Il Circolo LEGAMBIENTE SettaSamoggiaReno informa:
Appuntamento
stasera, mercoledì 8 febbraio al Cinema Kursaal di Porretta Terme
con Legambiente e CAI:
- alle 20,30 incontro “ Nuovi impianti al Corno alle Scale ? No grazie”, interventi di Claudio Corticelli LEGAMBIENTE, Vinicio Ruggeri PRESIDENTE CAI EMILIA-ROMAGNA e Marco Tamarri;
- alle 21 proiezione di “Peak: un mondo al limite”, docufilm di Hannes Lang;
- a seguire dibattito.
In
questi giorni si vorrebbe far passare, in nome del rilancio turistico
dell’Appennino, il vecchio progetto sovra regionale datato anni ‘60
per unire le tre stazioni sciistiche di Corno alla Scale, Doganaccia
e Abetone : una quarantina di milioni di euro la spesa prevista per
la realizzazione delle opere, di cui 20 promessi con un finanziamento
nazionale e altrettanti dalle due Regioni coinvolte, Emilia-Romagna e
Toscana, con fondi destinati al rilancio dell’Appennino
Tosco-Emiliano.
Regioni
e Comuni non perdano tempo ed investano invece su start-up
sostenibili e imprenditoria giovanile: riqualificazione e decoro
urbano, agricoltura montana biologica, piccolo artigianato, piste
ciclabili, ripristino sentieristica, cura dei boschi e recupero dei
borghi antichi, ospitalità diffusa, servizi turistici professionali,
formazione, cartellonistica.
Tre
le motivazioni forti del “fronte del si”: gli accordi sulla
destinazione dei fondi si possono rivedere l’erogazione dei fondi
pubblici si può indirizzare verso altre destinazioni, dire che
andrebbero perduti è falso. Il finanziamento di questo progetto
porterebbe un vantaggio solo ai gestori degli impianti, da anni
spesso inattivi anche in periodo invernale per mancanza di neve e in
perdita, investendo su un tipo di turismo in flessione; l’impatto
ambientale del progetto è consistente e avverrebbe in zone
vincolate; quanto ai termini occupazionali, la promozione
dell’occupazione in montagna e il rilancio del turismo, entrambi in
crisi e ai minimi storici, affinché siano di lungo periodo vanno
desinati rispetto alla vocazione e alle caratteristiche specifiche
dell’Appennino, attraverso la promozione delle tipicità e della
storia locale.
Siamo
in pieno periodo di cambiamenti climatici : al convegno regionale su
cambiamenti climatici e agricoltura il 30 gennaio è stato presentato
a Bologna il nuovo Atlante climatico dell´Emilia-Romagna - edizione
2017 a cura di ARPAE; l’Atlante documenta i cambiamenti del periodo
1991-2015 confrontandoli con il trentennio precedente: le temperature
medie regionali sono aumentate di 1,1 °C, mentre le precipitazioni
annuali sono diminuite complessivamente di 22 mm (-2%), con notevoli
cambiamenti stagionali - estati più aride e autunni più piovosi).
Non sono diversi i cambiamenti climatici attesi per il prossimo
trentennio (2021-2050). Appare assurdo - denuncia Legambiente, che
si stia parlando di un progetto di implementazione della rete di
seggiovie e funivie per sviluppare il turismo sciistico invernale.
Come
già indicato in una recente nota del CAI, l’impianto sarebbe in
gran parte compreso nel SIC/ZPS (Sito di Importanza Comunitaria e
Zona di Protezione Speciale) Monte Cimone, Libro Aperto, Lago di
Pratignano: la normativa regionale prevede "Misure Generali di
Conservazione", da applicare su tutti i siti della Regione. Sono
fatti salvi gli interventi di sostituzione e ammodernamento anche
tecnologico degli impianti di risalita delle piste da sci esistenti
necessari per la loro messa a norma rispetto alla sicurezza delle
stesse che non comportino un aumento dell’impatto sul sito in
relazione agli obiettivi di conservazione delle ZPS e dei SIC, che
prevedano lo smantellamento degli impianti dismessi e previa
valutazione di incidenza positiva.
C’è
un turismo di altro tipo, quello verde, del trekking, frequentato da
camminatori in ogni stagione, in inverno con le racchette da neve e
da scialpinisti, e che chiede paesaggi curati e bellezza non
deturpata da impianti di risalita, borghi preziosi, offerta di
servizi turistici a misura d’uomo.
Con
le stesse risorse si potrebbero avviare decine di start-up,
cooperative di comunità o aziende giovanili incentrate su
sostenibilità ed innovazione, con ricadute occupazionali di certo
più promettenti.
Il
progetto – sottolinea Legambiente - evidenzia ancora una volta la
visione miope del turismo appenninico nella nostra regione: invece di
favorire un turismo di montagna sostenibile, attento alle peculiarità
locali e continuativo nell’arco dei 12 mesi, si punta a riproporre
un modello che, lungi dal fare concorrenza agli impianti sciistici
alpini, può solo peggiorare la già difficile situazione di
spopolamento di piccole località sparse sul territorio.

