Una
mozione approvata in consiglio impegna l’Unione dei comuni
dell’Appennino bolognese a dare un segnale in difesa dei valori
della Costituzione repubblicana. Già modificati a livello comunale i
regolamenti di Marzabotto, Monzuno e Vergato
Riceviamo
dall'Unione
Il
Consiglio dell’Unione dei comuni dell’Appennino bolognese ha
approvato all’unanimità una mozione presentata dal gruppo
consiliare del Movimento 5 Stelle, che "chiede che il
consiglio dell'Unione si impegni a non concedere spazi o suolo
pubblici a coloro i quali non garantiscano di rispettare i valori
sanciti dalla Costituzione, professando e/o praticando
comportamenti fascisti, razzisti, omofobi e sessisti".
La
consigliera Katya Di Bella ha spiegato che la mozione,
sottoscritta con la collega Sara Boselli, nasce alla luce
degli episodi recenti avvenuti a Marzabotto e che hanno ricevuto
oltre tutto un notevole rilievo mediatico. Episodi tanto più gravi
quanto più si consideri che ci sono territori dell’Unione che sono
stati insigniti con medaglia d’oro al valore civile per il sostegno
dato dai cittadini alle attività antifasciste. La mozione chiede
inoltre che l’Unione si impegni a incentivare iniziative culturali,
in particolare rivolte alle giovani generazioni, per mantenere viva
la memoria storica dei sacrifici che avrebbero poi portato alla
nascita della Repubblica.
Nel
concreto la mozione chiede che si realizzi un regolamento che
subordini la concessione di suolo pubblico, spazi e sale solo in
seguito a “dichiarazione esplicita di rispetto dei valori
antifascisti sanciti dall’ordinamento repubblicano”.
Durante
il dibattito in consiglio il consigliere Carlo Monaco
(Vergato) pur riconoscendo
lo spirito che anima la mozione presentata, che nasce peraltro da un
episodio indiscutibilmente sgradevole, ha osservato tuttavia che si
tratta di un tema estremamente complesso che investe questioni
dottrinali di non poco conto, interrogando tutto il tema dei vecchi e
dei nuovi fascismi e della relazione con il mondo contemporaneo. Le
perplessità espresse dal consigliere sono riconducibili al rischio
“moralizzatore” di tali regolamenti che potrebbe mettere a
rischio i principi liberali e democratici facendo processi alle
intenzioni: chi può sentirsi legittimato infatti a decidere su
questi temi? Il cuore della democrazia è infatti legato, ha
osservato Monaco, al principio costituzionale della libera
manifestazione del pensiero, anche quando questo è a dir poco
discutibile. Dopo aver prospettato la possibilità di lasciare l’aula
in occasione del voto, il consigliere ha poi invece preferito votare
a favore della mozione riconoscendone lo spirito e sottolineando il
principio di difesa dei valori costituzionali. Stesse perplessità
sono state espresse dalla consigliera Rita Marchioni (Castiglione
dei Pepoli), in
particolare per quanto attiene alla pratica applicabilità
delle disposizioni. Anche il sindaco Alfredo Del Moro ha fatto
notare che pur apprezzando lo spirito della proposta va notato come
agli amministratori locali sono riconosciuti pochi strumenti o mezzi.
Apprezzamento
alla mozione sono invece stati espressi dal consigliere Elisabetta
Di Natale (Monzuno) e dal sindaco Massimo Gnudi (Vergato),
che ha evidenziato una forte preoccupazione per l'escalation degli
ultimi episodi e per la deriva che ne è conseguita, visto che alle
opinioni stanno facendo seguito le azioni talvolta violente, e ha
sottolineato che non ci saranno giudici, perché si chiederà
sostanzialmente a chi chiede una risorsa pubblica di riconoscersi nei
valori della Costituzione.
La
mozione può rappresentare un indirizzo per i singoli Consigli
Comunali, che per altro in alcuni casi si sono già attivati in
questo senso: a Marzabotto una modifica apportata al
regolamento prevede che “Non potranno in alcun modo essere
rilasciate concessioni di utilizzo di spazi di proprietà comunale
alle organizzazioni ed associazioni che si richiamino di rettamente
all'ideologia fascista, ai suoi linguaggi e rituali, alla sua
simbologia, o che esibiscano e pratichino forme di discriminazione
razziale, etnica, religiosa”. A
Vergato una mozione
impegna il sindaco ad attivarsi perché il regolamento preveda “il
divieto dell’uso di spazi pubblici per organizzazioni che si
richiamano ai principi ed alle prassi dell’ideologia fascista”,
mentre a Monzuno il regolamento modificato prevede che “non
può essere concesso a singoli, organizzazioni, comitati ed
associazioni che direttamente o indirettamente si richiamano ad
ideologie contrarie alla Costituzione e alle leggi dello Stato o che
usino linguaggi e rituali di discriminazione razziale, etnica,
religiosa e sessuale”
Se fosse vero, gli spazi pubblici rimarrebbero deserti.
RispondiEliminaGrillini non siete stati votati per incrementare il blablabla.
Non è legale, bene per i valori della costituzione, ma i valori della resistenza benchè condivisibili non sono obbligatori.
RispondiEliminaEsistono valori UNIVERSALI che, a prescindere dal regime politico, andrebbero sempre e comunque applicati: l'ordine, la disciplina, il rispetto della legge, il rispetto e la solidarietà verso il prossimo ecc. Poichè questi principi universali per qualunque società civile sono stati applicati ( con successo ) durante il ventennio fascista, devono essere vietati e propagandati perchè si richiamano a Mussolini ? Ma siamo veramente alla paranoia! Quando una società ha tanta paura dei fantasmi significa che ha completamente perso il senso della realtà
RispondiEliminaSi spiega l'esistenza dei nobili componenti dei centri sociali, paladini del rispetto del principio del loro significato di legalità.
RispondiEliminaStranamente sullo stesso argomento trattato nel Consiglio Comunale di vergato l'unico membro della minoranza rapresentante dei cinque stelle, nella votazione si è astenuto !!!!!
RispondiEliminapossibile che non condividesse con i capi la mozione ? Attendiamo il provvedimento di espulsione.