domenica 24 gennaio 2021

FINESTRE SULLA FILOSOFIA


 

di Marco Leoni

DEMOCRITO : 

Un pensatore anticonformista

 


( riporto una lezione di Matteo Saudino fantastico prof. di filosofia )

SECONDA PARTE :


Nella 1° PARTE abbiamo visto che per Democrito tutto avviene perché deve meccanicamente accadere e non perché c’è un disegno razionale divino o perché c’è un Fato metafisico, tutto avviene meccanicamente.

A proposito di fato meccanico : Partita di tennis: tie-break , punto decisivo, rovescio, nastro, la palla s’impenna , cade nel campo dell’avversario, ho vinto; cade nel mio campo, ho perso. Che fortuna, che sfortuna!.

La fortuna e la sfortuna per Democrito non esistono, perché ?

Perché il movimento del mio braccio con l’inclinazione di quei gradi del mio gomito, la forza che ho messo nel braccio, come ho inclinato il polso, la racchetta che avevo, le corde come erano tese, il vento, l’umidità che c’era quel giorno a Wimbledon hanno fatto sì che la traiettoria della mia pallina non potesse che essere quella che ha urtato in quel punto la rete che quel giorno era stata tirata dall’addetto di Wimbledon in quel modo e cadendo nel mio campo o nel campo avversario si è realizzato quello che doveva essere e il mio avversario che muovendo il piede a quella velocità lì avendo quelle scarpe lì avendo inclinato il ginocchio o la caviglia in quel modo, anziché riuscire a prendere la palla è scivolato, non poteva che scivolare avendo messo quelle scarpe lì inclinato le ginocchia con quell’inclinazione lì, la caviglia in quel modo lì: LE COSE AVVENGONO PERCHE’ DEVONO ACCADERE .

Altro esempio. Esco di strada lungo una statale che è tutta pianeggiante, ai bordi campi di grano tranne un unico albero fra il settimo e ottavo km, grande e grosso e io uscendo di strada quella sera vado a sbattere e m’ammazzo, che sfortuna ! Tutto attorno non c’era l’ombra di un albero! Ma qual è il problema? che uscendo da quel locale a quell’ora lì, avendo bevuto quel tipo di liquore lì, avendo deciso di guidare io e non il mio amico, avendo accelerato, andando su quel tipo di terra con quelle gomme, il fatto che avesse piovuto o non avesse piovuto, io non potevo che uscire all’altezza del settimo e ottavo km e andare a sbattere contro quel platano.

Non è facile da accettare, la risposta 'è sfortuna' è una risposta più soddisfacente.

Ancora, ho studiato otto argomenti su dieci, che sfortuna: mi ha chiesto quei due che non avevo guardato. No, le cose sono accadute perché dovevano accadere, perché in quel momento la prof. ha bisogno di interrogare e aprendo la pagina il suo occhio in quel momento si è focalizzato su quell’argomento che era l’unico che non avevi studiato. Ma in quel momento lei, con quel tipo di presa, ha aperto quel tipo di pagina, quel tipo di libro, quell’argomento che era quello che la sera prima non avevi studiato. SFORTUNA? , NO meccanicamente avevi deciso di non studiare quei due argomenti ma gli altri otto, il movimento meccanico dell’insegnante ha fatto sì che non fossi preparato e hai preso un bel quattro. Non è sfortuna, tecnicamente non è sfortuna anche se noi uomini interpretiamo la realtà tirando in ballo la fortuna e la sfortuna.

Non c’è la fortuna sfortuna per Democrito. Meccanicismo. Ho citato anche un avvenimento molto triste ma l’ho messo sullo scherzo ed è passata, ma accettare un rigido meccanicismo in presenza di lutti o malattie diventa molto complesso dunque il tema della Intelligenza divina o comunque di una dimensione ultramondana si fa più forte.

Democrito la rifiuta.



Per lui quella morte, quella malattia è nata perché le tue cellule funzionano così e meccanicamente determinano quella malattia che andrà a intaccare un altro organo e se c’è un intervento potrà forse risolversi, in caso contrario ci sarà la morte.

E’ MECCANICO, poi l’idea di fortuna-sfortuna per Democrito non è di questa partita, ne gioca un’altra, di una razionalità estrema, una razionalità talmente dura che giustamente molti non se ne convincono, perché non possono accettare una realtà in cui tutte le cose avvengono meccanicamente, razionalmente. Democrito ci dice che accadono perché la cosa che avviene avviene, l’altra che avrebbe potuto avvenire non è avvenuta, è una realtà che non si realizzerà mai perché meccanicamente è avvenuta quell’unica realtà che effettivamente si è realizzata.

Questo vuol dire MECCANICISMO .

Il meccanicismo è l’avversario del FINALISMO. I finalisti pensano che le cose avvengono in vista di un fine: il fine della battuta andata a rete qual è, fare arrabbiare l’allenatore, se era Saudino egli si arrabbia e passa un sabato sera terribile, perfetto, il fine è stato realizzato. Oppure il fine era, andiamo su cose più complesse, la patria, la vittoria, lo stato, il successo del re, il trionfo, la morte. Se il fine non è meccanico, cioè se il fine non è la conseguenza di un’azione meccanica, deve essere un qualcosa verso cui noi tendiamo.

Qual è il fine della morte, risorgere in molte religioni. E invece per un meccanicista il fine della morte non c’è, la morte avviene quando termina la vita, quando il tuo organismo finirà di funzionare morirai. La morte, dirà Democrito, avviene quando gli atomi leggeri che sono più caldi, gli atomi dell’anima, si separano dagli atomi più freddi che sono gli atomi della pelle, della carne, delle ossa. Ma la morte avviene perché deve avvenire, nulla si può fare.

Il prof. Matteo Saudino
 In realtà, la leggenda ci dice che lui abbia cercato di rallentarla la morte, ma non pregando, non facendo dei riti ma usando ancora una volta un principio naturalistico meccanico.

 Lui non si sposò perché diceva che per poter essere felici una delle prime cose da fare è non avere una moglie, la moglie è portatrice di dispiaceri. Aveva molte amanti, gli piacevano le ragazze molto più giovani di lui. Viveva con la sorella e morì molto vecchio, circa a novant’anni. Quando già molto anziano e ammalato si accorse che stava per spegnersi, volle passare le ultime ore o giornate immerso in una vasca ricolma di miele non bollente ma caldo ed è morto perché si è ustionato. Sapete già cosa è successo a Eraclito e vi aspettate le cose più strane, lui ha usato il miele tiepido e questo lo fece con l’idea di rallentare il trapasso. Siccome, egli pensava, tutto è materia, gli atomi si dividono in caldi e freddi, gli atomi freddi sono quelli del corpo e delle ossa, gli atomi caldi sono quelli dell’anima, il calore va verso l’alto come gli atomi spirituali, spirituali vuol dire leggeri non vuol dire non materiali.

Gli atomi materiali leggeri egli diceva, quando abbandoneranno il mio corpo rimarranno imbrigliati nel miele, un ricettacolo di miele che intrappolerà gli atomi dell'anima e dunque si separeranno più lentamente dal corpo. Così, egli diceva, io mi vedrò morire, in modo da avere la percezione della morte e rallentarla.

Ma una simile morte, un simile esperimento, lo fai se sei materialista e meccanicista e pensi che tutto avviene perché deve avvenire in maniera meccanica e materiale e tu sulla materia puoi intervenire.

Ma se la causa finale è realizzare la volontà di Zeus, tu sulla volontà di Zeus non puoi intervenire. Il buon Democrito ti dice che le cose avvengono perché devono avvenire, senza un intervento degli Dei o di un fato o intelligenza divina, avvengono in seguito alle nostre scelte, che compiamo e ne compiamo una tra mille ma si verifica solo quella.

Ecco perché è una filosofia atomista, perché gli Dei per Democrito esistono ma non interagiscono con il mondo dell’uomo, con la natura. Dunque, tecnicamente, in maniera letterale, non è un ateo perché pensa che gli Dei esistono ma esistono come entità isolate, egoiste che vivono separate dal mondo degli uomini, dal mondo della natura, che si occupano dei loro affari, queste divinità sono inutili perché se gli Dei non interagiscono con gli uomini li preghi?, NO li temi? NO. E se tu non temi gli Dei e non li preghi se non pensi che gli Dei possano incidere sulla tua vita nel bene o nel male è come se gli Dei non ci fossero e se gli Dei non ci sono TUTTA LA RESPONSABILITA’ DELLA VITA RICADE NELLE NOSTRE MANI .


 

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