mercoledì 19 novembre 2025

ARCA Appennino bolognese protagonista al Primo Congresso Nazionale per l’Appennino alla Camera dei Deputati

 



Riportiamo:


Con un forte senso di appartenenza territoriale, l’Associazione di Ricerche e Volontariato ARCA Appennino bolognese ha partecipato al Primo Congresso Nazionale per l’Appennino, ospitato a Roma nella prestigiosa sede della Camera dei Deputati. L’evento ha rappresentato un momento di rilievo istituzionale, riunendo rappresentanti nazionali di istituzioni, enti e associazioni impegnati nella tutela e nello sviluppo delle aree appenniniche.

La centralità dell’Appennino Emiliano

Uno degli aspetti più significativi del congresso è stato il ruolo assunto dall’Appennino Emiliano. Il dottor Enrico Della Torre e il sindaco Alessandro Santoni hanno offerto un contributo decisivo ai lavori, rappresentando con competenza l’intero arco territoriale appenninico.

In questo contesto, ARCA Appennino bolognese è stata l’unica associazione chiamata a rappresentare un’area circoscritta dell’Appennino bolognese. Pur essendo la realtà più piccola tra quelle presenti, ha ricevuto spazio e riconoscimento per illustrare la propria visione del territorio. L’intervento ha restituito un’immagine autentica dell’Appennino, osservato da chi lo vive e lo tutela ogni giorno. Un ringraziamento particolare è stato rivolto al dottor Della Torre e al sindaco Santoni per il sostegno e la collaborazione.

La missione di ARCA: rete, storia e sviluppo sostenibile

Il portavoce di ARCA, Fabio Righi, ha illustrato i pilastri della decennale attività dell’associazione.

Una rete di 1.500 collaboratori – ARCA non è solo un gruppo di ricerca, ma un punto di raccordo tra imprenditori, associazioni, professionisti e cittadini. Una comunità che, con circa 1.500 collaboratori attivi, alimenta e dà concretezza ai progetti sul territorio.

Un museo a cielo aperto – È stata proposta una visione dell’Appennino come crocevia millenario tra Emilia e Toscana: un territorio attraversato da civiltà diverse nell’arco di 11.000 anni. Le ricerche dell’associazione hanno permesso di catalogare circa 400 siti storici e naturalistici e oltre 150 aziende artigianali e agroalimentari, unendo storia, cultura e produzioni d’eccellenza.

La “Via del Ferro Etrusca”: la prima strada d’Occidente

Fulcro della proposta turistica presentata da ARCA è il progetto della Via del Ferro Etrusca, antica direttrice che 2.500 anni fa collegava l’Isola d’Elba a Spina, attraversando l’Appennino Bolognese.
Attorno a questo tracciato è stato costruito un Progetto Integrato su 14 pilastri, che comprende:

  • turismo sostenibile (Tour Archeologico in Treno, in collaborazione con Trenitalia);
  • turismo attivo (cammini trekking, Archeo Bike Tour, ippovie);
  • valorizzazione culturale (digitalizzazione 3D dei siti, sfilate in abiti etruschi);
  • sviluppo economico e collaborazioni con imprese locali;
  • iniziative editoriali.

Ambiente e salute: un appello alle istituzioni

Nel suo intervento, ARCA ha richiamato l’attenzione sul tema dell’inquinamento atmosferico in Pianura Padana, evidenziando il problema delle polveri sottili (PM₂.₅) e il pesante bilancio sanitario, stimato in circa 50.000 morti ogni anno nel Nord Italia.
Dal confronto è emersa la forte volontà degli amministratori di prendersi cura del territorio, pur tra difficoltà operative e limiti strutturali. Una situazione che evidenzia il ruolo complementare del volontariato e delle reti civiche nel supportare le istituzioni.

La Diplomazia della Memoria

ARCA ha inoltre presentato il progetto di Diplomazia della Memoria, guidato dal Comm. Guglielmo Martelli, volto a creare accordi di cooperazione con Ambasciate di Paesi tra cui Sudafrica, Brasile e India. La scelta nasce dal riconoscimento per il sacrificio dei loro soldati caduti sui crinali appenninici durante la Seconda guerra mondiale: un percorso definito come un “cammino di pace attivo”, per trasformare la memoria in collaborazione futura.

Un impegno condiviso per il futuro dell’Appennino

Il Congresso si è concluso con una riflessione comune: tutelare l’Appennino significa custodire memoria, paesaggio e futuro. Un impegno possibile solo attraverso la collaborazione tra istituzioni e comunità civiche, unite da una visione condivisa di sviluppo sostenibile e responsabilità territoriale.

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