mercoledì 5 giugno 2024

Il grido d’allarme degli operatori agricoli dell’Appennino

 La Crisi dell’agricoltura nell’Appennino: “giovani imprenditori esasperati e  demoralizzati. Totale indifferenza delle amministrazioni comunali,  degli enti preposti e delle associazioni di  categoria”.


Le esigenze dell'imprenditoria agricola appenninica sono state riportate dal presidente dell’Associazione Mela Rosa Romana dell’Appennino, Dario Mingarelli, che scrive:   

Il recente incontro  presso la Proloco di Lagaro ha rappresentato un successo significativo. Delle 160 aziende contattate, una cinquantina di imprenditori agricoli hanno partecipato attivamente al convegno, con circa trenta interventi diretti da parte degli interessati e altrettante e-mail ricevute, in cui hanno descritto le difficoltà incontrate e proposto suggerimenti e idee. 

Questa iniziativa è stata concepita principalmente per dare voce ai giovani imprenditori dell'Appennino Tosco-Emiliano, permettendo loro di indicare ciò che è necessario per lavorare in condizioni ottimali. 

Nei giorni successivi abbiamo redatto una sintesi delle problematiche riscontrate, rivolta agli amministratori e ai responsabili del territorio, con l’obiettivo di tutelare e rilanciare il settore agricolo in Appennino. Questi sono i primi passi verso una direzione corretta, fondata sulle esigenze espresse da chi vive e lavora sul territorio, rappresentando la voce più autorevole. 

L'ascolto dei giovani imprenditori, ormai esasperati e totalmente demoralizzati, (in certi casi al punto da considerare la chiusura delle proprie aziende), ci causa grande preoccupazione e amarezza. La totale indifferenza da parte di molte amministrazioni comunali, enti preposti e associazioni di categoria è una vergogna inaccettabile. 

Gli agricoltori in Italia sono la linfa vitale del territorio; i loro prodotti sono tra i più apprezzati al mondo e il loro lavoro è essenziale per la cura e la tutela del territorio. Vedere questa categoria messa in crisi da politiche insensate è un atto di follia che non dobbiamo assolutamente ignorare. Dobbiamo sostenere e aiutare le nostre aziende agricole. 

A breve invieremo il rapporto a tutti i comuni, enti e associazioni di categoria, chiedendo una risposta tempestiva su cosa intendano fare per attuare i consigli e le proposte degli imprenditori agricoli e avviare un dialogo costruttivo per la tutela di questo settore vitale.

  

Le criticità emerse durante il Convegno di Lagaro: 

1.  Eccesso di regolamentazione: leggi e regolamenti che soffocano le iniziative nel settore e bloccano le microeconomie.

2. Burocrazia complessa: procedure amministrative eccessivamente intricate che rallentano i processi di sviluppo e recupero territoriale.

3. Problemi specifici del settore agricolo: norme troppo restrittive su potatura degli alberi, allevamento zootecnico e gestione della fauna selvatica che penalizzano i piccoli produttori.


Gli imprenditori agricoli dell’Appennino Tosco-Emiliano avanzano le seguenti proposte per ripristinare l'equilibrio territoriale, socio-economico e ambientale:

 

1. Semplificazione delle Procedure Tecnico Amministrative:

   - Ridurre le leggi e normative per facilitare il riutilizzo e la valorizzazione dei territori abbandonati.

   - Costituire un "Distretto per lo Sviluppo Territoriale Sostenibile delle Cordigliere Appenniniche". 

2. De-carbonizzazione ponderata e ragionata

   - Promuovere pratiche di riduzione delle emissioni di CO2 e incentivare l'uso di energie rinnovabili. 

3. Ripopolamento delle Aree Montane

   - Sviluppare una politica territoriale "locale" che integri finanza, innovazione, formazione e marketing dei prodotti locali.

   - Coinvolgere enti non-profit come l'Accademia Nazionale dell'Agricoltura per avviare progetti di sviluppo sostenibile. 

4. Utilizzo di Tecnologie Avanzate

   - Promuovere tecnologie digitali e intelligenza artificiale per incentivare progetti di riconversione agricola sostenibile.

   - Incentivare l’efficientamento energetico attraverso l'uso di energie alternative. 

5. Inclusività e Valorizzazione del Turismo

   - Impiegare fasce sociali deboli e pensionati in progetti agricoli per una politica solidaristica e umanitaria.

   - Valorizzare il patrimonio naturale, storico ed enogastronomico delle aree appenniniche.


Proposte Specifiche agli Enti Locali 

1. Sovranità Alimentare

   - Permettere agli imprenditori agricoli di operare con maggiore discrezionalità nel rispetto del processo produttivo agroalimentare. 

2. Snellimento Burocratico

   - Creare Uffici Tecnici nei Comuni per semplificare le procedure burocratiche.

   - Istituire uno Sportello Unico per facilitare le autorizzazioni per nuovi impianti di energia da fonti rinnovabili. 

Conclusione: 

Questa proposta mira a promuovere il recupero e lo sviluppo sostenibile del territorio appenninico, favorendo un’interazione virtuosa tra ambiente, economia e equità sociale. Richiede il coinvolgimento attivo di tutti gli attori locali, inclusi enti, istituzioni, comunità montane, Chiesa, imprese e accademici, per realizzare una transizione ecologica integrata e sostenibile.

8 commenti:

Anonimo ha detto...

Il punto 2 e il punto 4 sono la prova che : o non avete capito o siete uguali a quelli che ci comandano dalla Regione.

Dubbio ha detto...

https://www.italiaoggi.it/news/ambiente-coldiretti-il-28-del-territorio-italiano-a-rischio-desertificazione-202406051055389746

Dubbio ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Anonimo ha detto...

norme troppo restrittive su potatura degli alberi

Mi sfugge la relazione tra i limiti alle potatute barbare, di fatto delle capitozzature, che si notano in giro e i problemi che cio' potrebbe comportare alle aziende agricole.

Supponiao pure che intorno all'azienda agricola ci possano essere degli alberi.
Supponiamo pure di arrivare all'extrema ratio, gli agricoltori/allevatori sono liberi addirittura di abbatterli (la potatura massima).
Tutto questo come cambierebbe la situazione economica delle relative aziende?

Anonimo ha detto...

Difficile dire l'effetto di tutte quelle supposte...

Anonimo ha detto...

Sicuramente la burocrazia per i contributi e' soffocante e troppo complicata (questo vale per molte altre categorie). Pensare comunque anche a quelli ai quali gli aiuti non arrivano MAI come gli agricoltori hobbisti, anche loro mantengono il territorio ma per regione, comuni, UE sono degli invisibili.

Anonimo ha detto...

Non li definirei Hobbisti, sono in realtà persone RESISTENTI alla schifosa società imposta forzatamente nella direzione del digitale estremo, vogliono salvare la loro salute, a loro integrità animica, i loro figli dalle intromissioni del'SSN (le esse esse). Non si aspettano di essere aiutati, vogliono essere lasciati in pace.

Anonimo ha detto...

@ 16:45: condensando in due parole dei perfetti disagiati.