di Daniele Mattioli
“I numeri parlano chiaro: l’Appennino Bolognese è tra gli areali castanicoli più importanti dell’Emilia Romagna, ma serve un’ulteriore aggregazione tra tutti i produttori di castagne e marroni per continuare a crescere e rispondere alla richiesta sempre più elevata che arriva dal mercato, dove i consumatori riconoscono e apprezzano questi prodotti del territorio”.
È questo il messaggio
lanciato da Confagricoltura Bologna in occasione dell’evento “Noci e
frutta a guscio in Emilia-Romagna” tenutosi sabato 23 aprile a Palazzo
Re Enzo in occasione del Cibò, il Festival dei Sapori d’Italia.
I
Consorzi dei Castanicoltori dell’Appennino Bolognese, dell’Alto Reno
e di Castel del Rio hanno infatti prodotto oltre 4000 quintali
tra castagne e marroni nel 2021. Si tratta di volumi
rilevanti, anche se in calo del 43,60% rispetto al 2020.
“Purtroppo
la produzione dello scorso anno è stata colpita duramente dall’andamento climatico
sfavorevole, con i mesi estivi di totale siccità che hanno compromesso la
campagna - spiega Marco Carboni, membro del Consiglio di
Amministrazione del Consorzio Castanicoltori Appenino Bolognese - Siamo
però rimasti particolarmente soddisfatti per quanto riguarda la qualità delle
castagne e dei marroni, che è stata di altissimo livello. Le prospettive per il
futuro sono pertanto buone: c’è voglia di investire in questo comparto e di
migliorare ulteriormente ogni singolo dettaglio, produttivo e organizzativo,
per cercare di incrementare la produzione e promuovere la qualità espressa dai
nostri castagneti”.
Una
delle chiavi vincenti per raggiungere questo obiettivo è il ruolo dei Consorzi
e delle diverse realtà capaci di aggregare produzione e offerta.
“Mai
come in questo caso si può dire che è l’unione a fare la forza - commenta Claudio
Cervellati (nella foto), responsabile dell’Ufficio Forestazione di Confagricoltura
Bologna - Siamo fortunati, nella nostra Provincia, ad avere diversi
soggetti e tutti di grandissimo livello. I Consorzi hanno infatti la
grande capacità di aiutare i giovani e i piccoli agricoltori nella loro
crescita, fornendo tutte le conoscenze e gli strumenti necessari per poter
tramandare questa attività. Sarà importante quindi che questi rapporti possano
svilupparsi ulteriormente, continuando così quel percorso di crescita che pone
ancora una volta Bologna e l’Emilia Romagna ai primi posti a livello
nazionale”.
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