Foto d'archivio |
Intrappolati
tra un’enorme pozza d’acqua davanti e una frana alle spalle, Massimo Zoli e sua
moglie hanno vissuto una notte di incubo durante il violento nubifragio tra il
19 e il 20 ottobre. La coppia, rientrando da Pieve del Pino verso le 22, si è
ritrovata in via Ganzole, nel tentativo di raggiungere la propria abitazione a
Lagune. Giunti nella piana verso Ponte Albano, hanno incontrato un “muro”
d’acqua creato da una fila di new jersey, che bloccava il deflusso e stava
formando un lago sulla strada.
Dopo
un tentativo di passaggio, Zoli ha realizzato che il livello dell’acqua stava
rapidamente aumentando, rendendo impossibile proseguire. Dietro di loro, altri
automobilisti hanno provato a tornare indietro, ma una frana improvvisa ha
sbarrato anche la via di fuga. Isolati e senza possibilità di movimento, i
bloccati hanno immediatamente allertato i soccorsi.
Un
camion dei Vigili del Fuoco è arrivato sul posto da Ponte Albano, ma senza
attrezzature per deviare l’enorme massa d’acqua. La Protezione Civile, sovraccarica
di interventi, non è riuscita a intervenire in tempi rapidi. Zoli, sua moglie e
gli altri automobilisti sono stati così costretti a trascorrere la notte in
auto, al freddo, con il timore di ulteriori frane dalla parete di tufo
sovrastante.
Le ore
passavano lente, trasformando l'attesa in una tortura. Solo alle 5:30 del
mattino, un mezzo movimento terra è riuscito a rimuovere parte della frana,
liberando il passaggio dell’acqua e permettendo una parziale viabilità. Ancora un
po’ di tempo è stato necessario per rimuovere il fango accumulato sull’asfalto,
fino a consentire agli automobilisti di fare finalmente ritorno a casa.
"Tutto
è bene quel che finisce bene," ha commentato Zoli, felice di
essersi lasciato alle spalle una notte di paura.
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