lunedì 23 ottobre 2023

Una volta c'era il fiume Setta

 

 

di Roberto Brusori

 

L'alluvione di fine maggio, nelle zone di Vado e dintorni portò  danni  ingentissimi (case, auto, strade distrutte e tantissimi gli sfollati). Il disastro generò tante e tali problematiche che a tutt’oggi permangono.    In quel periodo si mobilitò il ‘mondo’ per ripristinare l’ambiente disastrato e fare quanto era necessario per riportare alla normalità dove la furia degli elementi era stata crudele.

Ma guardando oggi il fiume Setta la speranza è andata delusa: il fiume è rimasto carico dei rami e alberi interi fanno bella mostra  sul letto del fiume nel tratto che si scorge percorrendo la strada che passa sopra il ponte Molino Cattani a Rioveggio. Il Setta è  il principale fiume della vallata, ma anche i suoi affluenti,  il Sambro e tanti fossi, sono abbandonati in uno stato  di degrado  simile.



Sono iniziati i lavori per realizzare il ponte nuovo a Rioveggio, ma percorrendo quello storico a monte e a valle si notano due grossissimi alberi adagiati sul greto del fiume da allora mai rimossi. Stesso spettacolo se si scende verso Gardeletta. Anche il tratto di Vado è nelle stesse condizioni.



Ricordo che i nostri vecchi tenevano pulito il fiume rimuovendo rami, alberi, sterpaglie, forse per far legna, ma certamente anche per dare al corso d'acqua la percorribilità utile a non fare disastri.

Oggi non si fa nulla. Pensiamo a cosa potrebbe succedere se venisse una forte piena (la stagione è quella adatta), i tronchi finirebbero contro i piloni del ponte e sicuramente formerebbero una diga.

Mi domando,  gli enti preposti alla cura del parco fluviale dove sono? Chi è preposto alla cura e alla tutela dell’ambiente  (Carabinieri forestali e altri come Bonifica Renana)  cosa fanno ? I soldi dei contribuenti  dove li investono?

La cosa più triste poi è quella che se  uno di noi volesse fare pulizie nel fiume sarebbe subito raggiunto da contestazioni e verbali lunghissimi, con successive multe.

Quanto ammiro i nostri anziani che, dopo una dura giornata di lavoro, trovavano il tempo per tenere puliti i fossi e i fiumi. In loro c'era amore per il territorio e cura per i luoghi dove vivevano.

Oggi forse l'amore per tutto ciò non c'è più. Aspettiamo alluvioni e disastri per piangere sui danni che subiamo e sui guai che le persone si trovano ad affrontare, senza però  pensare che prima avremmo potuto fare qualcosa per evitare o almeno ridurre i danni.


2 commenti:

  1. Parole molto giuste, magari basterebbe stipulare un piccolo accordo con aziende produttrici di pellet, erogargli un contributo + legna gratis e fargli pulire i fiumi.

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  2. Dando comunicazione in comune anche con mail, si può raccogliere tranquillamente il legname nel parco fluviale senza incappare in contravvenzioni.

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