Il caldo africano di questo fine agosto è reso ancor più bollente dalla denuncia della direzione Kemet, data a fine luglio, di un esubero di organico di 210 unità e del trasferimento di alcune lavorazioni semplici, che ora si fanno a Monghidoro e a San Lorenzo, in Macedonia nella ex Jugoslavia. Ciò ridimensionerebbe il già martoriato organico della grande azienda a poco più di 500 unità contro le 1000 di tre anni fa e le oltre 700 pattuite nel 2008.
Proprio nel 2008 pareva che l’azienda, grazie a un nuovo equilibrio organizzativo e occupazionale, avesse imboccato il binario giusto. L’accordo prevedeva infatti la realizzazione di un nuovo stabilimento a Borgonuovo costruito per dare il massimo della funzionalità e della resa produttiva, la chiusura dello stabilimento di Vergato, il ridimensionamento della forza lavoro e la contemporanea trasformazione a residenziale dell’area di San Lorenzo ove ora ha sede lo stabilimento di Sasso Marconi.
Tutto sembrava tornare: l’azienda poteva contare su un interessante aiuto per la concessione edilizia e la vallata del Reno avrebbe continuato ad avere nel proprio interno un interessante realtà industriale e occupazionale (la Kemet produce macchine automatiche e particolari di base per l’industria elettronica). Al Comune la soddisfazione di aver operato per garantire al paese la propria eccellenza produttiva.
Poi il fulmine a ciel sereno di fine luglio ha smorzato gli entusiasmi.
Abbiamo chiesto al sindaco di Sasso Marconi Stefano Mazzetti (nella foto) se siamo alla vigilia di un nuovo calvario occupazionale.
“Io credo sia realistico credere che Kemet ci provi. Ma da qui a riuscirci…..”.
Se Kemet disattende la parte dell’accordo relativa agli impegni occupazionali, tutto il pattuito del 2008 è superato ?
“ Se ci si riferisce alla concessione edilizia, questa è condizionata all’accordo sindacale. Quindi se l’azienda non confermerà condizioni tali per cui il sindacato riconfermi la sua accettazione , l’intesa salta in tutti i suoi termini convenuti e si riapre il ‘tavolo di crisi’.”
In gioco quindi anche un importante ‘business’ per la Kemet?
“Va precisato che il Comune ha agito semplicemente per riqualificare un comparto del paese la cui espansione è tale da pretenderlo. San Lorenzo è uno storico polo residenziale di Sasso Marconi, cresciuto in modo disordinato per la forte spinta alla industrializzazione degli anni sessanta. Ora si punta a riportare il polo produttivo su Borgonuovo perché più funzionale e a riorganizzare tutta l’area compresa fra il nucleo storico di Sasso Marconi e quello di San Lorenzo”.
Quale futuro si debbono aspettare gli operai e gli impiegati della Kemet?
“Il prossimo 5 settembre ci sarà un consiglio comunale aperto cui parteciperanno l’assessore regionale alle attività produttive Giancarlo Muzzarelli e i segretari provinciali della Fiom Bruno Papignani e della Fim Marino Mazzini. In quella sede verranno prese le decisioni sul caso, come quella di riaprire il ‘tavolo di crisi’ se si rendesse necessario”.
Nessun commento:
Posta un commento