Il polo del
118 a Cinque Cerri con l’importante presenza dell’auto medica (l’auto con il
medico a bordo) ha i giorni contati. Già il presidio notturno è stato tolto e c’è
chi teme, a ragione, la imminente chiusura definitiva.
Il presidio
118, nato in occasione dell’avvio dei lavori per la Variante di Valico, aveva
il compito di garantire una assistenza adeguata in caso di incidente nei
cantieri e, ovviamente, serviva anche le emergenze di una
vasta area circostante. I lavori della Variante nel versante bolognese sono prossimi a
terminare e con essi anche il finanziamento alla struttura di pronto intervento, il cui onere è
sostenuto per intero da Società Autostrade.
L’allarme, poiché
le basse valli del Reno e del Setta perdono un importante sostegno per la
sicurezza, è già stato dato da Antonio Lavini, ma, con suo disappunto, non ha
trovato seguito. Intanto però c’è chi vuole impossessarsi dell’auto medica ‘in
liquidazione’. Vergato punterebbe infatti ad arricchire il proprio pronto
soccorso con questa presenza, ora garantita dal punto 118 di Marano. Il
trasferimento a Vergato consentirebbe per di più di portare l’auto medica di Marano a
Porretta.
E’ ovvio che nell’area interessata non si vuole perdere ‘l’auto medica’ e c’è chi propone di trasferirla nella sede della Pubblica Assistenza di Sasso Marconi. C’è il rischio che il silenzio degli interessati porti a una evoluzione non gradita della riorganizzazione del 118.
E’ ovvio che nell’area interessata non si vuole perdere ‘l’auto medica’ e c’è chi propone di trasferirla nella sede della Pubblica Assistenza di Sasso Marconi. C’è il rischio che il silenzio degli interessati porti a una evoluzione non gradita della riorganizzazione del 118.
Lavini comunque
non demorde e scrive:
Sono sconcertato nel constatare che dopo molti
giorni dalla pubblicazione degli articoli del 6 e del 13 ottobre, relativi
alle negative evoluzioni dell'emergenza sanitaria nel nostro territorio,
nessuno ha fatto riflessioni e/o avanzato proposte in merito.
Ciò che può apparire strano è che parlando con tanta
gente matura o anziana e prevalentemente sassese, praticamente tutti
mostrano preoccupazione ed indignazione per quanto potrebbe avvenire in
tempi brevi. Le persone mostrano interesse al problema e propongono le
loro ‘ricette’, molti sono convinti che la presa in carico del problema sia
prioritario e che le nostre amministrazioni comunali debbano essere gli
attori principali.
Evidentemente il popolo del Web si sente esente da
responsabilità o non interessato all'emergenza sanitaria locale. Sappiate che
statisticamente tra crisi di panico, stati di ebbrezza, problemi derivati da
assunzione di sostanze stupefacenti, traumi ( incidenti stradali, risse, ecc.),
una preponderante percentuale di soccorsi d'urgenza (118) sono a carico
dei giovani / mezza età. Un'altra percentuale significativa degli interventi
riguardano le persone anziane, se il destino lo vorrà gli attuali giovani
invecchieranno anche a Sasso Marconi e dintorni. Infine non sottovalutate le
emergenza a carico dei bambini che pongono tutti i genitori in un comprensibile
stato di forte agitazione.
FORZA GENTE interessatevi del VOSTRO futuro.
Vedremo cosa
succede.
A me è venuta in mente questa soluzione.
RispondiEliminaA Sasso Marconi, a breve, aprirà la casa della salute.
L'imminente conversione del decreto legge sanità se non subirà stravolgimenti prevede la presenza h24 di un medico di famiglia.
La struttura dove il medico presterà servizio sarà, a Sasso Marconi, credo la casa della salute.
Ergo, se la finalità della Casa della salute è principalmente avere un luogo di prima assistenza che debba servire a decongestionare gli ospedali di Bologna o Vergato o Porretta CREDO SIA UNA BUONA MOTIVAZIONE QUELLA DI TRATTENERE L?AUTOMEDICA A SASSO MARCONI.
L'importanza di mantenere un presidio di automedica sul territorio è enorme.
RispondiEliminaNon si può pensare che un solo mezzo possa essere sufficiente per tutta la valle del reno,densamente popolata e con una orografia del territorio difficile.
Lo sguarnire così il territorio riporta il servizio alla situazione di 20 anni fa,come sempre si demolisce un sistema efficente che tutela il cittadino.
L'idea di posizionare la automedica alla casa della salute non è da escludere,così come quella evidenziata della possibilità di richiedere alla pubblica assistenza la disponibilità a ospitarla.
Poco aiuto a mio avviso può arrivare dai medici di base,purtroppo per la tipologia del servizio di emergenza è richiesto che il medico sia formato con corsi specifici relativi a questa attività,perciò è necessario impiegare personale dedicato.
Tutto si valuterà sulla base della disponobilità di usl di spendere per i suoi assistiti.
Anonimo delle 20:39 lei ha un' ottima idea da proporre, ma non credo che il polo dei 5 cerri ne vada entusiasta. In realtà vorrebbero tenere l'automedica lì dove sta, pagando un medico di turno ed infermiere connesso, con costi a carico di soc. autostrade che non vuole più, con una media di un incidente all'anno in cantiere.
RispondiEliminaChiedete alla regione se si accolla l'onere del trasferimento dell'automedica in altra sede tipo casa della salute e relativi costi !!!!!!! cosa che dubito molto. L'automedica DEVE stare c/o un ospedale e che sia utile in caso di urgenze ed emergenze in quegli ospedali della comunità montana distanti dai centri, con servizi sanitari più immediati.
Egregio sassese:
RispondiEliminaI costi di trasferimento non mi pare siano proibitivi,anche perchè la struttura esiste già,e sicuramente è meglio dei container di lama di setta.
Fare svolgere il turno a un equipaggio in altra sede non ha costi aggiuntivi ne tantomeno parcheggiare il mezzo in un altro posto.
Il legare a una struttura ospedaliera il servizio di automedica non mi pare così obbligatorio, poichè sistema extra e intra ospedaliero collaborano ma sono organizzati diversamente.
Già si sono viste le criticità legate alla coesistenza, vedi l'ospedale di Loiano e di Bazzano.
L'automedica deve essere in pronta disponibilità,semmai a lementarsi dovrebbero essere i cittadini della zona vado-rioveggio che vedrebbero allungarsi i tempi di intervento,con lo spostamento a sasso, di 8/10 minuti.
La casa della salute non è indicata per gestire un'automedica, credimi: gli operatori devono essere specializzati in pronto soccorso..... forse....forse ne so più di te !
RispondiEliminaAllora non ci siamo capiti,nemmeno io penso che sistemarli alla casa della salute sia ottimale...ma è sempre meglio che trasferire tutto a Vergato.Il fatto che gli equipaggi debbano essere specializzati nella emergenza extra ospedaliera non significa che il personale debba essere in pronto soccorso.
RispondiEliminaComunque ti assicuro che ho una vasta conoscenza del mondo del soccorso,e solo.."un pò" di pratica sui mezzi di soccorso....
Strano davvero!
RispondiEliminaSto frequentando un corso di primo soccorso e spesso i docenti (qualificati forse più dei politici ed amministratori)evidenziano che la rapidità del primo intervento è determinante per l'evolvere del problema e che il supporto immediato della medicalizzata, attrezzata allo scopo, completa spesso con successo l'assistenza al malcapitato. Mettono anche in evidenza che la morte spesso è il minore danno se confrontato alle infermità permanenti che gravano fortemente sulla qualità di vita futura del paziente e di conseguenza dei loro famigliari, ovviamente con costi sull'intera società e poco visibili ma che spesso potrebbero valere la spesa di una buona prevenzione/adeguata assistenza.
Se quanto sopra è vero viene da domandarsi cosa bolle in testa a chi prende certe decisioni.
ALAN DELON