Il consiglio comunale di Marzabotto ha approvato la
fusione di Hera con Acegas con il voto contrario dei consiglieri del gruppo di opposizione ‘Aria
Nuova per Marzabotto’, il voto favorevole del PD e della maggioranza ad
eccezione del consigliere Daniele Ferri che si è detto critico sulla operazione poiché la fusione, a
giudizio del consigliere, porta la gestione dell’acqua a rischio privatizzazione.
Ha illustrato le ragioni del sì alla fusione il sindaco Romano Franchi: “Nella
situazione data, con una azienda che è una spa a maggioranza pubblica, questa
fusione rappresenta un fatto positivo perché permette di ricapitalizzare
l’azienda mantenendo, anzi aumentando, la quota di proprietà pubblica,” ha detto
Franchi. “Ciò dovrebbe servire a migliorare gli interventi nel territorio e ad aumentare i
dividendi ai comuni, proprietari per quota. Capisco le perplessità di chi teme che una realtà più ampia rappresentata
dalle due società unite porti l’aumento del distacco fra territorio e azienda. Abbiamo
sostenuto e sosteniamo i ‘comitati per
l’acqua bene comune’ però in questo caso ritengo che non sia un atto che va
nella direzione di privatizzare l’acqua. L’acqua è un bene comune ma distribuirla
costa. L’abbiamo verificato l'estate scorsa quando con la siccità avevamo le autobotti, alimentate proprio qui a Marzabotto, che facevano la spola per rifornire chi era in montagna ”.
Per il gruppo Aria Nuova per Marzabotto, il
consigliere Giuseppe Laffi ha illustrato le ragioni del 'no' dicendo: “E’
antipatico arrivare a valutare una operazione a fatto quasi compiuto. Inoltre,
ed è la ragione fondamentale del nostro voto negativo, ora con Hera i comuni
sono azionisti con una quota abbastanza importante. Allargandosi in una nuova azienda
si perde inevitabilmente importanza e
incisività nelle scelte aziendali con possibili ripercussioni nella operatività
pratica nel comune”.
Un vero peccato che dimostra come si possa sbagliare anche in buona fede!
RispondiEliminaTrovo poi davvero inaccettabile che si trasformino i Consigli Comuanli eletti dalle Comunità locali, in organi svuotati di quella funzione di INDIRIZZO POLITICO che dovrebbe rappresentare la sua reale funzione, per ridurli a ratificare scelte strategiche già assunte e deliberate da un Consiglio di Amministrazione di qualsivoglia SpA, ed a maggior ragione quando questo CdA tratta temi tanto delicati quali i servizi pubblici e/o addirittura beni comuni fondamentali come l'acqua.
Onore alla coerenza politica e intellettuale mostrata da Daniele.
Si denota con questo atteggiamento del consiglio di amministrazione del comune, come le decisioni vengano prese comunque indipendentemente da ciò che vorrebbero i consiglieri scelti dai cittadini. L'idea di mantenere le distanze della politica, alle decisioni popolari, diventa sempre più concreta e dilagante con una certa somiglianza a quelli che sono gli ideali tipici di una prossima dittatura.
RispondiEliminaChissà all'epoca questa gente al referendum cosa avrà consigliato ai suoi elettori che gli hanno concesso di sedere sulle poltrone di servizio del Comnue.
RispondiEliminahttp://www.beppegrillo.it/listeciviche/liste/emiliaromagna/2012/10/fondi-europei-usati-irregolarmente-per-un-acquedotto.html
RispondiEliminaIL TEMPO E' GALANTUOMO.
POI VEDREMO COME FINIRA' QUESTA STORIA INTRICATA.