martedì 28 luglio 2009

CRISI



“Le aziende di Sasso Marconi registrano ormai 1800 cassaintegrati e non è detto che siamo al vertice della parabola”. La precisazione è del sindaco di Sasso Marconi Stefano Mazzetti che ha voluto avere, a seguito della congiuntura in atto, un quadro preciso della situazione.

“Nel settore metalmeccanico, il più consistente a Sasso Marconi, le aziende coinvolte nella cassa integrazione sono 31: Arcotronics registra 350 cassaintegrati, 240 la Ravaglioli, 40 la Bierrebi, 20 la El Control, 23 la Rivetteria Bolognese, un centinaio la ATS Microfusione , 34 la Cat Corsini solo per citarne alcune, quelle che presentano numeri consistenti. Le altre sono per lo più al di sotto delle 10 unità. Negli altri settori produttivi non si naviga in acque migliori, come la Ciba nel settore chimico, le tre aziende grafiche presenti nel territorio comunale e la Marconigomma. Sono in grosse difficoltà la Cat Corsini, per la quale si è aperto un ‘tavolo di crisi’ in Provincia proprio oggi e la Bierrebi per la quale si potrebbe giungere a breve allo stesso punto. A settembre ci aspettiamo l’onda d’urto della crisi, alla quale ci prepariamo cercando di attutire l’impatto sociale con un progetto di valenza distrettuale e con programmi di riqualificazione formativa, utili ad agevolare il reinserimento nel mondo del lavoro degli eventuali espulsi dal mondo del lavoro. Si affronterà la difficoltà anche assicurando un supporto logistico a chi vorrà tentare la libera professione o l’attività imprenditoriale” ha concluso il primo cittadino.

Cristina Pattarozzi , che segue le imprese meccaniche della valle del Reno per la Fiom Cgil, commenta così il momento: “Il futuro è incerto per tutte le aziende con personale in cassa integrazione, anche perché tale futuro è fortemente condizionato da ciò che faranno le banche. Se le banche decidono di non supportare le aziende il crollo sarà inevitabile, con un imprevedibile impatto occupazionale”.

Chi vive il momento con vera apprensione sono i cassaintegrati: “E’ opprimente sentirsi, a un certo punto della tua vita lavorativa, un peso per l’azienda nella quale hai lavorato a volte per decenni, legandoti ovviamente ad essa” precisa Natascia Zagnoni della Cat Corsini. “Temiamo che non vi sia in diversi casi soluzione poiché molte aziende non sono vittime solamente della crisi globale, ma pagano anche proprie difficoltà. Difficoltà spesso addebitabili a una strategia sbagliata di puntare al solo contenimento dei costi e non sulla innovazione. Questo ha portato anche all’abbandono degli investimenti”.

2 commenti:

  1. Con riferimento alle notizie di stampa riportate dalla cronaca bolognese del quotidiano Il Resto del Carlino il 29 luglio u.s. sotto il titolo “Un paese cassintegrato”, a firma Francesco Fabbriani, la CAT Corsini srl di Pontecchio Marconi desidera precisare quanto segue.

    La citazione di CAT Corsini in un contesto generale che sottolinea le gravi difficoltà del comparto industriale di Sasso Marconi, senza fornire riferimenti circostanziati e puntuali alle singole realtà, ingenera una lettura assolutamente fuorviante della reale situazione della nostra azienda.

    Va innanzi tutto premesso che la cassa integrazione è il normale strumento che le aziende utilizzano, in momenti di crisi quale quello che stiamo vivendo, per salvaguardare il rapporto con i loro collaboratori, che sono la risorsa più preziosa, quella davvero in grado di consentire alle imprese di riagganciare la ripresa , quando arriverà.

    Proprio per essere pronta a cogliere la ripresa, CAT Corsini sta investendo massicciamente in un piano di innovazione tecnologica, che la vede attualmente impegnata su 5 progetti per complessivi 5 milioni di euro nei prossimi 4 anni.
    A questa strategia si affianca anche una significativa attività di capitalizzazione pari a 1.261.000 euro (5,14% sul fatturato) dal 2005 al 2008.

    Ci rammarica pertanto che un giudizio di carattere generale sulle difficoltà legate anche alla mancanza di innovazione e di investimenti delle imprese, attribuito come virgolettato a un dipendente di CAT Corsini, possa essere improvvidamente letto come un riferimento alla nostra realtà aziendale.

    Occorre inoltre precisare che i lavoratori di CAT Corsini interessati da cassa integrazione parziale sono in questo momento 25.

    Lo stato di sofferenza riguarda peraltro solo il settore conto/terzi elettrico di CAT e non anche quello delle automazioni meccaniche, che invece registra nel 2009 sul 2008 un seppur lieve aumento del fatturato, frutto del lavoro e delle scelte operate nell'immediato passato. Tale andamento ci fa ben sperare per il 2010, con un budget che prudenzialmente indica un ulteriore sensibile aumento del fatturato relativo a questa divisione rispetto al 2009.

    Pontecchio Marconi, 30 luglio 2009
    CAT Corsini Srl

    RispondiElimina
  2. ...in effetti ad oggi ha messo a casa 15 dipendente non preoccupandovi della loro situazione lavorativa...

    RispondiElimina