martedì 2 luglio 2013

IL PIANETA DEI PICCOLI MONDI.





Corno con le stelle
Riceviamo queste magnifiche immagini da Luciano Marchi e un suo bel racconto-ricordo  sull’uso delle ‘cartoline-messaggio’. Uso superato dall’arrivo prepotente dei nuovi mezzi di comunicazione telematici
Ci fa piacere riproporle perché i giovani possano conoscere meglio la fanciullezza dei loro padri e perché in molti ricorderanno con nostalgia un bel modo di comportarsi di un tempo, quando fretta e frenesia non esistevano.

Scrivile bene, mi raccomando”.
Era la mamma a dirlo, titolare di un rito antico: la spedizione delle cartoline estive.
Lei sapeva quante ne occorrevano, perché anno per anno aggiornava un’agendina creata apposta; così si sceglievano le vedute per nome, con una dedizione assoluta.
Tu prendi quella per la nonna e le maestre”, diceva tutti gli anni;
ed io mi concentravo tra notturni e panorami, santuari e monumenti, paesaggi in bianco e nero e altri a colori.
Erano piccoli mondi, per una decisione altamente responsabile, dove il ripiego non era compendiato.
Un generico “Saluti da …” pareva riduttivo, ed era meglio privilegiare un posto visitato o anche un sentiero percorso, questo per non rifugiarsi, manifestandosi a fondo: eravamo lì e pensavamo a te.
La fase della scrittura era ancora più impegnativa: quali parole usare?
Distinti saluti?
No, troppo commerciale.
Cari saluti?
Forse.
Un abbraccio da …?
Sì, ma perché?
Così, spesso, saltavano fuori i: “Vi pensiamo sempre” o i più classici “Salutoni”, con tanti punti esclamativi in fondo.
Alla fine, il malloppo veniva spedito e ci si sentiva maggiormente felici, quasi ad aver compiuto un atto dovuto e desiderato al tempo stesso,
comunque un gesto educato di attenzione.

Girasoli
Sono passati molti anni, troppi a dire il vero; ma non ho mai perso l’abitudine delle cartoline.
Mia madre non mi suggerisce più i destinatari, ma sono convinto che l’agendina è sempre lì, aggiornata a dovere.
Col tempo ho imparato anche a volermi bene, dedicandomi (da solo) qualche cartolina da aggiungere alle fotografie scattate.
Nell’era degli SMS, delle mail e dei social, tutto sembra più vicino, raggiungibile; e forse è così.
Manca però la materia, l’atto tangibile, quel ricordo che la nonna infilava tra le due vetrine della credenza;
o anche quel mucchio d’immagini ritrovato nel cassetto, dove tanti salutano e ricordano: ancora oggi.

Sono piccoli mondi, quelli che abbiamo alimentato per anni: distrattamente, quasi senza saperlo; un pianeta di baci, abbracci,
pensieri, ricordi, del quale voglio ancora far parte.
Non c’è più la nonna, con me; ma la credenza sì.
E se qualcuno mi spedirà una cartolina, io la metterò lì: per ricordare chi mi ha pensato, dedicandomi un piccolo mondo.


Consulta la raccolta di cartoline presente nel sito www.lucianomarchi.com



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