sabato 2 marzo 2019

Confagricoltura: “L'embargo russo ci costa caro. E' ora di cambiare”.

Confagricoltura Emilia Romagna: «Le sanzioni alla Russia sono costate 68 milioni di euro all’export agroalimentare 2018 dell’Emilia-Romagna, la regione più danneggiata d’Italia. E in totale all’incirca 300 milioni dall’inizio del blocco. Rinnoviamo l’appello affinché si scriva presto la parola fine; il nostro impegno sarà riconquistare le quote di mercato perse»

Si fa sempre più oneroso l’effetto dell’embargo russo sull’export agroalimentare e l’Emilia-Romagna ne esce a pezzi: è la regione più danneggiata d’Italia. «Le sanzioni alla Russia sono costate 68 milioni di euro all’export agroalimentare 2018 dell’Emilia-Romagna, regione che ha subito il contraccolpo maggiore. E in totale all’incirca 300 milioni se si sommano le perdite annuali dall’inizio del blocco», dichiara la presidente di Confagricoltura Emilia Romagna, Eugenia Bergamaschi, tornando su un tema molto sentito dalla base associativa e dalle aziende più export-oriented, espressione di punta del food made in Italy nel mondo.

«Rinnoviamo l’appello alla Politica, agli europarlamentari del territorio, di oggi e di domani, affinché si scriva presto la parola fine e si adotti una politica comunitaria tale da fare cessare l’embargo. Il nostro impegno sarà riconquistare le quote di mercato perse a favore di paesi esclusi dal blocco delle importazioni. Una sfida che non si preannuncia affatto facile», conclude la presidente regionale di Confagricoltura.

Come si evince dalla tabella riportata di seguito, si è registrata una perdita di 68 milioni di euro nell’export regionale 2018 di frutta, ortaggi e formaggi ma anche di carne, salumi e insaccati. Così le esportazioni verso la Russia sono crollate da 140 a 72 milioni di euro nel periodo 2013-2018, con una flessione di oltre il 48 per cento. L’embargo si protrae infatti dall’agosto 2014, quando il Governo della Federazione Russa ha stabilito il divieto di importazione di molti prodotti agricoli e alimentari provenienti dall’Unione Europea e da alcuni paesi extra-Ue (Usa, Canada, Norvegia e Australia), come risposta alle sanzioni adottate contro Mosca da Bruxelles per la questione ucraina.
Si può quindi stimare, per difetto, un “costo embargo” complessivo dall’inizio del blocco pari a 300 milioni di euro per l’export di prodotti agricoli e alimentari emiliano-romagnoli. Se si sposta l’attenzione sul quadro nazionale, anche le conseguenze economiche per l’Italia sono state pesanti. Nel periodo 2009-2013 - secondo l’elaborazione del Centro studi di Confagricoltura -, il valore delle esportazioni di prodotti agricoli e alimentari verso la Russia era in rapida ascesa (+111%). Più precisamente, da 333 milioni di euro (pari al 1,4% dell’export nazionale complessivo di settore nel 2009) si è passati a 705 milioni di euro (pari al 2,1% nel 2013). Nel periodo successivo, vigente l’embargo, il valore delle esportazioni di prodotti agricoli e alimentari verso la Russia si è ridotto fino a 381 milioni di euro (2015), per poi tornare a crescere fino a 552 milioni di euro (2018).

Tabella - Esportazione di prodotti agricoli e dell’industria alimentare verso la Russia nelle diverse regioni italiane (valore - milioni di euro)
 


*Stima Centro Studi Confagricoltura su dati Istat gennaio – ottobre 2018

Fonte: elaborazione Centro Studi Confagricoltura su dati Istat

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