sabato 25 aprile 2015

Il 25 aprile a Sasso Marconi.


L'onorevole Lenzi


Sasso Marconi  ha celebrato la Festa della Liberazione con l’ormai consolidato programma che vede protagonisti i giovani quali ‘atleti della Liberazione’  e la piazza del capoluogo dove viene concentrata l’attività commemorativa e l’attività per il ‘ricordo’ della Liberazione

Fra le iniziative, la staffetta di lettura,  aperta con la lettura di una poesia di Pablo Neruda dall’assessore  alle politiche per la Pace di Sasso Marconi,Carla Mastrapasqua. L’assessore ha poi  passato il testimone ai giovani lettori di ANPI e del  gruppo25aprile, che hanno letto poesie, scritti e brani sui temi della nostra storia recente.
Quindi è intervenuto il sindaco di Sasso Marconi, Stefano  Mazzetti, il quale dal palco ha ricordato che la Liberazione ha definitivamente sconfitto i nazifascisti, ma non l’idea e i concetti che li animavano e cioè l’eliminazione e l’emarginazione del diverso e del più debole, concetto che ancora sopravvive e che va ancora combattuto. Ha poi ricordato il tributo di sangue che la montagna bolognese ha pagato alla causa della libertà, donando a noi un privilegio che non va dato per scontato ma riconquistato  ogni giorno. 
La piazza
Il discorso ufficiale è stato tenuto dall'onorevole  Donata Lenzi, membro della Commissione Affari Sociali della Camera dei Deputati, che ha ricordato l’apporto delle donne per la causa della liberazione, sia quali combattenti, sia quali affiancatrici e collaboratrici dei partigiani. “Impegno attivo e importantissimo  che ha contribuito in modo determinante al successo della guerra contro i tedeschi  e i fascisti. Senza le donne probabilmente la liberazione avrebbe avuto tempi diversi e il loro ruolo di coprotagoniste va adeguatamente ricordato”, ha sottolineato la Lenzi.

Il coro AcCanto al Sasso
Anche don Dario Zanini ha dedicato la giornata alla commemorazione della Liberazione con la celebrazione di una funzione religiosa, la Messa delle 18, per tutte le vittime della guerra. Ha  ricordato che il 25 aprile del ’45 è stato il giorno in cui è finita la guerra, ma non quello in cui si è instaurata definitivamente la pace. “Le uccisioni, spesso di innocenti, sono continuate anche dopo quella data. Anche per costoro oggi noi preghiamo”, ha detto il sacerdote. Nel ricordare poi i religiosi uccisi nel periodo bellico ha raccontato la triste vicenda di un frate carmelitano ucciso a Rasiglio. Finito fra i rastrellati  dopo uno scontro fra Partigiani e Tedeschi, non fu in grado di seguire il gruppo dei malcapitati perché infermo in quanto reduce da un intervento chirurgico. I tedeschi per non doverlo attendere lo uccisero prima ancora di arrivare al luogo ove erano diretti.
Il sindaco consegna i diplomi

L'arrivo in piazza della staffetta podistica

In corteo per raggiungere il monumento ai Caduti

Il sindaco ringrazia gli Alpini in congedo per la partecipazione

un futuro Alpino


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