Colpiti anche i laboratori analisi ospedalieri”
Riportiamo la preoccupata dichiarazione del consigliere della Città Metropolitana di Bologna, Marta Evangelisti :
“E’ con profondo disappunto che apprendo oggi dell’ennesima
decisione assunta dalla Azienda sanitaria che vede coinvolto nuovamente “al
ribasso” il territorio dell’Appennino.
Questa volta tocca ai laboratori analisi, i quali
saranno riorganizzati, per quanto riguarda appunto i presìdi appenninici, con
inserimento dei POCT(Point of care test) nell’ attività dei PS/PPI in cui
i professionisti operano.
In pratica l’azienda ha deciso, nelle sedi
periferiche di Loiano, Bazzano e Vergato, di sostituire il laboratorio analisi
nelle fasce orarie di chiusura, la notte ed i festivi, con l’utilizzo di
strumenti distaccati di laboratorio che pare non consentano comunque analoghe
prestazioni.
Un esempio banale ma non troppo, quello degli enzimi
cardiaci che vengono effettuati con metodica diversa, cosi che se inizi la
curva enzimatica in un modo, poi non puoi continuarla.
La giustificazione di questa scelta, andrebbe
ravvisata nella scarsità di personale tecnico di laboratorio, che va ad
aggiungersi a quella di personale medico.
La riorganizzazione proposta prevedrebbe pare,
l’attribuzione di nuovi compiti e funzioni con le relative responsabilità
connesse, esplicitamente anche ai medici, che si troverebbero coinvolti nelle
attività preanalitica ed analitica per l’esecuzione di analisi di laboratorio
con POCT, dopo un periodo di “supporto” da parte di un tecnico, previsto per un
solo trimestre. Questa decisione si va ad aggiungere a quella di far
viaggiare le provette dal 03 Marzo, avanti/indietro dalla provincia alla città
su auto blu.
Per noi non si tratta di implementazione della
attività di laboratorio, ma di un ulteriore peggioramento del servizio in
territori già fortemente penalizzati.
Ciò per il fatto evidente di come la dotazione
organica dei sistemi di emergenza di tali presidi, con personale già oggi
dedicato a doppie mansioni di 118 e pronto soccorso, non renderebbe gestibile
il servizio.
A ciò si aggiunga che anche questa operazione va
ricondotta alla politica promossa dalla Regione di depauperamento degli
organici ospedalieri utili alla sicurezza e al buon funzionamento dei servizi,
con forte compromissione della attività del personale che si vedrebbe oggi
costretto, in uno scenario di già carente di locali risorse specialistiche e
strumentali, a farsi carico anche degli oneri dei oggi appannaggio dei
laboratori analisi. Recente infatti la risposta ad una precedente interpellanza
circa l'Ospedale di Vergato, in cui si conferma la politica di cui sopra e si
apprende che le attività di chirurgia ed ortopedia ambulatoriale riprenderanno
solo dopo le ferie estive e, ancor peggio, che, ancora come ormai da anni
sono in corso gli approfondimenti per l'impiego dell'ultimo piano della struttura
mentre nessuna novità circa l'apertura H24 del PS mentre per l'ambulanza della
emergenza urgenza resta a due ambulanze invece di tre come richiesto.
Se questo è il modo con cui vengono garantiti i
servizi sanitari in Appennino ed in particolare a Vergato, molte sono le
perplessità, sia in ordine alla sicurezza, alla qualità delle prestazioni rese
sia rispetto ai costi reali, relativi ad esempio al trasferimento delle
provette.
Su questi temi, oltre a concertare azioni concrete
con i Sindaci interessati ed il Presidente del distretto socio -sanitario,
depositerò un’interpellanza in Città metropolitana ed analoga attività di
sindacato ispettivo, sarà svolta dall’On. Galeazzo Bignami FDI e dal Capogruppo
FDI Marco Lisei, appunto su tutti i livelli istituzionali”.
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