mercoledì 2 giugno 2010

I bambini adottano i bambini





I bambini delle scuole di Savigno, Zola Predosa e Riale si sono impegnati ad adottare, per classe, un bambino a distanza o a sostenere un progetto specifico per bambini, e, per raggiungere l’obiettivo, con grande entusiasmo hanno organizzato mercatini multietnici proponendosi nelle feste di paese, come a Savigno, e con la vendita delle torte preparate dalle famiglie nelle feste scolastiche, come quella di Zola Predosa in occasione della manifestazione ‘Primavera in piazza’. L’iniziativa fa parte del progetto ‘educazione alla mondialità’ che si propone tramite incontri con le scolaresche, di far riflettere sul fatto che tutti i bambini del mondo, siano essi europei, americani o di altro continente, hanno gli stessi diritti, così come previsto dalla Convenzione dell’ONU, di avere una famiglia e una casa, di avere un’identità, di vivere in condizioni dignitose, di essere amati, di avere un’educazione, di essere tutelati e vivere in pace. La riflessione porta a capire che purtroppo così non è e che ci sono ancora molti Paesi nei quali i bambini ‘non hanno un letto e non vanno a scuola’, come nota Asia, una delle bambine che hanno preso parte al progetto. “Camminando per le strade di una qualsiasi città o sedendo tra i banchi di una qualsiasi classe, sembra quasi che i concetti di mondialità e interculturalità debbano ormai essere dati per scontati”, precisa Marta Graziani dell’associazione internazionale Padre Kolbe cui è affidato il progetto. “Le differenze, dalla lingua alla cultura, dal cibo al modo di vestirsi, sono sotto gli occhi di tutti, ma troppo spesso la percezione della diversità rimane tale e non si trasforma in una vera consapevolezza della ricchezza e dell’impegno che questa comporta. L’idea di base del progetto è quella di mettere in contatto gli alunni con altre realtà per riconoscere e valorizzare le differenze e creare cultura, dialogo e solidarietà, accompagnando i bambini nella crescita del valore dell’interculturalità. L’attività prevede anche il coinvolgimento dei bambini in attività come imparare alcuni passi della ‘capoeira’, la danza tradizionale brasiliana. Educare alla mondialità significa anche educare alla solidarietà, cioè far capire ai bambini che questi problemi, anche se sembrano così lontani da noi, ci riguardano direttamente e che tutti noi possiamo fare qualcosa per venire incontro alle esigenze di chi ha più bisogno. Proprio per questo, a conclusione del percorso le classi sono state coinvolte direttamente in diverse iniziative a favore dei progetti dell’Associazione.

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