domenica 9 novembre 2025

Al Museo Ottocento di Bologna una personale per ricordare la «libera e ineffabile» Lea Colliva

 



di Carla Elvira Pedrazzi


È passato mezzo secolo dalla scomparsa della pittrice bolognese Lea Colliva, testimone di libera espressione artistica e di una stagione in cui la pittura femminile cercava un proprio linguaggio autonomo e appassionato. Una mostra al Museo Ottocento di Bologna celebra la sua figura e la sua opera, raccogliendo un’ampia selezione di dipinti, disegni e documenti che raccontano l’evoluzione di un’artista definita dai contemporanei «libera e ineffabile».

Nata nel 1901, Lea Colliva si formò all’Accademia di Belle Arti di Bologna sotto la guida di maestri come Alessandro Scorzoni e Domenico Ferri. Il suo percorso fu segnato dal fervore del “secolo breve” e da una ricerca continua di autenticità pittorica. La sua produzione attraversa vari momenti: dagli esordi più intimi e simbolisti alle prove più mature, in cui domina il colore, interpretato con slancio emotivo e libertà compositiva.


L’esposizione, curata da Francesca Sinigaglia, intende restituire al pubblico non solo l’opera pittorica, ma anche la dimensione umana dell’artista, fatta di relazioni, incontri e una costante tensione spirituale. Accanto ai quadri di paesaggio e ai ritratti, saranno presentate lettere e fotografie inedite provenienti dall’archivio di famiglia.

La mostra, che resterà aperta fino al 15 marzo, si accompagna a un catalogo ricco di testimonianze e contributi critici che approfondiscono la complessità della figura di Lea Colliva, restituendola come protagonista di una stagione artistica al femminile ancora tutta da riscoprire. 

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