martedì 9 dicembre 2025

All’Ospedale Maggiore nasce il nuovo reparto per i giovani con disturbi psicopatologici acuti: sette posti letto e un’équipe di 28 professionisti

 



All’Ospedale Maggiore di Bologna è stato inaugurato un nuovo reparto dedicato alla Psichiatria e Psicoterapia dell’Età Evolutiva, pensato per accogliere giovani dai 11 ai 17 anni alle prese con disturbi psicopatologici acuti. La struttura, che servirà l’Area Vasta Emilia Centrale (Bologna, Imola e Ferrara), offre sette posti letto in camere singole e spazi dedicati alla musica, al relax e alla condivisione.

Il nuovo servizio si inserisce in un contesto in cui il disagio psicologico tra bambini e adolescenti è in forte aumento. I minori presi in carico dal Dipartimento di Salute Mentale dell’Azienda Usl di Bologna rappresentano oggi circa il 10% della popolazione minorile, pari a 12.300 giovani. La crescita dei disturbi d’ansia, depressione, comportamenti autolesionistici e altre forme di sofferenza psichica ha reso sempre più urgente una risposta sanitaria rapida e specializzata.

Per questo la struttura si presenta con una dotazione professionale imponente: un’équipe di 28 nuovi assunti, tra neuropsichiatri, psicologi, infermieri, operatori socio-sanitari e terapisti della riabilitazione psichiatrica.
«Accogliamo giovani con patologie complesse, dagli episodi psicotici ai disturbi d’ansia più gravi – spiega Stefano Costa, direttore della Psichiatria e Psicoterapia dell’Età Evolutiva dell’Ausl di Bologna –. Il percorso è orientato alla recovery: coinvolgiamo i ragazzi nel loro progetto di cura, per aiutarli a non sentirsi bloccati dai sintomi e a ritrovare una condizione che consenta loro di essere parte attiva del processo terapeutico».

Il reparto è stato pensato per ricoveri brevi, con una permanenza media di circa 15 giorni, fino a un massimo di 45. L’obiettivo è gestire situazioni critiche, contenere la sofferenza acuta e accompagnare anche le famiglie in un percorso condiviso, in stretta collaborazione con i servizi territoriali. Una misura che si inserisce in una strategia regionale più ampia, finalizzata a prevenire la cronicizzazione dei disturbi e a rispondere in modo tempestivo alle nuove fragilità.

«Negli ultimi anni i casi sono aumentati in modo significativo – osserva Fabio Lucchi, direttore del Dipartimento di Salute Mentale dell’Ausl di Bologna –. Crescono i disturbi del neurosviluppo, dell’ansia, della depressione, così come i comportamenti autolesivi. La pandemia ha aggravato situazioni già fragili, ma è solo una delle cause: i profondi cambiamenti sociali stanno colpendo con forza le generazioni più giovani».

La nuova struttura nasce anche grazie alla delibera regionale approvata lo scorso anno per attivare reparti ospedalieri specifici per la psicopatologia in età evolutiva.
«La salute mentale dei più giovani è una sfida che riguarda tutti – sottolinea Michele de Pascale, presidente della Regione Emilia-Romagna –. Servono luoghi adeguati, professionisti formati e investimenti continui. Solo così possiamo affrontare un tema che non può più essere un tabù».

Soddisfazione anche dal territorio bolognese. «È un passo fondamentale per la nostra città e per tutta l’area vasta – afferma Matteo Lepore, presidente della CTSSM di Bologna –. Risponde a un disagio profondo che coinvolge non solo i giovani pazienti, ma anche le famiglie. La sanità regionale conferma ancora una volta la sua capacità di dare risposte avanzate, grazie al lavoro sinergico tra istituzioni e professionisti».

«Quando la comunità chiama, il territorio deve rispondere – aggiunge Anna Maria Petrini, direttrice generale dell’Ausl di Bologna –. Questo reparto nasce da un'esigenza non rimandabile. È un tassello essenziale in una rete già ampia, ma che oggi deve essere ancora più vicina ai giovani e alle loro famiglie».

La struttura opererà in stretta connessione con i servizi territoriali, garantendo continuità assistenziale e percorsi condivisi.
«La multi-professionalità dell’équipe – conclude Barbara Cacciari, responsabile dell’Area territoriale e ospedaliera dell’Ausl – permetterà interventi riabilitativi fin dall’ingresso, con attività di gruppo che facilitano il passaggio tra ospedale e territorio. Una rete integrata che sostiene non solo i minori, ma anche i loro nuclei familiari».

Il nuovo reparto rappresenta così un punto di riferimento innovativo nel panorama nazionale, un luogo di cura e ascolto pensato per restituire ai giovani uno spazio protetto in cui affrontare la sofferenza psichica acuta con dignità, competenza e continuità di cura.

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