A un anno
dall’insediamento dei nuovi organi di governo, l’Ente di gestione per le Aree
protette dell’Appennino bolognese presenta il rendiconto delle attività svolte
e dei progetti avviati per la tutela e la valorizzazione del patrimonio
naturale, sociale e turistico dei parchi.
Le aree
protette bolognesi coprono complessivamente 21.000 ettari, distribuiti tra i
territori del Corno alle Scale, dei Laghi Suviana e Brasimone, di
Monte Sole, dei Gessi bolognesi e Calanchi dell’Abbadessa, dell’Abbazia
di Monteveglio e del Contrafforte Pliocenico. L’insieme include 24
Siti di Interesse Comunitario (SIC), un’area geologica riconosciuta Patrimonio
dell’Umanità UNESCO, oltre a 500 chilometri di piste forestali e
sentieri. Ogni anno i parchi accolgono mediamente 20.000 studenti, 5.000
adulti accompagnati da guide ambientali escursionistiche e oltre 100.000
visitatori.
Il presidente dell’Ente, Tiberio Rabboni (nella foto), ha sottolineato come il bilancio del primo anno rifletta tre priorità strategiche:
“Innanzitutto
la necessità di reagire agli effetti del cambiamento climatico. Gli eventi
estremi degli ultimi anni hanno causato danni gravi agli habitat naturali: le
alluvioni hanno compromesso ecosistemi e infrastrutture, mentre la siccità ha
colpito duramente il patrimonio forestale, in particolare quello non autoctono.
Per questo abbiamo destinato tutte le risorse disponibili al ripristino delle
aree danneggiate, alla rigenerazione forestale e alla sicurezza antincendi.
La seconda priorità è l’ampliamento delle collaborazioni esterne: la tutela
della biodiversità diventa più efficace se condivisa con le realtà organizzate
della società civile.
Infine, stiamo promuovendo la valorizzazione sociale e turistica degli
immobili dismessi, restituendo vita e funzioni a strutture da tempo
inutilizzate.”
Interventi per la resilienza e la sicurezza ambientale
Tra i
principali progetti avviati figurano:
- il ripristino del sentiero
didattico di Rio Ramato a Monteveglio, danneggiato dall’alluvione;
- il finanziamento di due
interventi di sicurezza idraulica in Val di Zena, affidati ai Comuni
di San Lazzaro di Savena e Pianoro;
- la riqualificazione della
sentieristica al Corno alle Scale e la realizzazione di un anello
pedonale accessibile attorno al Laghetto Cavone;
- la sistemazione delle strade
di accesso al memoriale di Monte Sole e l’installazione di una pensilina
per i visitatori a Casaglia;
- la posa di nuove fornacelle
antincendio lungo le sponde del Lago di Suviana;
- tre interventi di rigenerazione
forestale per contrastare degrado e fitopatie nei boschi di abete
bianco del Corno alle Scale, nelle pinete di Suviana e nei castagneti
di Monte Sole;
- l’avvio di un progetto
pilota per il coordinamento degli interventi antincendio, in
collaborazione con Vigili del Fuoco, gestori dei servizi idrici, elettrici
e della viabilità.
Nuove collaborazioni e sinergie territoriali
Nel 2025
sono stati siglati nuovi accordi con:
- la Fondazione Banca del
Monte di Bologna e Ravenna, per un programma triennale di sostegno a
progetti condivisi;
- l’Accademia Nazionale
dell’Agricoltura, per la riqualificazione dei castagneti abbandonati;
- Bologna Welcome, per
la creazione di pacchetti turistici dedicati alle aree protette;
- l’Università per Adulti
“Primo Levi”, per lezioni e visite tematiche;
- URCA, per
il recupero di fauna selvatica ferita nei parchi;
- l’ASD Corno alle Scale Bike,
per la realizzazione di una rete di percorsi MTB a Lizzano in Belvedere;
- le organizzazioni agricole
bolognesi, per un confronto periodico sulle pratiche di gestione sostenibile.
Tali
collaborazioni si aggiungono alle partnership consolidate con il CAI Bologna
e le Guardie Ecologiche Volontarie.
Recupero e valorizzazione del patrimonio edilizio
Sul fronte
del recupero immobiliare, l’Ente ha avviato:
- la riattivazione del Rifugio
Cottede di Castiglione dei Pepoli, con una procedura per l’affidamento
della gestione a soggetti del Terzo Settore;
- la valorizzazione di due
immobili adiacenti al Museo del Bosco del Poranceto (Camugnano), da
destinare, in accordo con l’Unione dei Comuni e l’amministrazione locale,
a strutture di ospitalità turistica;
- la trasferibilità dell’ex
foresteria di Settefonti (Ozzano) al Comune, che potrà adibirla a sede
per associazioni locali di carattere sociale, culturale, ambientale e
ricreativo.
Conclude
Rabboni:
“Il nostro
obiettivo è far vivere i parchi non solo come luoghi di tutela ambientale, ma
anche come spazi di partecipazione, educazione e sviluppo sostenibile, capaci
di coniugare conservazione e fruizione responsabile.”
2 commenti:
E' più che comprovato che il cambio climatico, non esiste, si sono vergognati per averlo prima chiamato riscaldamento globale, poi cambio climatico. Come vedete serve solo per fare avere soldi a gente che non ha mestiere ma bisogna mantenerla perchè così vuole sua maestà.
Forse sua "maestà" non sa quello che serve, sa quello che torna utile?
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