lunedì 9 ottobre 2023

Per non dimenticare gli 'internati del '43


 La presidente di Anei Marzabotto, Patrizia Zanasi, informa:

 

Sabato prossimo, 14 ottobre, alle 16.30, presso la Sala Polivalente della Casa della Cultura e della Memoria di Marzabotto si terrà un convegno organizzato da ANEI Marzabotto (l’associazione si occupa degli Internati Militari Italiani, catturati dopo l’Armistizio dell’8 settembre del 1943). E’ l’ultima iniziativa compresa nel programma celebrativo del 79° anniversario degli Eccidi di Monte Sole.


Insieme ad A.N.E.I. Treviso, A.N.E.D. Bologna, associazione italo tedesca di Brema e Scuola di Pace di Brema-Vegesack, abbiamo voluto ricordare l’80° anniversario di quella tragica data e ciò che ne seguì perché l’esperienza dell’internamento fu dolorosa e complessa.

La più tragica fu quella vissuta dai militari catturati dai nazisti, ma non dobbiamo dimenticare i civili rastrellati, che nelle nostre zone risultano essere un discreto numero fra gli internati per motivi politici  e i militari catturati dalle forze alleate prima dell’Armistizio.

Nell’incontro si ricorderà  e si parlerà  nello specifico degli internati militari, conosciuti con l’abbreviazione di IMI, di coloro che si rifiutarono di collaborare, prima con le formazioni tedesche della Wehrmacht e delle SS, poi con la Repubblica Sociale Italiana.

Le loro storie non sono entrate nella nostra memoria collettiva, sono state taciute per oltre sessant’anni; se ne parla solo da poco.

Il loro numero oscilla tra seicento e settecentomila unità, ma alla conta precisa probabilmente non si arriverà mai, così come è difficile stabilire il numero esatto di coloro che morirono durante la prigionia: per la Croce Rossa italiana sarebbero circa 78 mila, mentre per Onor Caduti 60 mila. Indeterminato anche il numero di coloro che, dopo aver contratto gravi malattie, morirono durante e dopo il rientro in Italia nel 1945.

Gli organizzatori precisano: “A.N.E.I. di Marzabotto ha avviato una ricerca storica approfondita, mai fatta prima, per avere un quadro il più possibile vicino alla realtà, che aiuti a capire, a fianco degli Eccidi, quanto abbia inciso la deportazione sul tessuto sociale del territorio e per dare dignità a questi uomini.

In un primo momento era nostra intenzione occuparci di Marzabotto, Monzuno e Grizzana, poi abbiamo allargato il lavoro a tutti i comuni delle Valli del Reno e del Setta.

In questa prima ricerca, riferendoci solo ai possibili IMI, abbiamo individuato più di un migliaio di nominativi ed abbiamo inoltre trovato alcuni familiari, perché oltre a quantificare la portata delle deportazioni, siamo interessati a riscoprire sia il percorso e la storia dei nostri familiari durante la prigionia, sia conoscere le loro storie, una volta tornati a casa”.

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