sabato 9 agosto 2025

Vendemmia 2025, via il 10 agosto: qualità buona ma rese variabili. Confagricoltura lancia l’allarme prezzi

 



 di Barbara Bertuzzi 

 

Le aspettative per la vendemmia 2025 in Emilia-Romagna sono complessivamente positive, con un buono stato qualitativo delle uve ma una significativa variabilità delle rese a livello territoriale. Si partirà intorno al 10 agosto con la raccolta delle uve per la base spumante e delle varietà precoci, in particolare Pinot nero e Chardonnay.

«L’avvio della vendemmia prima di Ferragosto sta diventando ormai una consuetudine in regione – spiega Renzo Pelliciari, presidente della sezione vino di Confagricoltura Emilia-Romagna –. Il quadro generale indica uve di ottima qualità e una produzione complessiva che si stima in linea con quella del 2024, e comunque superiore rispetto alle annate difficili del 2023 e 2022».

Non mancano però le eccezioni. Per il vitigno Ancellotta si prevede una riduzione delle rese tra il 15% e il 20%, con piante “scariche” rispetto allo scorso anno. Cali localizzati si attendono anche in alcune aree tra Bologna e Modena e a macchia di leopardo in Romagna, dove grandinate e trombe d’aria hanno causato danni consistenti.

Sul fronte climatico, la primavera con piogge moderate seguita da un’alternanza tra giornate calde e fresche ha favorito lo sviluppo ottimale del grappolo, migliorando il grado zuccherino e preservando l’intensità aromatica dell’uva. Tuttavia, desta preoccupazione l’imminente aumento delle temperature, che potrebbe rallentare la maturazione dell’acino e provocare stress idrico.

Permangono anche criticità fitosanitarie, soprattutto nel Reggiano e nel Modenese, dove si registra la persistente presenza di flavescenza dorata e mal dell’esca. Sulle colline romagnole, invece, si temono attacchi da tignola e marciume. L’andamento stagionale favorevole ha però limitato, quasi ovunque, la diffusione di malattie fungine come peronospora e oidio.

Marcello Bonvicini, presidente di Confagricoltura Emilia-Romagna, lancia infine un appello per rilanciare il comparto vitivinicolo: «Il momento è delicato. A fronte di un’elevata offerta e di prezzi dell’uva in forte calo, assistiamo a una contrazione costante dei consumi, soprattutto per i vini a bacca rossa. A questo si aggiunge l’incertezza legata ai dazi USA che, se confermati, potrebbero trasformarsi in un fattore di crisi strutturale, penalizzando le nostre eccellenze più apprezzate oltreoceano, come il Lambrusco».

E conclude: «Servono misure strutturali e una nuova visione per il settore: più programmazione dell’offerta e strategie commerciali efficaci per aggredire meglio i mercati, sia interni che internazionali».

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