La
Segreteria Nazionale ANPI scrive:
Il
25 aprile è diventato, a Roma, l'occasione per discussioni
pretestuose e per attacchi nei confronti dell'ANPI.
Ce
ne dogliamo molto, perché la Festa della Liberazione dovrebbe essere
unitaria e concentrata sui ricordi, sui valori, sul presente e sul
futuro.
Nella
convinzione che si tratti di una delle giornate più significative ed
importanti per la storia del nostro Paese, lasciamo da parte le
polemiche sulle quali torneremo, semmai, in seguito, anche per
cercare di indurre certi incauti commentatori politici a vergognarsi
delle loro offensive elucubrazioni.
Adesso,
il problema vero è la riuscita della manifestazione a Roma, come in
tutto il resto d'Italia. Noi speriamo sinceramente che ognuno ci
ripensi, sia che si tratti della Comunità ebraica, sia che si tratti
del Partito Democratico, al quale vogliamo solo ricordare che non è
il corteo ad essere divisivo (ché anzi è stato immaginato e
costruito come assolutamente unitario). E che la tradizione di ogni
partito che si rifaccia alla democrazia non può che essere quella
del rispetto dei valori unitari della Resistenza e della
valorizzazione di queste pagine, tra le più belle della nostra
storia.
L'ANPI
nazionale ha invitato tutte le organizzazioni periferiche a dar vita
a manifestazioni imperniate sulla Resistenza, sulla Liberazione,
sull'antifascismo e sulla piena attuazione della Costituzione. Il
nostro fermo desiderio è che ciò avvenga in modo unitario e con una
partecipazione massiccia, talché anche eventuali dissidenze (di cui
saremmo comunque assai dispiaciuti) risultino secondarie e accessorie
rispetto alla grandezza corale di un giorno di festa che è e deve
essere di tutti.
Di
qui il nostro fermo invito, a nome dei combattenti per la libertà,
che rappresentiamo e rappresenteremo sempre, checché ne dicano certi
articolisti che ignorano i principi affermati anche da numerose
sentenze, è rivolto a tutti gli italiani e a tutte le italiane, da
Roma a Milano, da Reggio Calabria a Torino, da Palermo a Bologna
perché partecipino in massa e con entusiasmo ad una giornata
dedicata ai valori fondamentali della Carta Costituzionale e dunque
della nostra stessa convivenza civile.
Le
bandiere fondamentali saranno quelle della Pace e della Resistenza;
chi intende disturbare sarà isolato pur con i mezzi limitati di cui
disponiamo. Le partigiane e i partigiani che hanno combattuto a
fianco delle brigate ebraiche nel Ravennate, con l'Ottava Armata, non
tollereranno che ad esse si manchi di rispetto, perché esse saranno
presenti – lo auspichiamo – a pieno titolo. La piazza è di
tutti, in un giorno di festa nazionale, ma a condizione che tutti
usino rispetto per le idee degli altri, riguardo per la Resistenza,
amore per la Costituzione.
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