lunedì 24 novembre 2025

La campagna nazionale contro le spese militari e l’austerità fa tappa a Porretta Terme il 26 novembre 2025

 


di Dante Franchi


La mobilitazione nazionale contro l’aumento delle spese militari e le politiche di austerità arriva a Porretta Terme il 26 novembre. Al centro della protesta c’è la nuova Legge di Bilancio, definita dagli organizzatori “un manifesto di ingiustizia sociale”.

Secondo i promotori, dietro la retorica della responsabilità e della crescita si nasconde una scelta politica chiara: aumentare i fondi destinati alla difesa mentre sanità, scuola, welfare e lavoro subiscono un continuo indebolimento. La spesa per il riarmo ha superato i 32 miliardi di euro, con un incremento di oltre il 20% rispetto alle due precedenti manovre. Nel 2026 arriverà a 32,4 miliardi, segnando una crescita complessiva del 63,8% in dieci anni.

A questi numeri si aggiungono i 14,9 miliardi previsti dal fondo europeo SAFE per il triennio 2026-2028, anch’essi destinati agli armamenti. Una voce che, non comparendo nel DdL Bilancio, rischia – secondo gli organizzatori – di tradursi in ulteriori tagli al welfare per mantenere il deficit sotto la soglia del 3% del PIL.

La manovra del governo, dal valore complessivo di 18,5 miliardi, genera un deficit di meno di 800 milioni: un impianto considerato tra i più restrittivi della storia repubblicana. Nove miliardi derivano da tagli diretti alla spesa pubblica, mentre non è previsto alcun contributo straordinario da banche e assicurazioni. Al contrario, gli istituti di credito potranno beneficiare di un’aliquota ridotta al 27,5% sugli extraprofitti, nonostante utili bancari oltre i 50 miliardi nel 2024.

Alle imprese sono destinati 8 miliardi nel triennio, mentre non è previsto alcun adeguamento dei salari all’inflazione. Crescono invece le imposte indirette, per un totale di quasi 5 miliardi, con la pressione fiscale che nel 2025 sale dal 41,4% al 42,6% del PIL: un aggravio valutato in 50 miliardi di euro, che pesa soprattutto su lavoratori, lavoratrici e pensionati.

La riduzione dell’aliquota Irpef dal 35 al 33% favorisce soprattutto i redditi medio-alti, tra 50.000 e 200.000 euro l’anno. Per i redditi più bassi il beneficio è giudicato marginale, mentre i bonus familiari restano modesti e non progressivi. La quinta rottamazione delle cartelle esattoriali costerà circa 1 miliardo allo Stato, cifra che – denunciano i promotori – sarà compensata con nuovi tagli o aumenti di tasse per i contribuenti in regola.

Sul fronte degli investimenti pubblici, la spesa si ferma al 3,4% del PIL, proprio mentre si avvia all’esaurimento la spinta del PNRR. Particolarmente critico il quadro della sanità: la spesa scende al 6,3% del PIL, ben sotto il 7,5% del 2021 e al di sotto della soglia raccomandata dall’OMS. L’aumento previsto non supera il 3%, risultando di fatto un taglio reale.

Infine, la manovra incentiva fiscalmente il ricorso ai fondi pensione privati per i nuovi assunti, un orientamento che secondo gli organizzatori spinge ulteriormente verso la privatizzazione del sistema previdenziale.

La campagna nazionale è promossa da Disarma e sostenuta da un ampio fronte di intellettuali, economisti, esponenti del mondo accademico e figure pubbliche, tra cui:
Piergiorgio Ardeni, Pino Arlacchi, Elena Basile, Piero Bevilacqua, Maria Luisa Boccia, Ginevra Bompiani, Alberto Bradanini, Alberto Burgio, Luigi de Magistris, Roberta De Monticelli, Angelo d’Orsi, Monica Di Sisto, Stefano Fassina, Francesca Fornario, Carlo Galli, Domenico Gallo, Alfonso Maurizio Iacono, Francesco Sylos Labini, Marina Lalatta Costerbosa, Raniero La Valle, Lea Melandri, Luisa Morgantini, Piergiorgio Odifreddi, Moni Ovadia, Giovanni Ricchiuti, Paolo Rossi, Vauro, Alessandro Volpi, Massimo Wertmüller, Alex Zanotelli.

5 commenti:

Anonimo ha detto...

che zecche.

Anonimo ha detto...

Becera ignoranza. Se vogliamo salvarci e vivere in pace dobbiamo aumentare la spesa militare. Altrimenti soccombiamo e altri piu potenti detterranno le regole.

Anonimo ha detto...

Guarda che i più potenti già dettano le regole, sono quelle famiglie della nobiltà nera che governamo l'Europa e danno tutti quei bei consigli-ordini alle nazioni e alle persone come te, presto ti manderanno in guerra, te o i tuoi figli, per questo non bisogna riarmarsi, per difendere cosa? Vuoi morire per l'Unione Europea? Accomodati ma non rompere le balle a chi ha capito come funziona il gioco della guerra COME PULIZIA DEL MONDO.

Anonimo ha detto...

Per fortuna siete una minoranza che non conta niente. E visto che non siete niente sono solo parole,parole,parole......

Anonimo ha detto...

la nobiltà nera lavora nel PD.