Riportiamo:
Con un forte
senso di appartenenza territoriale, l’Associazione di Ricerche e Volontariato
ARCA Appennino bolognese ha partecipato al Primo Congresso Nazionale per
l’Appennino, ospitato a Roma nella prestigiosa sede della Camera dei
Deputati. L’evento ha rappresentato un momento di rilievo istituzionale,
riunendo rappresentanti nazionali di istituzioni, enti e associazioni impegnati
nella tutela e nello sviluppo delle aree appenniniche.
La centralità dell’Appennino Emiliano
Uno degli
aspetti più significativi del congresso è stato il ruolo assunto dall’Appennino
Emiliano. Il dottor Enrico Della Torre e il sindaco Alessandro
Santoni hanno offerto un contributo decisivo ai lavori, rappresentando con
competenza l’intero arco territoriale appenninico.
In questo
contesto, ARCA Appennino bolognese è stata l’unica associazione chiamata
a rappresentare un’area circoscritta dell’Appennino bolognese. Pur essendo la
realtà più piccola tra quelle presenti, ha ricevuto spazio e riconoscimento per
illustrare la propria visione del territorio. L’intervento ha restituito
un’immagine autentica dell’Appennino, osservato da chi lo vive e lo tutela ogni
giorno. Un ringraziamento particolare è stato rivolto al dottor Della Torre e
al sindaco Santoni per il sostegno e la collaborazione.
La missione di ARCA: rete, storia e sviluppo
sostenibile
Il portavoce
di ARCA, Fabio Righi, ha illustrato i pilastri della decennale attività
dell’associazione.
Una rete di
1.500 collaboratori – ARCA non è solo un gruppo di ricerca, ma un punto
di raccordo tra imprenditori, associazioni, professionisti e cittadini. Una
comunità che, con circa 1.500 collaboratori attivi, alimenta e dà concretezza
ai progetti sul territorio.
Un museo a
cielo aperto – È stata proposta una visione dell’Appennino come
crocevia millenario tra Emilia e Toscana: un territorio attraversato da civiltà
diverse nell’arco di 11.000 anni. Le ricerche dell’associazione hanno permesso
di catalogare circa 400 siti storici e naturalistici e oltre 150
aziende artigianali e agroalimentari, unendo storia, cultura e produzioni
d’eccellenza.
La “Via del Ferro Etrusca”: la prima strada
d’Occidente
Fulcro della
proposta turistica presentata da ARCA è il progetto della Via del Ferro
Etrusca, antica direttrice che 2.500 anni fa collegava l’Isola d’Elba a
Spina, attraversando l’Appennino Bolognese.
Attorno a questo tracciato è stato costruito un Progetto Integrato su 14
pilastri, che comprende:
- turismo sostenibile (Tour
Archeologico in Treno, in collaborazione con Trenitalia);
- turismo attivo (cammini
trekking, Archeo Bike Tour, ippovie);
- valorizzazione culturale
(digitalizzazione 3D dei siti, sfilate in abiti etruschi);
- sviluppo economico e
collaborazioni con imprese locali;
- iniziative editoriali.
Ambiente e salute: un appello alle istituzioni
Nel suo
intervento, ARCA ha richiamato l’attenzione sul tema dell’inquinamento
atmosferico in Pianura Padana, evidenziando il problema delle polveri
sottili (PM₂.₅) e il pesante bilancio sanitario, stimato in circa 50.000
morti ogni anno nel Nord Italia.
Dal confronto è emersa la forte volontà degli amministratori di prendersi cura
del territorio, pur tra difficoltà operative e limiti strutturali. Una
situazione che evidenzia il ruolo complementare del volontariato e delle reti
civiche nel supportare le istituzioni.
La Diplomazia della Memoria
ARCA ha
inoltre presentato il progetto di Diplomazia della Memoria, guidato dal
Comm. Guglielmo Martelli, volto a creare accordi di cooperazione con
Ambasciate di Paesi tra cui Sudafrica, Brasile e India. La scelta nasce dal
riconoscimento per il sacrificio dei loro soldati caduti sui crinali
appenninici durante la Seconda guerra mondiale: un percorso definito come un “cammino
di pace attivo”, per trasformare la memoria in collaborazione futura.
Un impegno condiviso per il futuro dell’Appennino
Il Congresso si è concluso con una riflessione comune: tutelare l’Appennino significa custodire memoria, paesaggio e futuro. Un impegno possibile solo attraverso la collaborazione tra istituzioni e comunità civiche, unite da una visione condivisa di sviluppo sostenibile e responsabilità territoriale.
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