giovedì 19 ottobre 2023

A chi compete la messa in sicurezza dei corsi d'acqua


 

E’ ancora vigente la norma che la pulizia e la messa in sicurezza dei corsi d’acqua privi di arginatura è a carico dei proprietari frontisti come impone un Regio Decreto del 1904 ? E’ la domanda che il consigliere regionale Marco Mastacchi ( nella foto) ha chiesto alla Giunta, alla notizia che la Regione starebbe rispolverando appunto il Regio Decreto per addossare ai privati la manutenzione degli alvei.

Mastacchi nella sua presentazione ricorda che fino ad ora agire in aree demaniali, come sono appunto i corsi d’acqua, porta a pesanti contravvenzioni e che in molti casi la messa in sicurezza richiede interventi tali da non poter essere addossati ai singoli  frontisti. Il consigliere chiede quindi se la Giunta sia intenzionata a prevedere deroghe a tale normativa in considerazione dei devastanti e straordinari eventi  del maggio scorso.

All’interrogativo ha risposto l’assessore regionale Andrea Corsini che, a parziale smentita delle affermazioni di Mastacchi,  ha ricordato che da dieci anni è possibile al singolo intervenire in aree demaniali previa richiesta all’ente pubblico di riferimento  e senza utilizzare mezzi operativi ( Ndr: e qui si spiega la scarsità di richieste: si pretende che si sgombrino i siti da tronchi e ramaglie ‘a spalla’ e i corsi d’acqua non sono mai in posizioni agevoli). L’assessore ha assicurato che tutte le necessità di risistemazione sui corsi d’acqua sono stati riportati al Commissario Figliolo perché  li inserisca nell’elenco dei prossimi interventi e che comunque la finalità della legge è quella di chiedere ai privati di ‘concorrere a un efficace presidio territoriale’. Mastacchi si è detto parzialmente soddisfatto:  ha apprezzato l’aver agito per la soluzione di tutti i dissesti dei corsi d’acqua in atto, ma ha lamentato la poca chiarezza legislativa che disciplina la materia e ha auspicato un più chiaro quadro normativo che organizzi e delimiti con certezza l’importante tematica, da individuare con un prossimo esame consigliare. (ndr: la regione Toscana, amministrativamente gemella dell’Emilia Romagna, ha affidato tutta la materia ai consorzi territoriali addebitando i costi alla fiscalità generale. D’altronde un interesse generale va a carico dell’intera collettività).

Stesso indirizzo per la viabilità comunale: si affibbierebbe ai frontisti la pulizia delle sponde e persino delle scoline. Un bello scaricabarile, anche perché le scoline fanno parte integrante della strada e sono proprietà del Comune, come pure gli arbusti e i rami che insistono sul corso stradale. E ci sarà da ridere perché c’è chi sarà ligio e chi no e i fronti stradali saranno puliti a pezzi in tempi diversi a seconda di quando il singolo frontista riterrà o avrà la possibilità di provvedere. Inoltre si apre un interrogativo, chi ha la sventura di essere il frontista di una strada comunale deve assumersi un onere che non ha chi è frontista di una strada provinciale o statale. Siamo figli di madri diverse? Se i frontisti sono responsabili delle sponde, lo dovranno essere per tutte le strade. Quindi, altro interrogativo: se i frontisti debbono provvedere alla pulizia spondale delle vie, Anas e Città Metropolitana stanno sperperando denaro pubblico in una operazione che loro non dovrebbe competere. Infine la considerazione più amara: il controllo sull’applicazione dell’obbligo dei frontisti richiederà la costatazione di negligenze che comporteranno ammende e ciò renderebbe per il Comune un doppio vantaggio: si toglie un obbligo che fino ad ora ha sostenuto e in più incassa contravvenzioni: come si suol dire, due piccioni con una fava. Anche in questo caso vale il principio della Regione Toscana: le operazioni di interesse generale le assolve l’ente preposto e gli onori sono a carico della fiscalità generale in quanto le strade sono utilizzate dall’intera collettività, non solo dai frontisti.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

È una vergogna
Una volta ero un pescatore ed era piacevole e rilassante passare una giornata tranquilla in fiume che già iniziava a soffrire di mancanze di manutenzione e di pulizia
Negli ultimi anni sempre peggio addirittura la maggior parte dei tratti fluviali a Sasso Marconi non sono neanche più raggiungibili a causa di tronchi abbattuti dalle piene, vegetazione cresciuta e non gestita da parte degli Enti preposti, sporcizia , montagne di rifiuti , un degrado vergognoso
Che tristezza …

Anonimo ha detto...

Solito scaricabarile delle istituzioni. Tanto anche se toccasse alla Regione (e gli toccava) non farebbero nulla, pur avendo la disponibilità (vedi maggio scorso).

Anonimo ha detto...

Ma ad esempio il Rio Bacchio a Vado che è esondato facendo danni che scende da una impervia montagna per kilometri e kilometri chi dovrebbe mantenerlo?
Oppure il Rio Gemese devastato e chiuso al transito dal comune di Sasso?
La verità è che certe manutenzioni non sono sostenibili ne fisicamente ne economicamente da nessun ente ne tantomeno da un privato.