La
Guardia di Finanza di Bologna ha scoperto una complessa frode milionaria legata
ai bonus edilizi, in particolare al Superbonus 110%, che ha coinvolto nove
condomìni del territorio del Nuovo Circondario Imolese.
L’indagine, condotta dai militari della Compagnia di Imola al termine di
approfonditi controlli, ha portato alla denuncia di sei persone e al sequestro
di beni – tra denaro, immobili e crediti fiscali – per un valore complessivo di
circa 9 milioni di euro.
Secondo
quanto emerso, una società incaricata di realizzare lavori di riqualificazione
energetica e messa in sicurezza sismica, per un importo complessivo di 21
milioni di euro, avrebbe simulato l’esecuzione di numerosi interventi
edilizi. Con la complicità di alcuni professionisti, sarebbero stati così
creati falsi crediti fiscali per circa 9 milioni di euro.
L’inchiesta
è partita dall’analisi della contabilità di cantiere – in particolare degli
stati di avanzamento lavori (SAL) e dei computi metrici – per verificare la
reale esecuzione delle opere. Con il supporto dell’Ufficio Tecnico del Nuovo
Circondario Imolese, i finanzieri hanno effettuato diverse ispezioni nei
cantieri, accertando che molti lavori non erano mai stati realizzati, oppure
erano stati eseguiti in tempi successivi alle asseverazioni necessarie per
ottenere lo sconto in fattura, così da beneficiare di aliquote più favorevoli.
La
documentazione esaminata è risultata in parte falsa e recante firme apocrife,
circostanza che ha permesso di ricostruire l’intero flusso finanziario e
creditizio generato dal sistema fraudolento. La società appaltatrice, dopo aver
formalmente ricevuto i crediti dai condomìni, li avrebbe ceduti a terzi per
monetizzarli.
Al termine
delle indagini, sei persone sono state denunciate alla Procura della
Repubblica di Bologna per truffa aggravata per il conseguimento di
erogazioni pubbliche (art. 640 bis c.p.), reato punito con la reclusione da
due a sette anni. Due degli indagati rispondono anche del reato di false
informazioni in asseverazioni tecniche (art. 119, comma 13-bis.1 del D.L.
34/2020), che prevede pene fino a cinque anni di carcere e multe fino a 100.000
euro.
Su richiesta
della Procura, il Giudice ha disposto provvedimenti cautelari per bloccare la
circolazione dei crediti fittizi e sequestrare i beni riconducibili al profitto
illecito. In totale sono stati sequestrati circa 9 milioni di euro, tra
crediti non ancora compensati, quote societarie, conti correnti e 46
immobili situati in Emilia-Romagna, Lombardia, Piemonte e Campania.
L’intervento
tempestivo delle Fiamme gialle ha inoltre impedito la creazione di ulteriori
crediti falsi per un valore stimato in 12 milioni di euro.
L’operazione
conferma l’impegno della Guardia di Finanza nella tutela della spesa pubblica e
del corretto impiego delle risorse statali, a garanzia che i fondi destinati ai
cittadini e alle imprese vengano utilizzati per finalità lecite e produttive.
La
diffusione del presente comunicato stampa è stata autorizzata dalla Procura
della Repubblica di Bologna ai fini dell’esercizio del diritto di cronaca,
nel rispetto della presunzione di innocenza degli indagati, che rimangono tali
fino a eventuale sentenza definitiva di condanna.

1 commento:
Ma vah.. che notizia confortante
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