Monzuno celebra oggi un traguardo prezioso: Giuseppe
Persiani, nato il 28 novembre 1925, compie 100 anni. Un secolo di vita che
attraversa la storia d’Italia, dalle fatiche della civiltà contadina alle
tragedie della guerra, fino alla ricostruzione e al lavoro nelle miniere del
Belgio.
Giuseppe cresce sulle colline tra Monzuno e Gaibola,
dove da ragazzo viene mandato a servizio come garzone presso una famiglia del
posto. Sono anni duri, scanditi dai ritmi lenti di un mondo agricolo fatto di
lavori pesanti, sacrifici quotidiani e un sapere antico che si tramanda a voce,
nei cortili e nelle stalle.
La Seconda guerra mondiale interrompe
bruscamente questo equilibrio. Anche la sua vita viene travolta: catturato dai
tedeschi, Giuseppe viene condotto prima a Monterumici e poi a Brento. Ma non si
arrende. Approfittando di una distrazione dei soldati, riesce a fuggire e a far
ritorno a Trasasso, dove trova riparo nei boschi, vivendo nascosto fino alla
fine del conflitto. È un episodio che segnerà per sempre la sua memoria,
esempio di coraggio e di tenacia.
Negli anni Cinquanta, come tanti
italiani in cerca di lavoro, Giuseppe parte per il Belgio e raggiunge le
miniere di Marcinelle, diventate simbolo delle condizioni estreme dei
lavoratori emigranti. Vi trascorre un anno intero “nel ventre della terra”, tra
polvere, umidità e turni massacranti, ma anche nella solidarietà profonda che
unisce chi condivide rischi e fatica a ogni discesa in galleria.
Tornato in Italia, trova finalmente
una stabilità lavorativa grazie a un impiego presso la Provincia, che gli
permette di costruire una vita più serena dopo tante prove. Sono anni di
impegno, dedizione e responsabilità, seguiti da un meritato pensionamento.
La sua è una vicenda che sembra un romanzo: fughe rocambolesche, viaggi per necessità, lotte quotidiane, e soprattutto la capacità di rialzarsi sempre, con dignità e ironia.
Oggi il sindaco Bruno Pasquini ha portato a Giuseppe i saluti dell’intera comunità, descrivendolo come un uomo “che con grande lucidità ricorda dettagli della vita del paese e della sua gente che meritano di essere custoditi e tramandati”. Una memoria vivente, dunque, preziosa per le nuove generazioni.
Alla festa erano presenti parenti,
amici, una rappresentanza di Emil Banca – di cui Giuseppe è socio storico – con
il direttore di filiale e membri del Comitato locale. Accanto a lui anche le
assistenti sociali, visibilmente emozionate, che lo hanno definito “un paziente
speciale, una persona capace di regalare sorrisi e storie ad ogni incontro”.
“Ci sarebbe un libro da scrivere su
Giuseppe Persiani”, afferma il figlio Roberto, ricordando come dietro ogni data
e ogni luogo della sua vita si nasconda una storia di resilienza, dignità e
amore profondo per l’esistenza.
Monzuno
gli rivolge oggi un abbraccio collettivo:
Buon compleanno,
Giuseppe, e cento di questi giorni!
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