Marco Leoni |
Il centro cittadino di Sasso Marconi è alla vigilia di una grande
trasformazione. È prossimo l’avvio della costruzione del nuovo polo scolastico
in via Ponte Albano che libererà tutta l’area scolastica di Via Porrettana. E’ in progetto da tempo la realizzazione di
una nuova piscina, per cui si aprirà l’ipotesi di riutilizzo del sito attuale.
Il Comune ha presentato un suo piano di riqualificazione generale che da una
nuova immagine dell’intero abitato trasformando tra l’altro, il tratto di Porrettana
dal bivio con Viale Kennedy a via Mercato nel ‘salotto cittadino’. A questo progetto
si è aggiunto recentemente quello di
Confcommercio Ascom Bologna che disegna una ipotesi di riqualificazione
del cosiddetto Campo del Prete. Il progetto ha suscitato un vivace dibattito. Protagonista
e ispiratore della proposta Marco Leoni,
presidente dei Comitati Ascom ( organo che raggruppa tutti i presidenti dei
vari comitati della provincia) il quale
nell’incontro di presentazione ha voluto
chiarire che il progetto è un punto di partenza e la base su cui avviare una
discussione generale per trovare la soluzione condivisa e migliore possibile per
il paese.
Abbiamo cercato di avere da lui maggiori chiarimenti.
Cosa ha portato Ascom a spendersi in questo progetto
?
“Il fatto che il ‘lotto’ è stato recentemente frazionato
fra il Comune ( 30%) e la Parrocchia proprietaria del restante 70 %. Il progetto
vuole dare all’uso dell’area una logica unitaria e armonica
con una soluzione progettuale condivisa che risponda alle esigenze di
entrambi le proprietà, cercando di evitare interventi slegati che potrebbero
compromettere l’immagine complessiva del centro del paese”.
Vista da viale Kennedy con in primo piano
i box
commerciali e su via Stazione le residenze.
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La proposta è stata però accolta con numerose
perplessità.
“ Come sottolineato riteniamo ciò che abbiamo
presentato una base di discussione. Prima di elaborare la proposta progettuale
con l’architetto Trebbi abbiamo avuto diversi contatti con i referenti delle
proprietà per conoscere le loro
esigenze. Sasso Marconi, nei prossimi
anni sarà, volente o nolente, soggetto a una forte trasformazione urbana.
E’quindi molto meglio prepararsi per
tempo ragionando in modo collettivo su quelle che possono essere le proposte
più interessanti per la collettività” .
Quindi, come si suol dire, meglio prevenire che curare?
“Assolutamente sì. Per quanto riguarda le strategie
di sviluppo urbano e gli interventi architettonici non si può sbagliare, per cui è preferibile un ampio
confronto prima che le cose siano realizzate in modo definitivo”.
Anfiteatro antistante l’auditorium e le
aule
per il catechismo. A elle spazio residenze e blocchi
commerciali
sul parcheggio interrato con piazza (la terza)
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La parrocchia non si è dimostrata entusiasta, anzi…
“ Nella analisi progettuale abbiamo tenuto in
considerazione le esigenze della parrocchia e cioè quella di avere un
auditorium e le aule per il catechismo. Abbiamo ideato spazi pavimentati tali
da creare tre piazze su tre livelli diversi: una rende possibile un interessante
collegamento fra via del Mercato e via Stazione con affaccio su quella
sottostante; una seconda con anfiteatro di fronte alle aule del
catechismo e dell’auditorium, sarebbe il
vero cuore in grado di stimolare frequentazione , luogo privilegiato dell’incontro della cittadinanza;
una terza, definita commerciale, parzialmente coperta, tale da favorire la
passeggiata commerciale. Si può definire tutto questo cementificazione ? Direi
proprio di no. Secondo noi rappresenta un completamento ragionato di un centro
urbano incompiuto. Auspico, poiché mi
sembra che il tema non sia ancora ben conosciuto, un confronto che entri nel
merito. Nella restante parte che abbiamo considerato ‘commerciale residenziale’, abbiamo proposto un parcheggio interrato per
110 posti auto per liberare via del Mercato e via Stazione da tutte le auto in
sosta e rendere questi spazi più vivibili. Il progetto inoltre creerebbe il
tanto ricercato quadrilatero commerciale
e un migliore collegamento con il Parco Marconi”.
Ma c’è addirittura una raccolta di firme che bolla
il progetto come ‘cementificatore’.
“Inviterei innanzitutto ad utilizzare i termini in
modo corretto. Normalmente per cementificazione
si intendono interventi speculativi impattanti e di scarso valore progettuale. Nella
nostra proposta progettuale abbiamo cercato di dare un senso compiuto al centro
del paese con spazi ricreativi, religiosi, culturali, commerciali di vicinato e di mercato ambulante
oltre che di piacevole aggregazione”.
Divisione dell’area in due blocchi, piattaforma
culturale
e piattaforma residenziale commerciale.
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Sasso Marconi vedrà concretizzarsi la proposta ?
“E’ chiaro che noi lo auspichiamo ,anche perché
crediamo nel lavoro che abbiamo fatto, pur essendo consapevoli che ci possono essere opinioni diverse . L’importante
comunque è che il confronto sia serio, che entri nel merito della questione e
contribuisca a trovare la soluzione migliore per il nostro paese e che trovi
nella parrocchia la condivisione indispensabile”.
La perdita di identità subita dal capoluogo, a mio parere, non può fare ricadere su un'area privata, come quella del campo sportivo parrocchiale, la responsabilità di diventare tratto distintivo dell'identità territoriale e vicinale. E non dimentichiamo che l'eccesso di edificazione è stato voluto dalla amministrazione che ha approvato nel corso degli anni progetti in netto contrasto con la reale identità del territorio (prima tra tutti la piazza bordata da alberi su cui si affacciano l'eidficio comunale "nuovo" e la chiesa parrocchiale), e che ora pensa di emendarsi la coscienza amministrativa dedicando il suo appezzamento ad area verde, giardino e/o urbanizzata.
RispondiEliminaMi sorge però una curiosità relativamente allo sviluppo di questo progetto, in particolare in riferimento alle specifiche rispettate dall'architetto nel disegnare linee e volumi che vadano a completare il centro urbano "incompiuto" (?). Si cita spesso nell'intervista di avere ben chiare le esigenze delle diverse proprietà, ma sarei curioso di capire meglio in cosa consistono le indicazioni raccolte dagli ideatori prima di sviluppare il progetto. Chi ha espresso tali esigenze? In che contesto, con che concretezza, con che visione progettuale sono state definite le specifiche da parte del Comune? E come da parte della Parrocchia? Se le specifiche non sono state valutate opportunamente, da persone tecnicamente preparate, valutate sulla base di un medio periodo, un progetto così rischia di diventare un mero esercizio architettonico necessario per cercare (infruttuosamente aggiungerei) di sottrarre la centralità urbana della piazza del capoluogo in favore di nuovi spazi in cui costruire l'ennesima struttura i cui costi di manutenzione (spesso sottostimati in queta fase) dovranno ricadere sulla cittadinanza per decenni.
Non è questione di cemento si-cemento no,... ne faccio una questione di buon senso e di rispetto per l'identità di questo capoluogo che, nonostante sia stata nascosta sotto montagne di cemento e materiale da costruzione assemblato in modo disomogeneo, resta viva nel suo impianto naturale.
Davide, hai ragione al 101 %. Prima fanno i danni, poi dicono di voler riqualificare il centro costruendo ancora! Gli amministratori di Sasso hanno stufato.
RispondiEliminaA.N.
> i può definire tutto questo cementificazione ? Direi proprio di no.
RispondiEliminaAhahaahaha
L'impudenza è arrivata al massimo.
La cementificazione è, molte semplicemente, la distruzione di un area ancora biotica (campo, area verde incolta, parco, bosco, zona orticola, etc.) in cui avviene ancora principalmente una rilevante attività fotosintetica e biologica con manufatti antropici che la rendono biologicamente morta/inerte; i manufatti nei sistemi edilizi qui in uso sono realizzati con strutture ed opere murarie (calcestruzzo armato ovvero a legante cementizio).
Questa è la semplice definizione di cementificazione.
Le interpretazioni diversamente corrette come queste sono patetici tentativi di arrampicata sugli specchi per manipolare la verità.
Un'area urbana di pregio DEVE avere ampie aree verdi al suo interno e quindi, le poche residuali, sono ancora più importanti e devono essere difese con le unghie e i denti.
Il fill-in è uno delle caratteristiche della peggiore (anti) urbanistica da paesi cialtroni (è lo stesso problema della distruzione del parco Gezi a Istanbul, uno degli ultimi polmoni verdi in un'area completamente degradata dalla cementificazione intensiva ovvero selvaggia).
E' lo stesso antipattern che in scala si manifesta qui a Sasso).
Ancora una volta l'apologia delle crescita, della riqualificazione, dello sviluppo e altre parole farlocco-rincoglionitrici del genere per rincitrulliti usate all'incontrario del loro significato cercano di indorare la suppostona al cemento da infilare a paesani e cittadini.
Quell'area NON è di rilevanza per le sole le proprietà. Quell'area verde è rilevante per l'ambiente tutto e per TUTTI i paesani e cittadini e impatta pesantemente sulla qualità della loro vita.
Qui il culto della crescita (cementizia e non solo) trova il pensiero cattolico e quello progressista-tecnoteista ancora una volta in un abbraccio tumorale nefasto.
Pensate che siano tutti rimbecilliti al punto tale di non accorgersi del falso ideologico che sostiente questi queste argomentazioni speculative?
Restauro ambientale e paesaggistico senza se e senza ma!
Altro che altra cementificazione.