sabato 2 marzo 2019

300 mila euro per la palestra di riabilitazione nell’Ospedale di Vergato

Pubblicati i verbali del comitato di monitoraggio svolto a fine gennaio durante i quali l’Ausl ha presentato i dati dopo i primi interventi organizzativi. Calano secondo le previsioni gli accessi al pronto soccorso di Vergato, ma migliorano i servizi per le cure intermedie. Il sindaco Gnudi sollecita la nascita di una Unità Operativa semplice di ortopedia

L'Unione dei Comuni dell'Appennino bolognese invia:

Sono stati pubblicati sul sito istituzionale del Comune di Vergato i verbali relativi alla riunione del comitato di monitoraggio sul riordino ospedaliero che si è tenuta lo scorso 29 gennaio. Al comitato, che è nato per garantire la massima trasparenza e il controllo sulle attività relative al piano triennale di riordino ospedaliero avviato dall’Ausl, prendono parte non solo i dirigenti dell'Ausl Bologna e gli amministratori locali, ma anche esponenti dei comitati, consiglieri d'opposizione e rappresentanti sindacali.
Per l’Ausl hanno preso la parola il direttore Generale Ausl Bologna Chiara Gibertoni ed Eno Quargnolo, direttore del Distretto dell’Appennino bolognese, illustrando alcuni dati relativi al periodo maggio-dicembre 2018. In questo periodo, come previsto, l’attività chirurgica ortopedica è stata trasferita da Vergato a Porretta, e contestualmente sono stati attivati i primi 10 posti letto per le Cure Intermedie a Vergato, sono stati potenziati i servizi dell’area dell’emergenza, introdotte nuove cure come la chirurgia maxillo-facciale: partita a ottobre, ha già permesso di operare 25 persone in due mesi. Mantenuta l’attività specialistica ortopedica presso la Casa della Salute di Vergato dove sono stati sviluppati nuovi servizi (tra i quali ambulatori per la terapia del dolore, per le persone con malattie croniche e ferite difficili, per le cure palliative precoci).
Lo spostamento di ortopedia non ha portato ad una riduzione complessiva degli interventi, semmai ad una diversa provenienza geografica dei pazienti (aumentano quelli dei comuni dell’Alto Reno mentre diminuiscono quelli dei comuni più vicini a Bologna), mentre un calo c’è stato per ciò che concerne l’oculistica, addebitabile ai ritardi con cui sono stati attivati le prestazioni a Vergato. In generale poi lo spostamento di alcune attività a Porretta ha fatto crescere gli accessi dalla Toscana soprattutto per le attività specialistiche ortopediche.
Le buone notizie vengono dalle cure intermedie, cioè quei servizi rivolti a persone con patologie croniche, persone con esiti da traumi per riattivazione motoria o in riabilitazione, persone con problematiche oncologiche, persone con altre vulnerabilità sanitarie e sociali. 98 persone hanno usufruito dei dieci posti letto disponibili tra maggio e dicembre, e l’obiettivo dell’Ausl è quello di raddoppiare i posti, con un investimento di circa 800 mila €. In calo invece gli accessi al pronto soccorso di Vergato: la riduzione è pari al 17,5% ed è in buona parte (per il 72,6%) attribuibile agli accessi per traumi assorbiti quasi completamente da Porretta (-734 accessi a Vergato; + 698 accessi a Porretta). Si consideri poi che 87,5% degli accessi nel periodo maggio-dicembre 2018 erano codici bianchi o verdi, cioè i meno gravi. Dall’Ausl tuttavia assicurano sulla tenuta del pronto soccorso di Vergato dove la presenza di medici specializzati in urgenza costituisce un valore aggiunto.
Il sindaco di Vergato Massimo Gnudi ha comunicato con soddisfazione l’impegno da parte dell'Assessore regionale Sergio Venturi di finanziare con 300 mila euro una palestra di riabilitazione. « I numeri degli accessi al pronto soccorso non giustificano nessun allarmismo, i dati forniti dall’Ausl sono coerenti con il Piano di Riordino» ha detto il primo cittadino. «L’integrazione delle Cure intermedie con la Medicina e la scelta organizzativa di istituire una Unità Operativa Dipartimentale si stanno rivelando efficaci. Occorrerebbe fare un ulteriore passo avanti istituendo un'Unità Operativa semplice di ortopedia. Bene anche le attività di chirurgia di prossimità a bassa complessità, sono strategiche per dare risposta ai bisogni di salute del nostro territorio».

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