I lupi che stazionano nell’Appennino bolognese sono oltre settanta e si prevede che il numero aumenti fino a raggiungere le cento unità. Il dato è stato fornito dall’assessore provinciale alla caccia Gabriella Montera in risposta a una interrogazione del consigliere del PDL Giuseppe Sabbioni, sollecitata dai frequenti assalti dei lupi alle greggi di pecore . “La popolazione dei lupi è compresa fra i 70 e gli 80 capi, suddivisa in 12 famiglie di 4, 5, 6,7 unità ciascuna ed, eccezionalmente di 9 o 10”, ha risposto l’assessore. “L'area interessata dalla presenza dei lupi è di circa 1.600 chilometri quadrati ed ognuna delle 12 famiglie ne controlla mediamente 140. Gli esperti prevedono che la popolazione sia destinata ad aumentare fino a raggiungere le 100 unità, interessando così insediamenti di media e bassa montagna ed allargando il complesso del territorio fino a 2.200 chilometri quadrati”. L’assessore Montera ha poi precisato che la Provincia ha incaricato un esperto in biologia di insegnare agli allevatori come proteggere le greggi dai lupi. Viene consigliato di installare barriere di difesa, utilizzare cani per la guardia, ricoverare di notte pecore e agnellini, usare dissuasori acustici. La Montera ha poi sottolineato l'importanza del lupo quale ‘regolatore ecologico’, in quanto predatore di ungulati. L’interrogante ha replicato evidenziando come i lupi diano gravi danni alla pastorizia e ha auspicato che il fenomeno sia tenuto sotto controllo. Sul tema della presenza di animali selvatici interviene anche la Coldiretti che commenta: “L’agricoltura bolognese paga un tributo altissimo di danni ai raccolti per la presenza di animali selvatici aumentata a dismisura, presenza che ha portato anche alla diffusione preoccupante di parassiti come le zecche. La prima conseguenza è già l’abbandono delle aree più vulnerabili. Gli agricoltori non possono più permettersi di allevare animali destinati al divertimento di altri. Il capriolo nel 2009” , porta ad esempio la Coldiretti, “ ha procurato danni accertati per 91000 euro. Dal 2006 ad oggi sono quadruplicati”.
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