Soddisfazione dagli amministratori del Gal. Le novità: 70% delle risorse per micro e piccole imprese
Assegnati al GAL dell’Appennino bolognese 12,6 milioni di euro per la realizzazione dei programmi proposti all’attuazione nel periodo che va dalla seconda metà del 2024 a tutto il 2027. La cifra finanzierà l’attivazione di un vasto programma di bandi pubblici e di convenzioni per la realizzazione dei progetti selezionati su proposta degli operatori privati e degli enti pubblici del territorio appenninico.
“L’assegnazione
di 12,6 milioni di euro, il budget più alto di sempre, premia la qualità della
strategia e delle proposte avanzate e consentirà di ampliare l’azione
intrapresa negli ultimi anni di concreto sostegno alla rigenerazione economica
e sociale delle aree più problematiche dell’Appennino; azione che, tra le altre
cose, ci ha permesso di finanziare ben 405 progetti di altrettante micro e piccole
imprese”, spiega il presidente del GAL, Tiberio Rabboni. “ Le
imprese agricole e non agricole saranno al centro anche dei nuovi programmi con
un budget dedicato pari al 70% delle risorse disponibili. Il restante 30%
finanzierà la riqualificazione dei piccoli borghi, la viabilità interpoderale,
la sentieristica e la promozione dell’offerta turistica appenninica. Per la
prima volta potranno partecipare ai bandi agricoli anche gli agricoltori con
partita IVA e codici Ateco secondari”.
I programmi saranno
attuati soprattutto attraverso lo strumento del bando pubblico con tre
specifiche categorie di beneficiari: le microimprese
agricole, comprese quelle condotte da possessori di codice Ateco
agricolo secondario; le micro e piccole imprese
commerciali, artigianali, turistiche e di servizio; gli enti
pubblici quali Comuni,
Consorzi di Bonifica ed Enti di gestione delle
aree protette.
Alle
imprese agricole e a quelle non agricole è riservato circa il 70% delle risorse
disponibili. I bandi concederanno contributi a
fondo perduto a copertura del 50% della spesa massima ammissibile nelle zone
classificate di montagna e del 40% in quelle di collina. La percentuale diventa
del 60% quando si tratta di agricoltori under 40 e dell’avviamento di nuove
piccole imprese extragricole, nonché del 100% quando il beneficiario è un
soggetto pubblico che interviene su sentieri, viabilità interpoderale, piccoli
borghi. I bandi rivolti alle microimprese agricole riguarderanno progetti di
qualificazione di agriturismi, fattorie didattiche, la trasformazione della
materia prima aziendale, le protezioni dai danni della fauna selvatica, la
mitigazione del rischio di dissesto idrogeologico in azienda, la castanicoltura
da frutto, gli investimenti anche multi comparto per le produzioni tipiche e
biodiverse dell’Appennino, ovvero gestione del bosco, ovicaprini,
castanicoltura, olivicoltura, erbe officinali, piccoli frutti, grani antichi,
miele, funghi e tutte le varietà e razze comprese nel repertorio regionale
delle risorse genetiche agrarie a rischio di erosione. Le piccolissime aziende
potranno chiedere contributi a fondo perduto anche a sostegno delle
coltivazioni estensive. Sono escluse, per disposizione regionale, le aziende di
maggiore dimensione e quelle interessate a tutte le altre attività agricole ed
allevatoriali che potranno presentare le proprie richieste di contributo ai
bandi della Regione Emilia-Romagna. Per le piccole imprese commerciali,
artigianali, turistiche e di servizio i bandi del GAL concederanno contributi a
fondo perduto per la realizzazione di progetti di qualificazione e
diversificazione delle attività esistenti, per l’avviamento di nuove piccole
imprese e per la trasformazione e commercializzazione delle produzioni agricole
tipiche e biodiverse. Infine agli Enti pubblici sono riservati bandi a sostegno
dei piccoli borghi a rischio di abbandono, in particolare per la creazione di
spazi comuni multifunzionali, aree ricreative e sportive all’aperto, arredo urbano,
recupero di edicole votive, allestimento di punti acqua, qualificazione della
sentieristica a fini turistici, realizzazione - in partnership con soggetti
privati - di studi di fattibilità per il recupero di insediamenti dismessi, la
realizzazione di interventi per la manutenzione straordinaria e l’adeguamento
della viabilità interpoderale, sostegno all’elaborazione o aggiornamento dei
Piani di Gestione Forestale, promozione dell’offerta turistica ed
enogastronomica del territorio.
Speriamo in bene ma credo che si chiuda la stalla dopo che hanno già rubato i buoi i borghi ormai sono abbandonati perciò bisognava pensarci prima adesso sarebbe meglio sistemare le strade che sono distrutte
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