Vergato ha celebrato nella mattinata di sabato 12
luglio 2025 il centenario del Monumento ai Caduti, inaugurato esattamente cento
anni fa, il 12 luglio 1925, da S.A.R. Umberto di Savoia. Il monumento, simbolo
di riconoscenza ai 125 concittadini caduti nella Prima Guerra Mondiale,
rappresenta un tributo a tutti coloro che hanno sacrificato la propria vita per
la patria.
La cerimonia ha rappresentato un intenso momento di
memoria collettiva, con una nutrita partecipazione di cittadini, autorità
civili e militari, associazioni d’arma e realtà del volontariato, provenienti
da tutta l’area metropolitana e oltre.
Ad aprire l’evento è stato
l’intervento dello storico Tiberio Collina, che ha coinvolto i presenti con
un’approfondita narrazione delle origini e del significato del monumento. A
seguire, la deposizione della corona d’alloro ai piedi della monumentale opera
ha sancito il momento commemorativo.
Il sindaco di Vergato, Giuseppe Argentieri, ha ricordato nel suo discorso il dramma della Prima Guerra Mondiale, definita da Papa Benedetto XV “un’inutile strage”. “Due liste di caduti bastano e avanzano – ha detto –. Dobbiamo ricordare per non ripetere gli errori del passato”. Un appello alla memoria come strumento per la costruzione di un futuro di pace.
A portare il saluto della Casa Savoia è stato il Generale di Corpo d’Armata Antonio De Vita, in rappresentanza di Emanuele Filiberto di Savoia. “Un popolo senza memoria è un popolo senza futuro” – ha dichiarato – invitando a riflettere sul sacrificio dei giovani che hanno contribuito a costruire l’Italia di oggi.
I discorsi istituzionali si sono conclusi con la lettura del messaggio del Ministro della Difesa, Guido Crosetto, affidata al Vicesindaco Stefano Pozzi. A chiudere la cerimonia, la benedizione del parroco don Franco Lodi, che ha rivolto un pensiero ai conflitti ancora in corso nel mondo e ha esortato a non smettere di cercare la pace e il dialogo.
Alla cerimonia hanno preso parte:
·
per
le autorità civili e militari: il Tenente Colonnello Bosi del Comando Militare
Regionale, il Comandante della Compagnia Carabinieri Paolo Monticelli, il
Comandante della Tenenza della Guardia di Finanza Giovanni Bettinelli, il
Comandante del Posto Polfer di Porretta Terme Massimo Minerva, i sindaci di
Marzabotto, Grizzana Morandi, Monzuno e San Benedetto Val di Sambro, le forze
dell’ordine dell’area metropolitana e la Polizia Locale di Vergato;
·
per
le associazioni d’arma e combattentistiche: il Gruppo Alpini di Vergato, le
sezioni dell’Associazione Nazionale Carabinieri di Vergato e Savigno,
l’Associazione Paracadutisti, l’Associazione Bersaglieri di Bologna e il
Presidente dell’Associazione Nastro Azzurro;
·
per
il volontariato: la Delegazione della Croce Rossa Italiana di Vergato, Auser
Vergato e diversi rappresentanti locali.
A scandire la cerimonia, le note del
Complesso Bandistico “Giuseppe Verdi” di Riola, che ha eseguito brani solenni e
commemorativi, in perfetta sintonia con lo spirito dell’evento.
Per l’occasione è stata allestita una
mostra lungo via Don Giorgio Pederzini, con materiale storico e fotografico,
grazie al contributo del Museo Italiano della Guerra di Rovereto,
dell’Associazione Storico-Culturale Linea Gotica Tolè e dei collezionisti
locali Palmieri, Bettocchi e Mori, ai quali l’amministrazione comunale ha
rivolto un sentito ringraziamento.
“L’Amministrazione comunale di
Vergato – si legge nella nota conclusiva – ringrazia tutte le associazioni, i
volontari, le forze dell’ordine e le autorità civili e militari per aver
contribuito a rendere questo anniversario un autentico momento di comunità. Il
Monumento ai Caduti, da cento anni, ci ricorda che la memoria è un dovere
collettivo e la pace una responsabilità di tutti. Vergato continuerà a
custodire questo valore con gratitudine verso chi ci ha preceduto e con
speranza verso chi verrà”.


3 commenti:
Forse qualcuno ricorderà che tanti anni fa, subito dopo la guerra, ci fu un referendum dove si contrapponevano Monarchia e Repubblica. Nella bella giornata di sabato dove si ricordava il centenario del monumento ai nostri caduti devo dire che, da vecchio alpino, mi sono sentito a disagio nel vedere un Generale che ha prestato giuramento di fedeltà alla Repubblica sia presente in rappresentanza di un erede di casa Savoia. Lui se vuole può rappresentare chi vuole, ma non si fa chiamare Generale e si toglie il basco militare, simbolo del nostro Esercito.
Inopportuno anche l’invito a Casa Savoia: sabato non si è celebrato il centenario di una Impresa a conduzione famigliare dove al posto del vecchio Agnelli o Brambilla adesso c’è il nipote. Il Re era in rappresentanza della Nazione, adesso i rappresentanti sono altri.
Ma gli astanti c'erano? Si vedono solo rappresentanze varie con bandiere, gonfaloni e gagliardetti oltre ai bandisti naturalmente
Quanta Retorica dobbiamo ancora sopportare. "Nell'anniversario del conflitto mondiale papa Benedetto XV definisce la prima guerra una “orrenda carneficina che disonora l'Europa”. Ha condannato l'odio generato dal nazionalismo e dall'imperialismo, il “sacro egoismo” diventato “legge suprema”, il progresso tecnologico degli armamenti, la creazione di ordigni capaci di distruggere intere città."
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