mercoledì 5 novembre 2025

Bilancio delle aree protette bolognesi : più risorse per conservazione, fruizione e resilienza al cambiamento climatico



A un anno dall’insediamento dei nuovi organi di governo, l’Ente di gestione per le Aree protette dell’Appennino bolognese presenta il rendiconto delle attività svolte e dei progetti avviati per la tutela e la valorizzazione del patrimonio naturale, sociale e turistico dei parchi.

Le aree protette bolognesi coprono complessivamente 21.000 ettari, distribuiti tra i territori del Corno alle Scale, dei Laghi Suviana e Brasimone, di Monte Sole, dei Gessi bolognesi e Calanchi dell’Abbadessa, dell’Abbazia di Monteveglio e del Contrafforte Pliocenico. L’insieme include 24 Siti di Interesse Comunitario (SIC), un’area geologica riconosciuta Patrimonio dell’Umanità UNESCO, oltre a 500 chilometri di piste forestali e sentieri. Ogni anno i parchi accolgono mediamente 20.000 studenti, 5.000 adulti accompagnati da guide ambientali escursionistiche e oltre 100.000 visitatori.

Il presidente dell’Ente, Tiberio Rabboni (nella foto), ha sottolineato come il bilancio del primo anno rifletta tre priorità strategiche:

“Innanzitutto la necessità di reagire agli effetti del cambiamento climatico. Gli eventi estremi degli ultimi anni hanno causato danni gravi agli habitat naturali: le alluvioni hanno compromesso ecosistemi e infrastrutture, mentre la siccità ha colpito duramente il patrimonio forestale, in particolare quello non autoctono. Per questo abbiamo destinato tutte le risorse disponibili al ripristino delle aree danneggiate, alla rigenerazione forestale e alla sicurezza antincendi.
La seconda priorità è l’ampliamento delle collaborazioni esterne: la tutela della biodiversità diventa più efficace se condivisa con le realtà organizzate della società civile.
Infine, stiamo promuovendo la valorizzazione sociale e turistica degli immobili dismessi, restituendo vita e funzioni a strutture da tempo inutilizzate.”

Interventi per la resilienza e la sicurezza ambientale

Tra i principali progetti avviati figurano:

  • il ripristino del sentiero didattico di Rio Ramato a Monteveglio, danneggiato dall’alluvione;
  • il finanziamento di due interventi di sicurezza idraulica in Val di Zena, affidati ai Comuni di San Lazzaro di Savena e Pianoro;
  • la riqualificazione della sentieristica al Corno alle Scale e la realizzazione di un anello pedonale accessibile attorno al Laghetto Cavone;
  • la sistemazione delle strade di accesso al memoriale di Monte Sole e l’installazione di una pensilina per i visitatori a Casaglia;
  • la posa di nuove fornacelle antincendio lungo le sponde del Lago di Suviana;
  • tre interventi di rigenerazione forestale per contrastare degrado e fitopatie nei boschi di abete bianco del Corno alle Scale, nelle pinete di Suviana e nei castagneti di Monte Sole;
  • l’avvio di un progetto pilota per il coordinamento degli interventi antincendio, in collaborazione con Vigili del Fuoco, gestori dei servizi idrici, elettrici e della viabilità.

Nuove collaborazioni e sinergie territoriali

Nel 2025 sono stati siglati nuovi accordi con:

  • la Fondazione Banca del Monte di Bologna e Ravenna, per un programma triennale di sostegno a progetti condivisi;
  • l’Accademia Nazionale dell’Agricoltura, per la riqualificazione dei castagneti abbandonati;
  • Bologna Welcome, per la creazione di pacchetti turistici dedicati alle aree protette;
  • l’Università per Adulti “Primo Levi”, per lezioni e visite tematiche;
  • URCA, per il recupero di fauna selvatica ferita nei parchi;
  • l’ASD Corno alle Scale Bike, per la realizzazione di una rete di percorsi MTB a Lizzano in Belvedere;
  • le organizzazioni agricole bolognesi, per un confronto periodico sulle pratiche di gestione sostenibile.

Tali collaborazioni si aggiungono alle partnership consolidate con il CAI Bologna e le Guardie Ecologiche Volontarie.

Recupero e valorizzazione del patrimonio edilizio

Sul fronte del recupero immobiliare, l’Ente ha avviato:

  • la riattivazione del Rifugio Cottede di Castiglione dei Pepoli, con una procedura per l’affidamento della gestione a soggetti del Terzo Settore;
  • la valorizzazione di due immobili adiacenti al Museo del Bosco del Poranceto (Camugnano), da destinare, in accordo con l’Unione dei Comuni e l’amministrazione locale, a strutture di ospitalità turistica;
  • la trasferibilità dell’ex foresteria di Settefonti (Ozzano) al Comune, che potrà adibirla a sede per associazioni locali di carattere sociale, culturale, ambientale e ricreativo.

Conclude Rabboni:

“Il nostro obiettivo è far vivere i parchi non solo come luoghi di tutela ambientale, ma anche come spazi di partecipazione, educazione e sviluppo sostenibile, capaci di coniugare conservazione e fruizione responsabile.”

 

2 commenti:

  1. E' più che comprovato che il cambio climatico, non esiste, si sono vergognati per averlo prima chiamato riscaldamento globale, poi cambio climatico. Come vedete serve solo per fare avere soldi a gente che non ha mestiere ma bisogna mantenerla perchè così vuole sua maestà.

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    1. Forse sua "maestà" non sa quello che serve, sa quello che torna utile?

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