Gaggio Montano gioca contro Gaggio Montano, si diverte a fa divertire.
Sono stato invitato a fare il giudice alla sagra ‘Ci giochiamo la vitella’ di Gaggio Montano e ho riscoperto un piacevolissimo mondo paesano-contadino che pensavo ormai perduto per l’industrializzazione del dopoguerra e soprattutto per la diminuzione degli addetti alla attività agricola: non c’è più una comunità che si regge per la quasi totalità sul lavoro dei campi nella quale i componenti condividano in toto gli stessi problemi e godano degli stessi piaceri, uniformandosi così in un comportamento comune.
Il clou della serata era incentrato sulla gara di abilità, organizzata in nove confronti cui partecipano le squadre delle quattro ‘contrade’ del paese. Alla squadra vincitrice veniva attribuita la ‘vitella virtuale’. Ad ogni prova è stato assegnato un punteggio e la contrada che al termine delle nove prove ha realizzato la somma maggiore ha ricevuto l’ambito premio.
Per la cronaca ha vinto ‘La Serra’, ma poco interessa a chi è andato il premio. Interessa invece la schietta e totale partecipazione dei gaggesi alle prove con un impegno e una perizia che faceva della loro sicurezza uno spettacolo piacevolissimo. Così una bambina con una padronanza che incantava ha retto la recita della bimba curiosa e partecipe che dialogava fra un gruppo di sarte, un giovane attore ha rappresentato il contadino furbescamente sempliciotto con una movenza delle braccia che, più della bravura nello snocciolare le battute, raccontava di chi campa con la forza dei propri muscoli.
Il pubblico, presente numeroso in tutte le componenti di una comunità piena e vivace, dai bambini ai nonni, ha applaudito compiaciuto. Un giudice severo ha applicato numerosissime penalità, accettate quasi tutte con disciplina. Solo in una, gli ultras hanno promesso che ‘l’avrebbero aspettato fuori’ . La minaccia è comunque subito rientrata.
Ogni contrada aveva occupato un angolo della piazza con il proprio stand e, come vuole la tradizione contadina, tutti coloro che arrivavano trovavano di che saziarsi: per prima cosa un bicchiere di vino ‘perché il viandante ha sempre sete e niente disseta come il vino’.
Insomma ‘la classe non è acqua’ e Gaggio la classe ce l’ha.
Arrivederci alla prossima edizione.
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