Richiesto
Le
donne che lavorano nel settore dei trasporti, a bordo dei treni o dei
bus, sono spesso
oggetto di aggressioni sia verbali che fisiche. Un tema che i
sindacati avevano già sollevato a Bologna in occasione dell'ultima
Giornata internazionale contro la violenza sulle donne e che nei
prossimi giorni, in vista dell'8 marzo, sarà al centro di
un'assemblea organizzata da Cgil, Cisl e Uil in stazione centrale. In
particolare, prenderanno parola alcune donne vittime di violenza
durante il proprio lavoro, per raccontare le esperienze vissute.
L'appuntamento è per lunedì.
"Molte
donne testimonieranno le loro difficoltà a vivere e lavorare nelle
ferrovie",
spiega Giuseppina Morolli della Uil: si parla di "violenze
verbali, ma anche di vere e proprie violenze fisiche e
maltrattamenti. E' un tema molto sentito dal personale femminile che
lavora sia sui treni che sui mezzi del trasporto pubblico locale".
E' un argomento che "come ferroviere ci tocca molto",
conferma Loretta Viani della Filt-Cgil: "Tutto il personale
'front line' femminile subisce violenze e discriminazioni molto
dirette nel momento in cui si presenta con l'uniforme o la divisa di
fronte al cliente".
Anche
una "banale" richiesta di vedere il biglietto può creare
problemi: il
fatto di trovarsi di fronte una donna "autorizza tutti gli
insulti possibili" e il tema delle aggressioni "è
all'ordine del giorno", afferma la sindacalista. "Spesso ti
senti dire- continua Viani- che te la sei andata a cercare se a
mezzanotte sei andata a chiedere il biglietto, ma sei pagata proprio
per fare quello". Viani fa l'esempio di una capotreno a cui
tempo fa "misero le mani addosso due volte", a bordo: in
seguito la donna ha tentato di tornare sui treni, ma alla fine ha
dovuto cambiare mansione.
E'
uno dei casi che probabilmente verra' raccontato nell'assemblea,
ma alla donna protagonista di questa vicenda "ci sono voluti
degli anni prima di riuscire a raccontare pubblicamente la cosa",
spiega Viani. Gli stessi problemi si registrano anche sui bus, con
vittime le donne che lavorano come autiste o controllori. Una di loro
fu "aggredita al capolinea" circa un anno e mezzo fa,
racconta Viani, ma lunedì "molto probabilmente non se la
sentirà di venire a parlare", perché per riuscirci "ci
vuole molto coraggio".
In
base ai dati del 2014 e del 2015, le aggressioni ai danni del
personale in
servizio sui treni dell'Emilia-Romagna sono una cinquantina all'anno.
In nove casi su dieci la vittima risulta essere donna, "ma
secondo noi non è un dato attendibilissimo", afferma Tullia
Bevilacqua dell'Ugl, sottolineando che "gli uomini tendono a
denunciare di più" anche perché il tempo utilizzato per fare
denuncia "non è considerato tempo di lavoro". E visto che
spesso a fine turno le donne devono correre a casa o dai bambini,
spesso gli insulti subiti "te li tieni", conferma Viani.
Inoltre, va considerato che "il numero di donne capotreno è
molto inferiore rispetto a quello degli uomini", conclude Viani.
Questo è un chiaro esempio di informazione autocensurata, "consigliata" a tutti i media dai gestori della corretta linea politica-sociale UE globalista.
RispondiElimina"le donne sono spesso oggetto di aggressioni sia verbali che fisiche, sono vittime di violenza durante il proprio lavoro, le donne testimoniano le loro difficoltà a vivere e lavorare nelle ferrovie, le donne parlano di "violenze verbali, ma anche di vere e proprie violenze fisiche e maltrattamenti....
MA DA PARTE DI CHI ?
Non si può sapere, no? Una minima statistica, no? Verboten! Che ipocrisia! Quasi tutti omertosi e contenti di lasciare le proprie donne vittime delle violenze di "ignoti"!
Una situazione assolutamente inaccettabile, che va meglio conosciuta e contro cui in ogni caso si debbono prendere provvedimenti immediati. Ad esempio, pattuglie di 2 persone per richiedere i biglietti, come sull'autobus.
RispondiEliminaI kompagni si accorgono che i "gioiosi fratelli, le ricchezze, i doni e opportunità, i pagatori di pensione" ci allietano anche sui mezzi pubblici.
RispondiEliminaLe kompagne femministe quelle per cui la brutalità di kulture altre è sempre migliore, colorata, esuberante e funky rispetta a quella vostra, di piccoli borghesi inferiori, razzisti italiani maschilisti fascioleghisti.
Poi i zeloti collaboratori della frantumazione sociale si accorgono di qualche problemuccio.
Chissà quando esploderanno in aria o verranno macellati, per l'azione di qualche amabile fratello islamico, ad esempio.
Però l'accoglienza senza se e senza ma, i diritti alla kasa, il mondo è di tutti e altre idiozie del genere.
Già.