lunedì 3 settembre 2012

I pellegrini di Medugorje sono tornati.


La Madonna di Medugorje
Sono rientrati  i pellegrini da Medugorje .
Otto volenterosi che da Sasso Marconi hanno raggiunto il santuario  in Bosnia-Erzegovina a bordo delle loro biciclette spinti dalla forza delle loro gambe e dal desiderio di dedicare a Biagio, un loro amico e compagno di avventure recentemente scomparso,  il fine estate nel modo in cui anche Biagio avrebbe gradito.
550 chilometri, in quattro tappe consecutive in altrettanti giorni, li hanno portati prima ad Ancona con tappa a Viserba. Quindi, dopo aver traghettato, da Spalato fino a Medugorje lungo le difficili salite della costa croata.

Dopo aver permesso loro di riposare, abbiamo chiesto il resoconto della esperienza a Ugo Giannerini, l’organizzatore del pellegrinaggio.

I pellegrini: Giannerini il primo a destra in basso, Viggi al centro in alto.
“550 chilometri sul pedale per atleti non professionisti è certamente una impresa che merita di essere valutata. Certo eravamo un po’ allenati. Eravamo in otto quindi, quando il percorso lo permetteva, i trasferimenti  si sono trasformati in ‘corse goliardiche’. Inoltre potevamo contare sul supporto e l’aiuto di un furgone che ci seguiva per accorrere ad ogni emergenza. Da non sottovalutare la spinta religiosa e quella affettiva per  l’amico Biagio”.

La scogliera croata.
Ci sono stati momenti difficili?

“ In Croazia abbiamo trovato vento forte e contrario che ha messo a dura prova la nostra volontà. Le strade sono pericolosamente ricavate sul fianco della scogliera che cade a strapiombo sul mare e non hanno protezioni ai lati”.





Il porto di Spalato
Come vi siete nutriti? Avete seguito una dieta particolare?

“Facevamo una breve sosta per il pranzo e per un pasto frugale che non rendesse difficile la ripartenza. Poi alla sera mangiavamo cibi locali, quindi abbondanza di carne. Nell’ex Jugoslavia la dieta popolare si basa sulla carne di capra o di agnello cotto in diversissimi modi ed è molto buona. Sono dei veri specialisti”.

il ponte simbolo di Mostar
Lo rifaresti ?

“Certamente. Programmeremo  sicuramente un’altra escursione  per il prossimo anno, con destinazione diversa “.







L'incontro con l'immagine sacra.






Cosa ti ha colpito dell’esperienza ?

“La forte presenza italiana al santuario. Oserei dire il 90 % dei presenti erano connazionali. Ho persino incontrato una sassese”.







La strada sul monte delle apparizioni.
Cosa consiglieresti a chi vuole seguire le vostre orme?

“Li tranquillizzo poiché non si trovano grandi difficoltà: tutti  affittano camere a poco prezzo, si mangia bene e a volontà, i prezzi sono molto contenuti. Anche i mezzi pubblici sono soddisfacenti: abbiamo notato che sarebbe stato possibile fare il nostro percorso utilizzando comodi mezzi pubblici .  Inoltre è ‘toccante’ l’ascesa a piedi al Monte delle Apparizioni seguendo un sentiero difficilissimo perché il fondo è lastricato di massi disarmonici e pietre taglienti”.



Il santuario di Medugorje

Della comitiva faceva parte anche Giorgio Viggi, veterano di pellegrinaggi poiché questo èstato l’ultimo di una lunga serie. 
Lui ha commentato:

“Come sempre fare un pellegrinaggio è stato molto bello. In questo caso mi ha colpito la grande miseria che attanaglia quelle popolazioni uscite da poco da una cruenta guerra civile . Anche questo è un insegnamento”.
Un palazzo di Mostar con i segni della guerra





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