La Lista Civica Casalecchio di Reno ribadisce il suo ‘no’
alla edificabilità dell’area ex Sapaba , diniego rafforzato dalla bocciatura
della Soprintendenza al Paesaggio
I
consiglieri Comunali, Andrea Tonelli e Bruno Cevenini, scrivono:
Recentemente
la Soprintendenza ai Beni Culturali e al Paesaggio ha espresso un deciso diniego al progetto di
edificazione della zona dell’area Ex-Sapaba. La bocciatura ci conforta poiché
il nostro gruppo consiliare ha da subito, e cioè da venti anni fa, preso le distanza della proposta edificatoria poichè non rispetta le più elementari prescrizioni di tutela
dell’ambiente, oltre a essere ‘uno schiaffo’ al buon senso e uno spregio all’amore
per il paese. Casalecchio di Reno non
necessita di altro cemento e la bocciatura tutela l’incolumità delle persone: i fatti recenti della
prima cintura appenninica bolognese ne sono una prova provata.
Il fiume Reno è troppo vicino all’ex-Sapaba, le
piene sono più frequenti, la manutenzione del territorio è sempre più carente,
dunque perché rischiare? Perché
compromettere l’ambiente cementando gli ultimi spazi vuoti di Casalecchio ?
I gravi eventi
climatici di questi giorni devono far riflettere: manutenzioni, prevenzione,
cura e rispetto del territorio, pulizia dei corsi d’acqua e dei sistemi di
raccolta delle acque meteoriche sono attività sempre più importanti per la
sicurezza.
Siamo soddisfatti che la costruzione di 340 appartamenti sia stata fermata, ma chiediamo che si metta la parola “fine” definitivamente ai progetti di cementare l’ex-Sapaba: è zona a rischio alluvione, va preservata dai progetti edificatori faraonici che prevedono edifici o costruzioni nocive per l’ambiente e per l’equilibrio idrogeologico di Casalecchio.
Si progetta in
verità la costruzione di una diga a ridosso del letto del Reno impedendo
eventuali espansioni del fiume in caso di piena e velocizzando il corso del
flusso verso la bassa bolognese aumentando cos' in quelle zone il rischio alluvionale
Cosa altro deve succedere, oltre ai disastrosi recenti eventi alluvionali, perché l’amministrazione si
convinca della pericolosità di costruire in quella zona? È una questione di buon
senso.
L’Unione Europea nel
2016, chiedendo alle Regioni un piano di pericolosità e di rischio alluvioni,
aveva inserito l’area della ex-Sapaba in zona di massima pericolosità, entro la quale non si può assolutamente costruire. Il
persistere nella proposta fino ad ora è diabolico, oltre che insensato e
masochistico.
Continueremo a
batterci, come da 20 anni a questa parte, per impedire non solo questo
progetto, ma anche eventuali nuove ipotesi di costruzione nella ex-Sapaba e in
tutte le zone pericolose dal punto di vista idrogeologico perché la sicurezza e
l’ambiente debbono sempre venire prima degli affari.
Abbiamo invitato l’assessore regionale all’ambiente, Irene Priolo, a venir a Casalecchio per verificare di persona quanto è evidente il rischio: la ex Sapaba è fiancheggiata da due rii , il Bolsenda e il Rio Dei Gamberi , già nella recente ondata di maltempo il Bolsenda è esondato e le acque hanno invaso la palestra e la zona sportiva con gravi danni alle strutture. E’ la seconda inondazione in tre anni. Si deve essere ciechi e sordi per non accorgersi del pericolo.
Fra un anno si vota, abbiamo la possibilità di provare qualcosa di nuovo a Casalecchio, dopo 80 anni di repliche.
RispondiEliminaProviamoci
esiste dal 1988 il decreto Sarno, che vieta qualunque edificazione nelle zone alluvionali, è stato rispettato ?, la Sapaba ,se ricade in quella casistica, come potrebbe essere edificata?
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