E’ ancora vigente la norma che la pulizia e la messa
in sicurezza dei corsi d’acqua privi di arginatura è a carico dei proprietari
frontisti come impone un Regio Decreto del 1904 ? E’ la domanda che il
consigliere regionale Marco Mastacchi ( nella foto) ha chiesto alla Giunta, alla notizia che
la Regione starebbe rispolverando appunto il Regio Decreto per addossare ai privati
la manutenzione degli alvei.
Mastacchi nella sua presentazione ricorda che fino
ad ora agire in aree demaniali, come sono appunto i corsi d’acqua, porta a pesanti
contravvenzioni e che in molti casi la messa in sicurezza richiede interventi tali
da non poter essere addossati ai singoli
frontisti. Il consigliere chiede quindi se la Giunta sia intenzionata a
prevedere deroghe a tale normativa in considerazione dei devastanti e
straordinari eventi del maggio scorso.
All’interrogativo ha risposto l’assessore regionale
Andrea Corsini che, a parziale smentita delle affermazioni di Mastacchi, ha ricordato che da dieci anni è possibile al
singolo intervenire in aree demaniali previa richiesta all’ente pubblico di
riferimento e senza utilizzare mezzi operativi ( Ndr: e qui si spiega la scarsità
di richieste: si pretende che si sgombrino i siti da tronchi e ramaglie ‘a
spalla’ e i corsi d’acqua non sono mai in posizioni agevoli). L’assessore ha
assicurato che tutte le necessità di risistemazione sui corsi d’acqua sono
stati riportati al Commissario Figliolo perché li inserisca nell’elenco dei prossimi
interventi e che comunque la finalità della legge è quella di chiedere ai
privati di ‘concorrere a un efficace presidio territoriale’. Mastacchi si è
detto parzialmente soddisfatto: ha
apprezzato l’aver agito per la soluzione di tutti i dissesti dei corsi d’acqua
in atto, ma ha lamentato la poca chiarezza legislativa che disciplina la
materia e ha auspicato un più chiaro quadro normativo che organizzi e delimiti
con certezza l’importante tematica, da individuare con un prossimo esame
consigliare. (ndr: la regione Toscana, amministrativamente gemella dell’Emilia
Romagna, ha affidato tutta la materia ai consorzi territoriali addebitando i
costi alla fiscalità generale. D’altronde un interesse generale va a carico
dell’intera collettività).
Stesso indirizzo per la viabilità comunale: si affibbierebbe
ai frontisti la pulizia delle sponde e persino delle scoline. Un bello
scaricabarile, anche perché le scoline fanno parte integrante della strada e
sono proprietà del Comune, come pure gli arbusti e i rami che insistono sul
corso stradale. E ci sarà da ridere perché c’è chi sarà ligio e chi no e i
fronti stradali saranno puliti a pezzi in tempi diversi a seconda di quando il
singolo frontista riterrà o avrà la possibilità di provvedere. Inoltre si apre
un interrogativo, chi ha la sventura di essere il frontista di una strada comunale deve assumersi un onere
che non ha chi è frontista di una strada
provinciale o statale. Siamo figli di madri diverse? Se i frontisti sono
responsabili delle sponde, lo dovranno essere per tutte le strade. Quindi,
altro interrogativo: se i frontisti debbono provvedere alla pulizia spondale
delle vie, Anas e Città Metropolitana stanno sperperando denaro pubblico in una
operazione che loro non dovrebbe competere. Infine la considerazione più amara:
il controllo sull’applicazione dell’obbligo dei frontisti richiederà la
costatazione di negligenze che comporteranno ammende e ciò renderebbe per il
Comune un doppio vantaggio: si toglie un obbligo che fino ad ora ha sostenuto e
in più incassa contravvenzioni: come si suol dire, due piccioni con una fava.
Anche in questo caso vale il principio della Regione Toscana: le operazioni di
interesse generale le assolve l’ente preposto e gli onori sono a carico della
fiscalità generale in quanto le strade sono utilizzate dall’intera
collettività, non solo dai frontisti.
È una vergogna
RispondiEliminaUna volta ero un pescatore ed era piacevole e rilassante passare una giornata tranquilla in fiume che già iniziava a soffrire di mancanze di manutenzione e di pulizia
Negli ultimi anni sempre peggio addirittura la maggior parte dei tratti fluviali a Sasso Marconi non sono neanche più raggiungibili a causa di tronchi abbattuti dalle piene, vegetazione cresciuta e non gestita da parte degli Enti preposti, sporcizia , montagne di rifiuti , un degrado vergognoso
Che tristezza …
Solito scaricabarile delle istituzioni. Tanto anche se toccasse alla Regione (e gli toccava) non farebbero nulla, pur avendo la disponibilità (vedi maggio scorso).
RispondiEliminaMa ad esempio il Rio Bacchio a Vado che è esondato facendo danni che scende da una impervia montagna per kilometri e kilometri chi dovrebbe mantenerlo?
RispondiEliminaOppure il Rio Gemese devastato e chiuso al transito dal comune di Sasso?
La verità è che certe manutenzioni non sono sostenibili ne fisicamente ne economicamente da nessun ente ne tantomeno da un privato.