero. Il fenomeno che annunciano i metereologi per i prossimi giorni desta preoccupazione soprattutto per alcune fasce a rischio, che sono gli anziani, i cardiopatici, i soggetti fragili e i pazienti affetti da malattie polmonari croniche: "Così come per il caldo eccessivo - spiega il dottor Giuseppe Di Pasquale, direttore del Dipartimento Medico e di Cardiologia all'Ospedale Maggiore di Bologna - anche il freddo intenso aumenta i rischi per la salute, soprattutto nelle categorie vulnerabili. Il cuore è l'organo che teme maggiormente il calo termico e come abbiamo già avuto modo di spiegare dopo l'abbondante nevicata del 2012, spalare la neve può essere un'attività pericolosa che aumenta il rischio di infarto".
Ma perchè e come fa male il freddo?
"In freddo può far male in primo luogo perchè può restringere le coronarie e le arterie periferiche, influenzando fra l'altro la pressione, che tende a salire e quindi deve essere tenuta sotto controllo dai soggetti che soffrono di pressione alta. Il freddo inoltre aumenta la viscosità del sangue e quindi sale il rischio di infarto, ma anche di ictus. 
Oltre al gelo, la neve. E' vero che la spalatura è pericolosa? 
"Ricordiamo più o meno tutti l'abbondante nevicata del 2012? Nei primi 10 giorni del febbraio di 6 anni fa, in concomitanza con imponenti le nevicate che hanno paralizzato la città di Bologna ed un netto abbassamento delle temperature, sono stati ricoverati presso la nostra unità di terapia intensiva cardiologica 13 pazienti con diagnosi di SCA ed anamnesi di significativa spalatura di neve nelle 24-48h precedenti. Nello stesso periodo il 118 ha registrato un 28% in più di chiamate per dolore toracico rispetto al corrispondente periodo temporale del 2011. Inoltre sono transitati dal Pronto Soccorso del nostro ospedale
3 pazienti con dissezione aortica, esordita durante lo sforzo della spalatura, rapidamente indirizzati in Cardiochirurgia. Infine da parte del servizio di emergenza territoriale del 118 sono stati soccorsi 2 pazienti con arresto cardiaco extraospedaliero
verificatosi durante spalatura della neve, per i quali la rianimazione cardiopolmonare è risultata inefficace.
La spalatura della neve costituisce un’intensa attività fisica peculiare in quanto utilizza prevalentemente la muscolatura degli arti superiori in uno sforzo isometrico, mantenendo una postura eretta ed in ambiente freddo. L’utilizzo delle braccia rispetto agli arti inferiori richiede un carico di lavoro cardiaco più gravoso, determinando a parità di consumo di ossigeno un maggiore incremento di frequenza cardiaca e pressione arteriosa. L’isometria del lavoro muscolare causa una vasocostrizione riflessa nei muscoli non utilizzati per favorire l’apporto ematico nei distretti sotto sforzo, aumentando di conseguenza le resistenze periferiche ed il lavoro cardiaco. La posizione eretta senza grandi movimenti degli arti inferiori si associa ad accumulo di sangue nei distretti venosi declivi con ridotto ritorno venoso e conseguente ulteriore incremento riflesso della frequenza cardiaca. Il sollevamento strenuo di carichi di neve genera l’alternanza di ripetute manovre di Valsalva, responsabili di acute variazioni della frequenza cardiaca e pressione arteriosa che si ripercuotono sul lavoro cardiaco.L’esposizione al freddo infine, spesso in assenza di adeguato abbigliamento, causa vasocostrizione periferica, con incremento della pressione arteriosa, ed anche possibile vasocostrizione coronarica. Tutti questi fattori contribuiscono da una parte ad aumentare le richieste miocardiche di ossigeno e lo stress a carico della parete vascolare, dall’altra a ridurre la perfusione miocardica.
Gelo, istruzioni per l'uso: ci farebbe un vademecum, magari sfatando qualche falsa credenza?
"Certamente. Intanto banalmente (ma non è banale) evitare l'esposizione al freddo. Secondo, per le ragioni spiegate prima parlando della spalatura, evitare sforzi fisici. Terzo, evitare attività che accelerano il battito cardiaco e allo stesso tempo non esporsi a bruschi sbalzi di temparatura, come uscire da un locale o un negozio molto caldo passando subito al freddo dell'esterno. Sfatiamo per esempio la credenza che l'alcol faccia bene quando fa freddo: non è così perchè essendo un vasodilatatore fa perdere il calore che ci serve per proteggerci. Anche l'alimentazione è importante e anche qui nego che i grassi facciano bene quando fa freddo: fanno bene i carboidrati e gli zuccheri, come anche la frutta e la verdura. Ultima nota, legata al fumo, che abbinato al freddo aumenta il rischio di vasostruzione"
Da BolognaToday




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