Marco
segnala la denuncia di Italia Oggi:
Scelte
sul 5 per mille manipolate dai Caf per destinare i fondi a
beneficiari diversi da quelli indicati (o non indicati) dai
contribuenti. A lanciare nuovamente l'allarme è la Corte dei conti,
che analizza l'attività di audit condotta dall'amministrazione
finanziaria sui comportamenti degli intermediari
Scelte
sul 5 per mille manipolate dai Caf per destinare i fondi a
beneficiari diversi da quelli indicati (o non indicati) dai
contribuenti. A lanciare nuovamente l'allarme è la Corte dei conti,
che nella delibera 14/2018/G analizza l'attività di audit condotta
dall'amministrazione finanziaria sui comportamenti degli
intermediari. La magistratura aveva già segnalato le irregolarità
con tre diverse relazioni tra il 2013 e il 2015. Sulla scorta di
tali indicazioni, l'Agenzia delle entrate ha condotto una campagna
di controlli sulle attività dei centri di assistenza fiscale,
alcuni dei quali «in potenziale conflitto di interesse con
l'attività di raccolta delle volontà dei contribuenti, in quanto
essi stessi fruitori del 5 per mille o in stretto legame con i
beneficiari», segnala la Corte. Nel 2014 le dichiarazioni
controllate dal fisco sono state 8.502: il 5,7%, ossia 485, hanno
rivelato irregolarità, consistenti nella trasmissione di scelte non
conformi alla preferenza dei cittadini (87 casi) o nella mancata
conservazione delle schede relative alle scelte (398), circostanza
che «inibisce ogni controllo sull'effettiva volontà dei
contribuenti», chiosa la delibera firmata dal consigliere Antonio
Mezzera. In oltre il 40% dei casi, poi, i fondi del 5 per mille sono
andati agli enti collegati o comunque vicini ai Caf che hanno
prestato l'assistenza fiscale: una situazione che può essere
giustificata dalla «comune matrice ideologica», ma anche dovuta a
«forme di sensibilizzazione dei contribuenti attraverso un modus
operandi non neutro». Va precisato tuttavia che tale moral suasion
è ammessa dalla vigente legislazione, anche se ciò «confligge
potenzialmente con la necessità di una assoluta terzietà del
titolare della funzione». Nell'adunanza del 28 giugno 2018 il
rappresentante della Consulta dei Caf ha dichiarato la disponibilità
della categoria ad affrontare la problematica, anche attraverso una
modifica legislativa. Le critiche della Corte conti non risparmiano
le Entrate. Non sono ancora state irrogate sanzioni, mentre sul
fronte delle segnalazioni alla procura «l'Agenzia ha soprasseduto
su tale possibilità».
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