domenica 3 novembre 2019

FINESTRE SULLA FILOSOFIA





di Marco Leoni
   
PLATONE : 
     La bellezza della morte
                                                 E dell’amore

Riporto una lezione di Matteo Saudino fantastico prof. Di filosofia


Oggi dedichiamo una breve lezione al tema della bellezza in Platone.
Molti dialoghi di Platone affrontano il tema della bellezza. La bellezza
è un argomento cardine del platonismo perché la filosofia platonica
va detto che è la filosofia della ricerca della verticalità, dell’innalzare
l’anima dell’uomo dal mondo delle cose al mondo delle idee. Ebbene,
tale filosofia è proprio un inno alla ricerca del bello. Per Platone, il
filosofo è colui che dedica la sua vita al bello e, in questo caso, il bello
è la verità. La bellezza per Platone è ciò che muove le cose nel mondo
perché porta ad andare verso il mondo delle idee, dunque il bello è
per Platone elemento di dinamismo cioè ciò che mette in moto: la
bellezza attrae, la bellezza è ciò che stimola, la bellezza è una vera e
propria calamita, bellezza delle leggi, del corpo, dell’astronomia, della
verità, della matematica, della giustizia. Le cose belle mettono in moto
le anime, gli uomini mettono in moto la ricerca, la ricerca non solo
filosofica ma la ricerca in tutte le sue diramazioni. Dunque per Platone
il bello, la bellezza ricoprono un vero e proprio ruolo cardine
all’interno del sistema filosofico.
Vediamo alcuni esempi, partiamo dal Fedone che è il dialogo della
Morte, il dialogo in cui c’è la riflessione sulla morte. Mentre
Fedone racconta a Echeate gli ultimi istanti della vita di Socrate, fa
riferimento alla tranquillità, alla serenità con cui Socrate va incontro
alla morte.
La morte è una cosa bella, non è più una cosa addirittura da temere
o ignota, ma è una cosa bella perché apre all’altra vita, perché libera
l’anima: il corpo è la prigione dell’anima pertanto la morte non
assume una valenza negativa, ma assume una valenza positiva. La
bellezza della morte sta nel fatto che ci stimola ad arrivare preparati al
passaggio verso il mondo delle idee, verso l’aldilà.
Poiché non sappiamo quando la morte giungerà noi dobbiamo essere
sempre pronti al suo arrivo e dunque dobbiamo essere belli perché
l’appuntamento con la morte è l’appuntamento con un qualcosa di
bello perché la morte libererà l’anima dal corpo. Se la morte vi coglie
impreparati,con la vostra maglietta sporca e macchiata, voi andate
nell’aldilà con la maglietta sporca e macchiata.
Allora, poiché non sapete quando la morte vi coglierà, voi ogni giorno
dovete cercare di avere l’abito pulito, lindo, che vuol dire avere l’anima
il più possibile curata, essere dediti alle cose belle in vita poiché, non
sapendo quando la morte arriverà, non si deve sprecare il tempo per le
cose brutte. Dunque, la morte mobilita la vita, la morte che può
giungere in maniera anche inaspettata, quando meno noi ce
l’aspettiamo, diventa positiva nello stimolarci a prepararci ad essa,
e prepararci per una cosa bella, cioè il viaggio nell’aldilà, nel mondo
delle idee, ci stimola ad essere belli.
Nel Fedone, la bellezza è già presente: bisogna allenare in vita
l’anima, bisogna portare l’anima a conoscere le cose belle, bisogna
preparare l’anima alla bellezza per quel passaggio che avverrà con il
trascendere della nostra anima dal mondo delle cose al mondo delle
idee. La bellezza della morte ci porta dunque a essere stimolati nella
vita.
Poi Platone ci dice anche, attraverso la bocca di Socrate, che il corpo
bello, allenato, curato è comunque un buon contenitore dell’anima
bella.
Il Simposio poi, che è il dialogo sull’amore, è più che mai il dialogo che
esalta la bellezza, perché per Platone si ama il bello.
Nel dialogo del Simposio sono presenti molti ospiti a casa di Agatone.
Questi sono belli, sono belli per le loro imprese militari, Pausania; belli
per le loro poesie, Fedro; belli perché sono degli ottimi medici,
Erissimaco; belli perché scrivono commedie, Aristofane; belli perché
sono filosofi dediti al bello e al vero; belli perché sono uomini politici
anche ardimentosi e belli nel fisico, Alcibiade. Insomma sono dei belli.
Alcibiade è il bello del corpo, Socrate è il bello della filosofia e della
verità, il bello della medicina è Erissimaco, medico, che ci dice che
l’amore è un equilibrio fra un corpo sano e un’anima sana, un
corpo bello e un’anima bella che producono una vita bella, perché
avere un’anima bella in un corpo malato significa rendere questa
anima estremamente lacerata, estremamente limitata. L’anima
bella può dare il meglio di sé in un equilibrio con un corpo bello.
Erissimaco il medico ci dice che la bellezza interiore non è agli antipodi
della bellezza esteriore, fisica, corporea, ma serve un’armonia perché
il bello è armonioso e non ci può essere armonia in un uomo se il corpo
è malato e l’anima è bella oppure se il corpo è bello e l’anima è malata.
Potete essere felici, stare bene con un corpo malato? no. Potete
essere felici se avete un’anima lacerata che soffre? no. La bellezza è
armonia, l’amore è armonia, l’amore è sempre alla ricerca delle cose
armoniche".

                                                                            FINE 1° PARTE

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